Monday, 25 November 2024
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Pubblicato il 13 July 2024 alle 17:00
Olbia. Non c’è pace per i genitori di Ivan Valente, il giovane di soli 27 anni che l'8 settembre del 2017 perse la vita in un terribile incidente stradale (leggi qui) all'incrocio per Suiles, accessibile tramite la rampa dell'omonimo bivio sotto il cavalcavia della SP 82, panoramica Olbia-Golfo Aranci (leggi qui). Ivan era a bordo di una Ford Fiesta quando, a seguito di un violentissimo scontro con una C Max che viaggiava sulla rampa in direzione Golfo Aranci, venne trascinato all'interno del proprio abitacolo per 28 metri. Un impatto violentissimo al seguito del quale il giovane, che si stava recando al lavoro presso un'agenzia immobiliare di Olbia, perse la vita sul colpo. Una dolorosissima perdita per i genitori del loro unico figlio, Nicolò Valente e Agostina Asara, che ancora lottano per vedere riconosciuti i diritti di quel giovane così prematuramente strappato alla vita.
Dopo una lunga ed articolata battaglia legale, nel 2021 il tribunale di Tempio Pausania ha emesso una sentenza: Paul Capelli, il conducente dell'altra auto coinvolta, è stato condannato a 2 anni e 9 mesi di reclusione e alla sospensione della patente per due anni. Conclusa la causa penale, è stata fissata la prima udienza della causa civile di risarcimento per il 24 luglio 2024. Una data importantissima, programmata in piena stagione turistica, per la quale sono stati già pagati i biglietti di andata e ritorno della nave e le camere di albergo per il padre Nicolò Valente e i suoi due avvocati, Francesco Di Pierro e Giovanni Stella, tutti residenti fuori dalla Sardegna.
Ieri, a soli 12 giorni dalla data di questa prima udienza, la notizia raggelante del suo rinvio. Il Tribunale di Tempio Pausania, sezione ordinaria civile, ha comunicato che, per esigenze del ruolo e considerando il periodo di distacco e di rientro dei magistrati, l’udienza è stata differita con una nuova data che per i genitori di Ivan Valente suona come una terribile beffa: “...dato atto che lo scrivente è altresì titolare di un ruolo di volontaria giurisdizione; P.Q.M. FISSA la novella udienza per la comparizione delle parti al 21 gennaio 2026, ore 11:00, rispetto alla quale decorrono i termini indicati dall'articolo 171 ter c.p.c.”, così si legge nel documento datato 12 luglio 2024. Una nuova terribile notizia che lascia i genitori di Ivan ancora una volta affranti, in attesa di giustizia per la tragica perdita del loro unico figlio.
Il padre di Ivan, Nicolò Valente, profondamente scosso da questa nuova beffa della giustizia non si dà pace:
"Sono trascorsi quasi 7 anni da quella terribile data. La dinamica dell’incidente e le responsabilità sono state abbondantemente acclarate nel corso della lunga causa penale che si è conclusa, tra mille difficoltà, nel 2021. Dopo lo scambio delle varie memorie difensive delle parti era stata fissata la data della prima udienza della causa civile il prossimo 24 luglio. Ieri, 12 luglio, alle ore 12 è arrivata la comunicazione dal Tribunale di Tempio Pausania che sposta di quasi due anni la data della nuova udienza", spiega il signor Nicolò mostrandoci il documento con le seguenti motivazioni: "...ritenuto che, per esigenze del ruolo, occorra differire l’udienza di comparizione, calendarizzata alla data del 24 LUGLIO 2024, anche in considerazione del c.d. periodo di distacco e di rientro (dal 15 al 25 luglio 2024, e dal 3 al 7 settembre 2024) durante il quale i magistrati sono in servizio e reperibili in caso di necessità, ed è prevista la trattazione dei procedimenti urgenti, mentre saranno sospese le attività non urgenti e non saranno svolte udienze ordinarie...".
Nicolò Valente sconfortato da questo nuovo impedimento spiega le sue perplessità per uno spostamento così repentino e all'ultimo momento: "Pensavo che la Riforma Cartabia avrebbe comunque accellerato questo processo civile che è stato rinviato con delle motivazioni che, a priori, escludono il voler dare finalmente giustizia a mio figlio, morto da vittima innocente nel 2017. Speravo che la prima udienza venisse spostata in tempi ragionevoli, ovvero 60, 90 o 120 giorni dalla data del procedimento fissato. Evidentemente non è urgente che venga data finalmente giustizia a mio figlio dopo che sono trascorsi quasi 7 anni dalla sua morte. Sono molto scosso e affranto. Mio figlio non è figlio di un dio minore".
Il padre di Ivan con il cuore in mano continua a raccontarci la sua nuova odissea giudiziaria: "Era tutto già organizzato. Gli avvocati, per essere presenti al tribunale di Tempio, hanno dovuto disdire tutti gli altri loro appuntamenti lavorativi nei loro rispettivi studi, per tutti i quattro giorni necessari per questo tipo di viaggio con soggiorno. Sono stato messo in seria difficoltà non solo perché il 24 luglio in Sardegna è una data che ricade in piena stagione turistica, ma anche per via dei costi della spesa del viaggio e del soggiorno che per noi, tra l’altro non residenti nell'Isola, non è di certo una vacanza. Non è stato neanche semplice trovare i biglietti di andata e ritorno dei traghetti, così come non è stata semplice la prenotazione degli alberghi che, in questo periodo di alto flusso turistico, difficilmente hanno a disposizione tre stanze per sole 2 notti infrasettimanali". Il signor Valente è un fiume in piena: "Una causa per la morte del proprio figlio che si protrae fino a quasi 9 anni. Un genitore come deve vivere questa nuova angosciante attesa? Farò il possibile affinché mio figlio abbia giustizia in tempi ragionevoli, senza che questa terribile sofferenza venga trascinata ancora per quasi due anni. Se è necessario scriverò al presidente della Repubblica Mattarella affinché vengano ascoltate le mie ragioni perché un Tribunale non può lavorare con questi tempi biblici".
Il giovane Ivan Valente nel giorno della sua laurea.
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