Wednesday, 11 December 2024
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Pubblicato il 10 December 2024 alle 10:49
Bonorva. I Carabinieri della Compagnia di Bonorva (SS) hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania (SS) nei confronti di 29 soggetti poiché ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, frode in commercio aggravata e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari e falso ideologico nella redazione di documenti di trasporto e attestazioni vitivinicole.
L’indagine, avviata nel 2022 dai militari dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Bonorva e dai funzionari del Dipartimento dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) della Sardegna – Ufficio d’Area di Sassari, unitamente a personale del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Sassari, ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario a carico di 29 indagati, tra cui figurano produttori e commercianti di vino sardo, siciliano e pugliese, titolari di aziende di trasporti in Sardegna e nella penisola, proprietari di distillerie e tecnici dell’Organismo di Controllo dei vini DOC in Sardegna e ha riguardato la commercializzazione di vino comune etichettato come Cannonau di Sardegna DOC, Vermentino di Sardegna DOC e Vermentino di Gallura DOCG da parte di una cantina operante nel Nord Sardegna e nel territorio nazionale. In particolare è stato accertato che l’azienda vitivinicola sarda attestava giacenze di vino superiori a quelle reali, gonfiando le rese di uve prodotte per ettaro dei propri vigneti e/o simulando di acquistare da operatori sardi compiacenti uve e/o vino DOC e DOCG.
Successivamente, l’architettura della frode prevedeva l’acquisto di vini di scarsa qualità provenienti dalla Sicilia e dalla Puglia, che venivano trasferiti in Sardegna da una nota azienda specializzata nel trasporto di prodotti vitivinicoli, in cisterne sprovviste di documenti oppure accompagnate da dichiarazioni fittizie di parziale carico. Il vino comune proveniente dalla penisola, acquistato a basso prezzo, non veniva contabilizzato e veniva rivenduto, miscelato, come prodotto sardo DOC/DOCG sfuso all’ingrosso o imbottigliato, per un valore decisamente incrementato. Gli accertamenti esperiti presso le aziende vitivinicole in Sardegna, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia, unite ad approfondite verifiche di natura fiscale, hanno altresì permesso di appurare l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per circa 600.000 euro e l’indebita percezione di circa 441.000 euro derivante da elementi passivi fittizi indicati nella dichiarazione dei redditi. Nell’agosto 2023, i militari ponevano sotto sequestro conti correnti per un valore complessivo di 2,5 milioni di euro e 5.000 ettolitri di vino miscelato ancora in giacenza presso l’impianto di produzione a Olbia, per un valore commerciale stimato in oltre 1,5 milioni di euro. L’operazione di polizia diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania ha così permesso di sottrarre dal mercato un’elevata quantità di vino di qualità non conforme a quella prevista dal disciplinare per la produzione di Cannonau e Vermentino DOC/DOCG, intervenendo in maniera decisa nel contrasto ad una attività illecita che, oltre a produrre ingenti profitti, aveva creato pericolosi scompensi nel mercato vitivinicolo con particolare riguardo ai piccoli produttori, traendo in inganno i consumatori convinti di acquistare prodotti certificati.
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