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Da Olbia a San Teodoro per il campo scuola: le parole di Don Andrea Raffatellu

I 50 anni del campo della Sacra Famiglia

Da Olbia a San Teodoro per il campo scuola: le parole di Don Andrea Raffatellu
Da Olbia a San Teodoro per il campo scuola: le parole di Don Andrea Raffatellu
Barbara Curreli

Pubblicato il 07 July 2024 alle 08:00

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Olbia-San Teodoro. Un campo scuola per coinvolgere i ragazzi e aiutarli nel percorso di crescita tra canti, giochi, momenti di riflessione e di preghiera. Ecco una delle tante definizioni che può essere data ai Campi scuola che la Parrocchia della Sacra Famiglia organizza da più di 50 anni. "Credo negli esseri umani" cantata con passione da 30 ragazzi e ragazze scalda i cuori di chi in questo progetto ci ha creduto e investito, a partire da uno dei suoi fondatori, Don Andrea Raffattellu. Più di 50 anni di campi scuola, dove il tema annuale della bellezza, grandezza e preziosità dell'essere umano risuonano ancora più forti in un'epoca in cui il disprezzo e la mancanza di dignità sono invece diffusi a macchia d'olio.
Ma le eccezioni creano la bellezza della speranza, e in una notte che le emozioni pare averle sepolte, ecco che arriva il faro di una realtà che negli anni ha scavato come la goccia nella roccia, creando un solco di emozioni e ricordi che si trasmettono, è il caso di dirlo, di padre in figlio.

Don Andrea Raffatellu, che sin da giovane ha creato spazi per i ragazzi e con loro e per loro si è impegnato, si ritrova ancora oggi attorniato da tantissimi giovani che con lui e la comunità parrocchiale della Sacra Famiglia hanno scelto di condividere delle giornate in cui si cresce tra sorrisi, preghiere, momenti di riflessione e tanta felicità, ma la felicità intesa nel senso più serio del termine. Chitarra sottobraccio, un plettro e un grande sorriso hanno fatto di lui un oratore capace di coinvolgere tante generazioni. "Bisogna stare insieme, essere felici, aiutarsi", auspica Don Andrea, che, -all'incontro con i genitori ha parlato della difficile età dell'adolescenza- I ragazzi vanno seguiti, ascoltati, è importante essere presenti, essere un punto di riferimento."
Questi campi scuola possono essere visiti come gocce nel mare, ma tante gocce fanno una parte del mare. Alcuni genitori ricordano con gioia e un gran sorriso le loro esperienze, sono passati quarant'anni per alcuni di loro, ma il ricordo e le emozioni sono vivide come se fossero recenti, "a quei tempi noi ragazzi eravamo seguiti da un giovanissimo Don Augusto e un ancor più giovane Don Andrea -racconta Giancarlo,- papà cinquantenne che ha cominciato i campi scuola sin da piccolo poiché i suoi genitori erano assistenti, ho conosciuto delle persone bellissime, con cui nel tempo, negli anni, ho instaurato e mantenuto dei rapporti, sono delle belle esperienze che ti permettono di divertirti, avere nuove amicizie e anche di incontrare Gesù con modalità differenti.

Anche Gisella ricorda tra le sue estati una incredibile caccia al tesoro in una San Teodoro ancora piccola e non gremita di turisti, tante amiche e le prime vacanze fuori casa, lontano dai genitori. Pierpaolo, ricorda le sue tante estati al "campeggio", tanti anni come ragazzo ospite e poi altrettanti come assistente impegnato a far divertire e formare altri giovani. Alice ricorda le compagne in versione Giulietta alla finestra che aspetta Romeo, l'incoscienza della gioventù in spiaggia, tante risate, la fila indiana per andare al mare o o alla cabina telefonica per chiamare la famiglia, la sveglia con lo stereo a tutto volume e le canzoni non proprio dell'ultima hit parade, ma soprattutto tanto divertimento, che ora ripete e rivede attraverso l'esperienza del figlio. In tutti resta l'indelebile ricordo di tanto divertimento, mare, ma anche momenti in cui si condividono esperienze di vita che restano lì, a creare le basi di una nuova generazione che ha saputo poi trasmettere questi valori, e allora di questi tempi, in cui tutto sembra perso, e senza valore ecco che arrivano loro, giovani esperti o matricole del Campo che tra abbracci ai vecchi compagni e alcuni sorrisi timidi, giocano e si divertono stando in una realtà in cui ci si dedica al prossimo, si sta con il prossimo, si rispettano le regole base della convivenza, perché la società non perda di vista questi valori, e la presenza dei genitori, catechisti e giovani volontari rende questa realtà ancora più preziosa, perché l'altruismo esiste ancora.