Friday, 20 December 2024
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Pubblicato il 20 December 2024 alle 07:00
Olbia. Viaggio odissea Olbia-Sassari andata e ritorno: è quello che un cittadino di Olbia ha vissuto in treno lo scorso mercoledì 11 dicembre. Secondo quanto riferito alla nostra redazione, per C. A., giovane olbiese di 34 anni che convive con gravi patologie neurologiche, quello che era già un viaggio complicato si è trasformato in una vera odissea.
La tratta Olbia-Chilivani, attualmente servita da pullman sostitutivi a causa di lavori in corso sulla linea ferroviaria, rappresentava solo l'inizio delle difficoltà che lo avrebbero atteso nel tentativo di raggiungere Sassari per le sue cure necessarie.
La vicenda assume contorni ancora più preoccupanti alla luce di un'apparente incongruenza nelle informazioni ufficiali: mentre il sito di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) segnalava come inaccessibili i binari 2 e 3 per lavori in corso, il passeggero avrebbe trovato inutilizzabile l'ascensore del binario 4, una discrepanza che solleverebbe interrogativi sul sistema di comunicazione delle criticità.
"Gli ascensori erano completamente fuori servizio; l'accesso era anche sbarrato da tavole di legno", ha dichiarato il passeggero, descrivendo la sua esperienza. La sua condizione di salute, caratterizzata da una serie di patologie, rende ogni gradino potenzialmente pericoloso.
"Ogni passo sulle scale è una sfida che mette a rischio la mia incolumità", ha aggiunto, raccontando il suo tentativo di superare le tre rampe di scale che separavano i binari.
Particolarmente significativa sarebbe stata, secondo quanto riferito, l'assenza di qualsiasi cartellonistica o avviso in stazione che segnalasse il disservizio. Nonostante il sito web di RFI offra un servizio di monitoraggio dello stato degli ascensori, non può essere considerato responsabilità del passeggero verificare preventivamente online la funzionalità delle strutture, soprattutto in assenza di adeguata segnaletica sul posto.
"Benché io cerchi, per quanto possibile, di camminare e fossi già accompagnato da una persona, ho dovuto chiedere aiuto ad altri passeggeri per non cadere dalle scale e perdere quel treno che mi avrebbe portato a Sassari per ritirare dei farmaci di vitale importanza", ha continuato nella sua testimonianza.
Stando al racconto, la situazione si sarebbe ripetuta nel viaggio di ritorno: il treno delle 11:24, già in ritardo sulla tabella di marcia, avrebbe costretto il passeggero a ripetere lo stesso percorso, questa volta con le forze già provate dal viaggio di andata e dal tragitto nelle strutture sanitarie.
L'episodio solleva interrogativi non solo sulla gestione delle infrastrutture, ma anche sul diritto alla mobilità delle persone con disabilità in Sardegna. In una regione dove il trasporto ferroviario rappresenta spesso l'unica opzione per raggiungere i centri sanitari, la garanzia di accessibilità e una comunicazione tempestiva diventano elementi imprescindibili del servizio.
Il quadro normativo è chiaro: l'articolo 16 della Costituzione italiana sancisce il diritto alla mobilità come libertà fondamentale, mentre il Regolamento UE 1371/2007 definisce specifici diritti per i passeggeri a mobilità ridotta. La vicenda di Chilivani suggerisce, però, che tra la teoria delle normative e la pratica quotidiana esista ancora un divario significativo. Un sistema, per essere davvero al servizio dei cittadini, dovrebbe garantire non solo l'accessibilità fisica degli spazi, ma anche la possibilità di pianificare i propri spostamenti sulla base di informazioni accurate e aggiornate.
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