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Allarme gatti randagi a Porto Cervo: quando il lusso nasconde l'emergenza

Emergenza felina a Porto Cervo

Allarme gatti randagi a Porto Cervo: quando il lusso nasconde l'emergenza
Allarme gatti randagi a Porto Cervo: quando il lusso nasconde l'emergenza
Patrizia Anziani

Pubblicato il 03 March 2025 alle 13:30

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Porto Cervo. In uno dei luoghi simbolo del turismo d'élite mondiale, Porto Cervo, si cela una realtà ben diversa dal glamour e dall'esclusività che caratterizzanoo la perla della Costa Smeralda: una popolazione incontrollata di gatti randagi che continua a crescere senza che vengano adottate misure efficaci per contenerla e gestirla, nonostante siano state posizionate loro alcune cucce e aree per la distribuzione del cibo.
Un nostro sopralluogo, ripetuto nel tempo, ha documentato la presenza di oltre venti felini solo nei pressi della Marina di Porto Cervo, con ulteriori gruppi presso il vecchio eliporto, la piazza del Principe e diversi altri nuclei sparsi tra le aree parcheggio e le case.

Nonostante diversi esemplari presentino l'orecchio leggermente spuntato - segno di avvenuta sterilizzazione - molti altri non sono stati sottoposti ad alcun controllo riproduttivo. La situazione, particolarmente preoccupante in questo periodo dell'anno che coincide con la stagione degli accoppiamenti dei felini, rischia di degenerare ulteriormente nelle prossime settimane con nuovi arrivi di mici e micetti. 

Secondo le testimonianze "esiste un gruppo di volontarie che si occupa delle sterilizzazioni dei gatti e il Consorzio di Porto Cervo non è mai rimasto indifferente al problema randagi, anche finanziando gli interventi ai fini del contenimento delle loro riproduzioni".

Tuttavia, la situazione continua a peggiorare: un caso emblematico è quello di una gatta con diverse ferite in testa che necessiterebbe di essere urgentemente catturata per essere portata dal veterinario.  

Lo scorso 10 dicembre 2024, dalle pagine de La Nuova Sardegna era stato denunciato il rinvenimento di ben 8 gatti morti avvelenati all'interno dell'area condominiale Alba di Ruda, nonostante la "colonia" di gatti venisse seguita regolarmente dal 2007 da un'associazione di Santa Teresa. Accanto a tanta crudeltà va però segnalato anche il grande amore dei privati cittadini che si prendono cura dei gatti senza tanti clamori, portando cibo e acqua a proprie spese, ma anche curando i gatti quando c'è bisogno: uno di questi oggi è salvo e sterilizzato sebbene abbia dovuto subire l'amputazione di una zampa. 

In attesa che le autorità competenti, Comune di Arzachena e ASL veterinaria locale, prendano maggiormente a cuore il problema, i residenti segnalano che si tratta di una questione che richiederebbe un intervento meglio coordinato per affrontare questa emergenza. "Porto Cervo, simbolo internazionale di esclusività e bellezza, non può permettersi di trascurare questa problematica, soprattutto in vista dell'imminente stagione balneare. Le esperienze di altre località turistiche di prestigio dimostrano che è possibile gestire efficacemente le popolazioni feline, trasformando quello che oggi appare come un problema in un'opportunità per dimostrare sensibilità ambientale e attenzione al benessere animale, valori sempre più apprezzati dal turismo contemporaneo", così spiegano alcuni abitanti della zona concludendo: "È tempo che le istituzioni competenti, i cittadini e gli operatori turistici uniscano le forze per garantire un futuro migliore sia ai gatti di Porto Cervo che all'immagine di una delle più prestigiose destinazioni del Mediterraneo".

Va sottolineato che la gestione efficace di questa situazione richiederebbe l'intervento di persone particolarmente organizzate, poiché la cattura dei gatti selvatici necessita di pianificazione accurata e attrezzature specifiche. Sono indispensabili apposite gabbie-trappola, ma anche trappolini e trasportini per garantire sempre il benessere animale anche in operazioni così delicate.
Non si tratta solo di sterilizzazione, ma di un programma completo che includa medicazione con appositi farmaci antipulci, somministrazione di cibo almeno una volta al giorno e disponibilità costante di acqua fresca, perché solo un approccio integrato e professionale potrà risolvere in modo duraturo questa emergenza, rispettando sia le esigenze degli animali che quelle della comunità locale.