Olbia -
Zona Baratta è un
quartiere immenso stretto tra il
fiume che giunge da Enas e
via Vittorio Veneto, ed è uno dei quartieri più colpiti dall'alluvione di lunedì 18 Novembre. La parte bassa del quartiere, stretta tra il ponticello di via Tre Venezie e il sottopasso ferroviario di via Ambalagi, è stata letteralmente coperta da una
coltre di fango. Proprio qui, in via Lazio, è morta
Anna Ragnedda e non lontano da qui l'auto che trasportava
Patrizia Corona e sua figlia Morgana è stata inghiottita dall'acqua. Quando arriviamo in
via Baratta, che si trova a ridosso del ponticello di via Tre Venezie - quindi vicinissimo al fiume, ci accoglie un forte odore di
nafta misto
umido. E' l'odore delle auto rimaste in ammollo per ore, dei serbatoi svuotati, delle case distrutte. Il livello dell'acqua, qui, ha quasi toccato
i due metri. Il segno sulle pareti delle case, alcune persino rialzate rispetto al piano stradale, è inequivocabile. A terra, il fango permane viscido e appiccicoso: ancora nessuno è venuto ad aiutare queste persone. Qui incontriamo
Angelo Iodice e sua moglie Rita Petroni. La loro casa è una di quelle rialzate rispetto alla strada, ma nonostante questo accorgimento non c'è stato nulla da fare: il fango ha travolto ogni cosa. "Nessuno ci ha detto del pericolo che stava incomendo e nessuno è venuto qui a salvarci - racconta Rita, spirito forte e gentile -
ci siamo accorti che qualcosa non andava quando abbiamo visto l'acqua arrivare agli scalini. Abbiamo chiamato e chiamato, ma non rispondevano o non venivano". Angelo e Rita si sono salvati come tanti altri cittadini: salendo al secondo piano dello stabile, chiedendo ospitalità al vicino del piano di sopra. "Quando abbiamo visto l'acqua salire - dice Angelo, mentre ci prepara un caffè con una gentilezza tale da far commuovere - abbiamo subito capito che stavamo rischiando la vita. Con molte difficoltà siamo riusciti a salire dalla nostra vicina, l'acqua ci portava via". Angelo e Rita, però, non sono soli:
con loro ci sono dei cani. Il più piccolo è stato portato da Rita, in una cesta. Gli altri due li ha messi in salvo Angelo. Ad accogliere tutti è stata
Rosina Aprile, la vicina del piano di sopra. Poco più avanti incontriamo tante altre persone intente a pulire casa. Tra queste si ferma a parlare con noi
Ilenya Fotzi, anche lei salva per miracolo. "Sono arrivata a casa alle 16 e
l'acqua arrivava alle caviglie in strada - dice Ilenya, mentre ci mostra la sua casa disastrata -
non mi sono preoccupata perchè quando piove può accadere". Anche per Ilenya l'istinto ha avuto una parte importante in questa storia. "
Ho capito che le cose non andavano bene quando dalla vasca è iniziata a uscire acqua - racconta la giovane donna - è mancata la luce e, nel buio, ho preso il cellulare, un caricabatteria e mi sono precipitata fuori. L'acqua era già alta, ma non ero sola.
C'erano tante altre persone che, come me, cercavano di mettersi in salvo. Ho risalito la via piena d'acqua e sono arrivata sana e salva al distributore di via Vittorio Veneto".