Wednesday, 11 December 2024

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Gallura, NCC in rivolta: "il decreto ci impedisce di lavorare"

I lavoratori contro il decreto Salvini: parte il ricorso anche nell’isola

Gallura, NCC in rivolta:
Gallura, NCC in rivolta:
Barbara Curreli

Pubblicato il 11 December 2024 alle 06:00

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Olbia. I lavoratori del comparto NCC scendono in strada per protestare contro la legge che entrerà in vigore dal 2 gennaio prossimo limitando di fatto il lavoro degli addetti del comparto.

Il palazzo della Regione a Cagliari riceverà giovedì 12, in mattinata, un corteo di almeno 100 mezzi provenienti da diverse parti dell'Isola, da Olbia partiranno 50 auto che dopo aver fatto un giro per le strade della città partiranno alla volta del capoluogo isolano.

Una protesta che vede uniti tutti gli addetti che dal prossimo gennaio dovranno ritrovarsi con una serie di norme restrittive sul loro lavoro che li porterà a non poter più lavorare.

Il comparto degli Ncc vede coinvolti più di mille dipendenti in Sardegna, e gli operatori muovono circa il 70% del traffico turistico isolano, in tutta Italia si ha un giro di 28.000 operatori.

Gli addetti si presenteranno a Cagliari per chiedere l'aiuto della Regione, la categoria si già attivata in virtù dei tempi ristretti poiché la nuova normativa entrerà in vigore a partire dal 2 gennaio e sicuramente penalizzerà il comparto. 

Giampaolo Occhioni, vicepresidente della Finc e presidente della Confartigianato Gallura sezione trasporti Ncc ci spiega: "Salvini il 16 di ottobre con un decreto interministeriale, senza alcuna votazione, ha reso più impegnativo e farraginoso il nostro lavoro, rendendoci paradossalmente impossibile lavorare, l'atto più grave resta che non è più possibile l'attività di committenza, ossia un servizio di intermediazione. Questo significa che tutti i noleggi che lavoravano con gli hotel, con i tour operator, con le agenzie di viaggio ora non possono più effettuare questo servizio, la stessa aviazione generale che qui in città da, appunto, tanto lavoro e fornisce tutta una serie di servizi integrativi non potrà più dare questo servizio perché non possono più essere utilizzati gli intermediari quindi si può passare soltanto per il canale privato."

Occhioni continua: "Dopo l'obbligatorietà del foglio elettronico non mancano tutta una serie di cavilli e postille, tra un servizio e il successivo deve esserci una pausa di 20 minuti, vanno utilizzate le diverse schede operative a seconda del punto di partenza del servizio, che si parta dalla rimessa, fuori dalla rimessa, o che vengano  fatti dei servizi a tempo, da non dimenticare l'obbligatorietà dell'iscrizione al Ren, il registro elettronico nazionale degli operatori di settore.  Non mancano sospetti di violazione della normativa sulla privacy perché vanno indicati tutti i dati dei trasportati, e non dimentichiamo il ritiro del libretto come minimo per 60 giorni per tutte le violazioni, anche quelle considerate più lievi, fosse anche la scritta NCC sbiadita sul veicolo."

È sempre lui a spiegare: "Il ricorso va presentato entro il 24 di dicembre e scenderemo in Regione per chiedere appunto l'aiuto delle istituzioni locali contro questa normativa restrittiva che in questo caso letteralmente darebbe il colpo di grazia a questo settore, - spiega Occhioni- si è già mossa la Calabria poi il Friuli e il Trentino e adesso toccherà alla Sardegna. L'Europa è andata contro Salvini perché dichiara che appunto così non c'è diritto di impresa e vengono violate le leggi contro l'inquinamento, vedi questo fermo che deve essere effettuato dai lavoratori tra un turno e l'altro, non manca dunque l'ulteriore stress lavorativo. Le nostre sono realtà differenti da quelle di altre categorie e viene spontaneo chiederci cosa succederà adesso a maggio quando si ricomincerà col comparto del tour operator? A questo punto si scenderà a Cagliari, si protesterà come stanno facendo le altre regioni, dovrebbero esserci circa un centinaio di aderenti. L'unica richiesta è quella di metterci nelle condizioni di lavorare perché diversamente si bloccherà l'intero comparto, la prossima estate non sarà possibile lavorare, proprio per questo si partirà da Olbia dal Molo Brin, e poi tutti incolonnati andremo a Cagliari, per richiedere il nostro diritto al lavoro."