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Olbia, omicidio di via Petta: la Corte d’Assise conferma il massimo della pena

La Corte d’Assise di Sassari ha depositato le motivazioni della sentenza. L’omicidio di Antonio Cozzolino fu compiuto con spietatezza.

Olbia, omicidio di via Petta: la Corte d’Assise conferma il massimo della pena
Olbia, omicidio di via Petta: la Corte d’Assise conferma il massimo della pena
Olbia.it

Pubblicato il 06 February 2025 alle 08:47

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Olbia. La giustizia ha parlato con chiarezza: Davide Iannelli è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Antonio Cozzolino, avvenuto a Olbia l’11 marzo 2022. Le motivazioni della sentenza, depositate dalla Corte d’Assise di Sassari il 5 novembre 2024, mettono in luce la crudeltà dell’azione e le menzogne dell’imputato, che ha cercato fino all’ultimo di modificare la ricostruzione dei fatti.

Come riportato da La Nuova Sardegna, la Corte ha stabilito che Iannelli avrebbe cosparso Cozzolino di benzina e gli ha dato fuoco con un accendino, mirando direttamente al volto della vittima. Le ustioni, estese e profonde, hanno coinvolto anche le vie respiratorie e sono state la causa del decesso avvenuto nove giorni dopo in ospedale. I giudici hanno evidenziato la spietatezza dell’omicidio, rifiutando la tesi della difesa, che parlava di legittima difesa o di un tragico incidente.

Il collegio presieduto da Massimo Zaniboni ha ritenuto determinanti i filmati delle telecamere di sicurezza dello stabile in via Petta, che hanno smentito la versione dell’imputato. Le immagini, definite “dal contenuto inequivocabile”, avrebbero mostrato come Cozzolino abbia tentato di scappare, inciampando, mentre Iannelli lo raggiungeva per dargli fuoco.

Anche l’Unione Sarda sottolinea come la Corte abbia riconosciuto l’aggravante della crudeltà. Iannelli, infatti, non si è limitato ad appiccare le fiamme, ma ha guardato Cozzolino bruciare senza fare nulla per aiutarlo, allontanandosi dal luogo del delitto. Un atteggiamento che ha pesato nella decisione della Corte d’Assise, che ha inflitto il massimo della pena.

La sentenza ha escluso, invece, la premeditazione e le sevizie, accogliendo solo in parte la ricostruzione dell’accusa rappresentata dai magistrati Claudia Manconi e Gregorio Capasso. La premeditazione è stata scartata perché l’acquisto della benzina, avvenuto poche ore prima, non è stato considerato una prova sufficiente di un piano studiato a lungo termine.

Nel corso del processo, Iannelli ha fornito più versioni dei fatti, tentando di accreditare la tesi della legittima difesa. Come riportato da La Nuova Sardegna, aveva raccontato di essere stato inseguito da Cozzolino, che lo avrebbe minacciato e aggredito prima di aprire lo sportello della sua auto, provocando accidentalmente l’incendio. Tuttavia, i video smentiscono categoricamente questa versione.

La Corte ha definito “fantasiosa” anche la dichiarazione rilasciata da Iannelli alla compagna Rosa Bechere durante un colloquio in carcere. Secondo la testimonianza dell’imputato, la benzina sarebbe “saltata” in modo accidentale, dando fuoco a Cozzolino senza un’azione diretta. Anche questa ipotesi sarebbe stata demolita dalle immagini e dalle prove raccolte dagli inquirenti.

L’omicidio di via Petta ha lasciato una profonda ferita nella comunità olbiese. I cattivi rapporti tra i due vicini pare fossero noti, ma nulla faceva presagire un epilogo così drammatico. La sentenza della Corte d’Assise di Sassari ha messo la parola fine al processo di primo grado, ma la difesa di Iannelli, rappresentata dagli avvocati Cristina e Abele Cherchi, avrebbe già annunciato ricorso in appello.

Nel frattempo, la città resta scossa dal ricordo di un delitto compiuto con efferatezza, un caso che ha suscitato sgomento e indignazione.