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Arzachena: scoperto enorme deposito di monete antiche

La straordinaria scoperta

Arzachena: scoperto enorme deposito di monete antiche
Arzachena: scoperto enorme deposito di monete antiche
Olbia.it

Pubblicato il 05 November 2023 alle 12:00

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Arzachena. Un incredibile deposito di monete follis risalenti alla prima metà del IV secolo d.C. è stato recentemente scoperto da archeologi subacquei lungo la costa nord-orientale della Sardegna, nel mare di Arzachena.

Questa straordinaria scoperta è stata annunciata dal Ministero della Cultura ed è destinata a lasciare un segno significativo nella storia numismatica. Le monete follis, introdotte circa nel 294 d.C. come parte della riforma monetaria di Diocleziano, sono state il principale oggetto di questa scoperta eccezionale. Stime preliminari basate sul peso totale delle monete suggeriscono che il numero di questi grandi pezzi di bronzo potrebbe variare tra 30.000 e 50.000 esemplari. Questo ritrovamento riveste un'enorme importanza storica e numismatica. Oltre alle monete, durante le operazioni di recupero sono state individuate anche pareti di anfore, alcune di produzione africana e altre di produzione orientale.

Questo dettaglio fornisce ulteriori indizi sulla portata commerciale e culturale di quest'area in epoca romana. La scoperta è avvenuta grazie a un privato cittadino che, durante un'immersione, ha notato dei resti metallici poco distanti dalla costa. Subito dopo, il Nucleo archeologico subacqueo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari e Nuoro, insieme ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sardegna e del Nucleo Carabinieri Subacquei della Sardegna, ha condotto una prima ricognizione sul luogo. Questa operazione ha visto la collaborazione di diversi enti e forze dell'ordine, tra cui il Nucleo Sommozzatori dei Carabinieri di Cagliari, il Corpo dei Vigili del Fuoco di Sassari, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza e le Capitanerie di Porto. Durante le immersioni subacquee, è emersa l'esistenza di due macro-aree in cui le monete follis erano sparse su un ampio spiazzo di sabbia, situato tra la spiaggia e la posidonia marina. Quest'ultima, grazie alla sua posizione e alla morfologia del fondale, potrebbe custodire ulteriori resti di un relitto, aprendo la possibilità di ulteriori scoperte archeologiche.

Le monete recuperate si trovano in uno straordinario stato di conservazione, con solo quattro pezzi danneggiati ma ancora leggibili. Questo ritrovamento offre una finestra temporale compresa tra il 324 d.C. (monetazione di Licinio) e il 340 d.C., come confermato dalla presenza di monete di Costantino il Grande e di altri membri della famiglia imperiale in veste di cesari. La mancanza di centenionales, coniati a partire dal 346 d.C., contribuisce a stabilire questo periodo cronologico. Le monete provengono da quasi tutte le zecche dell'Impero Romano attive in quel periodo, fatta eccezione per Antiochia, Alessandria e Cartagine. Il futuro di queste monete e dei materiali correlati prevede operazioni di restauro e conservazione che permetteranno di approfondire la conoscenza del contesto in cui sono stati rinvenuti. Questa scoperta rappresenta un importante passo avanti nella comprensione della storia della Sardegna e dell'Impero Romano.

Il Direttore generale ABAP, Luigi La Rocca, ha sottolineato l'importanza di questa scoperta, definendola "una delle più importanti scoperte di reperti numismatici degli ultimi anni". Ha anche evidenziato la ricchezza e l'importanza del patrimonio archeologico sommerso nei mari, sottolineando la necessità di proteggere questi tesori fragili da minacce naturali e umane. Il Ministero della Cultura ha sviluppato metodologie e tecniche di recupero e conservazione, nonché strategie di valorizzazione innovative per garantire la preservazione di questo straordinario patrimonio.