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Olbia, Mare e Rocce tra erosione e bellezza

La storica spiaggia degli olbiesi

Olbia, Mare e Rocce tra erosione e bellezza
Olbia, Mare e Rocce tra erosione e bellezza
Angela Galiberti

Pubblicato il 12 March 2021 alle 06:00

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Olbia. Il mare d'inverno ha il suo fascino: non è proprio un luogo comune, specialmente se parliamo del mare gallurese così ricco di colori e sfumature anche durante la stagione invernale. In questo periodo, i nostri arenili si "riposano" dopo essere stati presi d'assalto dai turisti e non sempre il loro stato di salute è dei migliori. Da tempo, l'attenzione per l'ambiente ci fa riconsiderare l'uso che facciamo della natura e da tempo, in Sardegna, si sta facendo largo il problema dell'erosione delle spiagge e del carico antropico. Mare e Rocce, nel lido di Pittulongu a Olbia, è una delle spiagge più amate dagli olbiesi: è una piccola caletta di sabbia finissima e bianchissima bagnata da un mare cristallino color acqua marina. Su di essa scorre anche un piccolo torrente ed è da sempre sinonimo di estate, di famiglie olbiesi e di architetture storiche (e bellissime) realizzate quando ancora si poteva costruire quasi sulla sabbia. Purtroppo anche Mare e Rocce non se la passa benissimo: in questi giorni è al centro dell'attenzione per i lavori di riposizionamento della posidonia, la cui presenza è fondamentale per la tenuta delle spiagge. Le famose banquette di questo vegetale (che è una pianta e non un'alga) contribuiscono alla salvezza della sabbia e dell'ecosistema che in essa si genera. Nel corso dei decenni, purtroppo, Mare e Rocce si è ristretta: la sabbia bianca, seppur presente, è sempre meno rispetto al passato. I motivi non sono noti: potrebbe essere causato un diverso equilibrio delle correnti marine, dal carico antropico oppure dal togliere/rimettere la posidonia (anche se, a onor del vero, da tempo si usa un macchinario che ha il pregio di setacciare la posidonia e salvare la sabbia). C'è un punto della spiaggia dove si nota maggiormente questa erosione: è in via della Spiaggia, proprio al confine tra la strada e l'arenile. Qua si trova un tombino che prima era quasi completamente coperto di sabbia e terra. Dal 2011 al 2021 le cose sono decisamente cambiate: il materiale che lo circondava sta lentamente sparendo, il cemento di copertura ha ceduto e ora si vede la "scatola" che racchiude l'infrastruttura del sottoservizio.