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Pubblicato il 07 September 2016 alle 18:02
Olbia, 07 Settembre 2016 - Il conto alla rovescia è (quasi) finito: domani pomeriggio, grazie a una fenomenale partnership con l'Archivio Mario Cervo e il Comune di Olbia, sbarca a Olbia il festival "Isole che parlano": uno dei più longevi e interessanti festival isolani, ideato e portato avanti dai fratelli Angeli di Palau.
Isole che parlano sbarca, dunque, a Olbia e lo fa in una location che più che mitica è mistica: il Pozzo Sacro di Sa Testa. Un posto che trasuda spiritualità, storia, magia; un luogo che attrae per il suo fascino misterioso e che si presta anche ai concerti. L'evento che si svolgerà domani, a partire dalle ore 18:00, è un omaggio al popolo degli Shardana descritto da Ramses II nel secondo secolo avanti Cristo.
"Siamo entusiasti di ospitare quest'anno, per la prima volta, il festival "Isole cheparlano" – dichiara l'assessore alla Cultura, Sabrina Serra -. Faremo il possibile perché questo legamediventi sempre più produttivo e forte. Riteniamo particolarmente interessante il confronto attraverso lamusica e la cultura, auspichiamo che in questo dialogo la nostra comunità e l’isola di Tavolara possanoapportare attivamente il loro contributo, come ha fatto fin da questa edizione l'Archivio “Mario Cervo”, cuiva il nostro speciale ringraziamento. Invitiamo i cittadini a partecipare al ricco e prestigioso programma cheunisce la nostra città alle comunità di Palau e La Maddalena, che in questi giorni sentiremo ancora piùvicine".
"Questo nuovo primo appuntamento del festival a Olbia è la giusta evoluzione del legame che cilega da anni – commenta Ottavio Cervo -. Collaboriamo con Sarditudine sin dalla prima edizione dellasonorizzazione della Roccia dell'Orso, a Palau, dedicata a Mario Cervo e Pietro Sassu".
Al Pozzo Sacro si esibirà Zoe Pia insieme al suo quartetto. "La musica di Shardana racchiude in sé tradizioni, leggende e misteri della mia isola, di cui mi sonoaccorta e meravigliata solo dopo essere partita in continente", dice l'artista originaria di Mogoro.
Shardana è anche il titolo dell'album di Zoe Pia, accolto con entusiasmo dagli addetti ai lavori, per la capacità della compositrice di coniugare il jazz contemporaneo con la radice sarda. Il percorso musicalesembra quasi celebrare un incontro tra il passato nuragico e le stratificazioni successive. Archeologia emusica si fondono, mostrando una consapevolezza di Zoe Pia, che dichiara esplicitamente la suaprovenienza (suona anche le launeddas) e, allo stesso tempo, racconta il suo viaggio riportandoci alpresente, che si conclude nella frenesia del ballo.
Gli antichi pensavano che la danza collettiva avessequalità sovrannaturali e che potesse influire sulla natura, sugli dei e sugli spiriti. Il ballo sardo ha comefigura fondamentale il cerchio. Da quest’ultimo nessuno veniva emarginato o escluso, testimonianza dellatotale assenza della divisione in classi sociali. E nel cerchio del Pozzo Sacro Sa Testa Zoe Pia ci trasportacon il suo clarinetto e is launeddas in un viaggio fatto di pietre e di acqua, per sonorizzare con la suamusica la memoria storica dei sardi, interpretata con una fusion mediterranea in cui si mescolano, come lespezie, gli umori delle melodie tradizionali, l'improvvisazione libera e il jazz.
Dalla Sardegna ci spostiamo alla penisola scandinava, in Lapponia. Il concerto verrà aperto, alle 18, da unincontro lezione con il musicista norvegese Torgeir Vassvik - protagonista anche di un concerto a Palau, acala Martinella il 9 settembre alle 18.30 - che introdurrà il pubblico alla conoscenza dello joik, espressionemusicale del popolo sami che - attraverso suoni, parole, frasi e senza un apparente ordine letterario -esprime ed evoca un sentimento in relazione ad avvenimenti topici quali le relazioni umane, tematichelegate al paesaggio, agli animali, all'amore, rilette attraverso la pratica dell'improvvisazione. Siamo difronte ad un processo di creazione individuale, a cavallo tra arte e sciamanesimo, che lavora sulla memoriacollettiva, un atto primordiale iniziatico che arriva nella sua purezza all'appuntamento con laglobalizzazione e che trova in Vassvik uno dei suoi massimi interpreti contemporanei.
La giornata dell'8 settembre si conclude a Palau, al Centro di documentazione del territorio, conl'inaugurazione della mostra fotografica “Lesvos”, di Alessandro Penso - fotoperiodista italiano vincitoredel premio nella categoria ‘General News’ del World Press Photo 2014 - che presenterà il reportage di 40immagini dedicato al dramma dei migranti nell'avanposto greco. La mostra - che consolida lacollaborazione tra l'associazione Sarditudine e Ogros Fotografi Associati – si apre alle 21.30 con unincontro con l'autore intitolato 'Riflessioni sull'etica di un mestiere', si potrà visitare sino al 30 settembre.
Isole che Parlano conferma la sezione didattica, con visite guidate alla mostra, che vedrà protagonisti bambini e ragazzi delle scuole primarie, secondarie e superiori.
Il programma completo del festival sul sito www.isolecheparlano.it
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