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Olbia, finali World Boccia Challenger: il racconto della serata

L’eccellenza dei campioni tra le bocce, le emozioni e la professionalità

Olbia, finali World Boccia Challenger: il racconto della serata
Olbia, finali World Boccia Challenger: il racconto della serata
Barbara Curreli

Pubblicato il 06 October 2024 alle 06:00

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Olbia. Si è conclusa con le finali e le relative premiazioni la parte individuale del World Boccia challenger, il campionato di boccia tenutosi al Geopalace fino a venerdì, nel fine settimana è stata la volta del campionato a squadre.

Uno sport con una lunga storia che dimostra ancora una volta la sua inclusività, essendo adatto e aperto a tutti, e questo campionato porta in pista ragazzi e ragazze con importanti disabilità, ma che, sul campo sono campioni a tutto tondo.  

La prima cosa che ti colpisce superando le porte del GeoPalace è sicuramente il silenzio, un silenzio che ti richiama a quegli ambienti come i templi greci o egiziani, un silenzio che al contempo ti incuriosisce e ti rapisce, che prima di tutta è una forma di rispetto per gli atleti, per i loro accompagnatori, ma anche per una disciplina che è tutta da scoprire, perché assistere al Mondiale di Boccia Challenger è un'esperienza unica che ti coinvolge ma al contempo ti colpisce come una palla da cannone e ti fa capire e riflettere ulteriormente su come le forme di disabilità, quelle anche che potremmo definire le più gravi, non sono un limite, perché il limite resta veramente solo nella nostra testa.

Passare alcune ore in compagnia di questi atleti, di questi ragazzi, che ai miei occhi hanno tanto da insegnarci, ha significato provare a vedere tutte le cose con una prospettiva diversa, perché quando un ragazzo con la carrozzina prende in mano quella pallina e riesce a fare dei tiri che colpiscono il boccino con una precisione degna di un tiratore scelto, sicuramente, a parte sentirmi una schiappa, mi rendo conto che in questo caso si va letteralmente oltre tutte le barriere. Sei gare in contemporanea sulle sei aree organizzate sul campo del Geopalace, tanta concentrazione e le bocce che rotolano sul tappeto con maestria e destrezza. 

I tiri di Gabriele Zendron e Giuseppe Rollo, per citare alcuni campioni nostrani, hanno catturato l'attenzione dei presenti e scatenato momenti di tifo molto sentiti e partecipati, bocce rosse e blu personalizzate, per tutti stessa misura, realizzate artigianalmente e sottoposte a controlli e cure degne degli oggetti preziosi, queste bocce però hanno consistenze diverse per agevolare anche i tiri, tendo anche presente che alcune categorie giocano con le mani e altre con i piedi, oltre alla rampe.

C'è un lavoro, un impegno, una dedizione veramente incredibile e sentire le loro storie ti fa capire come spesso non ci sia un limite e l'impossibile diventa possibile. Questi atleti sono seguiti dalle loro famiglie e dalle associazioni e la cosa che più mi ha colpito è stata sicuramente una delle quattro categorie in gara, la BC3, quella degli atleti con la forma di disabilità più grave, quando sono arrivata ho sentito parlare di queste rampe e mille punti interrogativi hanno affollato la mia mente immaginandomi proprio le diverse forme che potessero avere queste rampe e come fossero costruite.

In realtà queste rampe sono degli strumenti capaci di aiutare questi ragazzi con le forme di disabilità più importanti per fargli svolgere questo sport nel miglior modo possibile, queste rampe altro non sono che degli scivoli, se così erroneamente li vogliamo chiamare, fatti di diversi materiali, alcuni pezzi possono essere in legno, altri in in acciaio, altri in resina ed esistono delle ulteriori piccole lingue di gomma che possono essere aggiunte, ognuna di queste rampe è studiata appositamente secondo quelle che sono le esigenze e l'indicazione degli Atleti stessi, perché come dicevano gli stessi accompagnatori in campo sono loro a comandare.

Raccontare queste emozioni forse potrebbe apparire come un modo per trovare like o un applauso collettivo, ma, in realtà l'applauso lo meritano questi ragazzi che, ripeto, in qualche ora sono riusciti a capovolgere tutta una serie di credenze perché quando sentiamo parlare di malattie invalidanti gravi e degenerative come la sclerosi multipla e altre similari, pensiamo subito che questi ragazzi non possano in nessun modo svolgere alcun tipo di attività.

In realtà la boccia ha dimostrato ancora una volta di essere uno sport inclusivo per tutti e che non ha limiti o barriere, ognuno dei ragazzi e delle ragazze presenti appartenenti ad una delle 17 squadre in gara ha portato con sé entusiasmo, concentrazione e determinazione, e assistere al lancio delle bocce rosse e blu che si alternavano sul campo, che si spostavano per il genio, la bravura e il calcolo dell'avversario, sicuramente ha fornito dei momenti di vero spettacolo agonistico. I ragazzi sono molto sportivi, al di là dei momenti di concentrazione, sono molto rispettosi dell'avversario e questo sicuramente è uno spunto che dovrebbe farci riflettere, che dovrebbe essere la norma un po' in tutti gli sport, la loro esultazione e i loro sorrisi sicuramente erano la degna conclusione di ogni sfida che portava ad un match con quattro partite.

Le gare a cui abbiamo assistito erano le finali delle gare individuali mentre nelle giornata di sabato e domenica si stanno svolgendo le gare delle squadre, dove, appunto, hanno partecipato in rappresentanza delle diverse Nazioni le coppie, ogni squadra è composta da un ragazzo e una ragazza.

Lo staff e l'associazione presenti sono stati incredibili sotto tutti i punti di vista, ad impreziosire l'evento anche la presenza dei ragazzi, degli studenti del liceo Gramsci di Olbia, che, se possibile, ha dato un ulteriore merito alla manifestazione che nell'ambito proprio del tema degli inclusività ha dimostrato che anche i giovani adolescenti, in questo caso parliamo dei ragazzi del triennio della scuola superiore, sono stati capaci di essere presenti, attenti e mai invadenti, rispettosi di questa realtà che possiamo ben capire dalle loro parole quanto li ha coinvolti.

"Assolutamente, Sicuramente siamo intenzionati a ripetere questa esperienza, vedere questi ragazzi e la loro grande forza di volontà è stato incredibile," - fa sapere il gruppo di adolescenti che si distingue con la maglietta verde lime, uno status di assistenti che li rende molto orgogliosi e responsabili, c'è chi fa l'assistente ai cronometri, chi è assistente agli spostamenti, all'antidoping oppure fa il guardalinee. Dopo un'ora e mezza di gare intense si è passati poi alla preparazione dell'area per le Premiazioni, e assistere a un semicerchio di atleti e famiglie con al seguito varie bandiere e colori, che aspettavano i vincitori per celebrarli con la consegna delle Medaglie e l'ascolto degli inni sono stati dei momenti molto emozionanti e intensi, sicuramente molto partecipati e sentiti, perché ancora una volta lo sport unisce, supera le barriere, i confini geografici e aiuta a superare prove e difficoltà anche nelle malattie.