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Olbia, Rug Forest racconta i tappeti sardi tra tradizione e innovazione

La Famiglia Urru De Melas si racconta tra trame, tessuti, arredamento e natura

Olbia, Rug Forest racconta i tappeti sardi tra tradizione e innovazione
Olbia, Rug Forest racconta i tappeti sardi tra tradizione e innovazione
Barbara Curreli

Pubblicato il 21 September 2024 alle 18:00

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Olbia. Rug forest racconta la storia del tappeto sardo tra tradizione e innovazione, una storia lunga 60 anni, una mostra che fino al 29 settembre porta in città l'arte del telaio che tesse filati, tessuti, colori e sogni. La mostra è visitabile presso gli spazi dell'ex Audi, in viale Costa Smeralda al km 1, ogni giorno dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 19. 

Scoprirete una storia in cui partendo dalle mani delicate ed esperte della signora Mariantonia Urru si attraversa mezzo secolo per arrivare alle visioni innovative, vincenti e cosmopolite del sognatore Giuseppe De Melas, per la sua mamma Pino, il secondogenito ingegnere che ha progettato e realizzato questa mostra in collaborazione con Maurizio Usai.

Qui il tappeto si racconta attraverso forme, disegni, colori e trame immersi tra la macchia mediterranea, culla dei telai in cui sapienti mani guidate dalla signora Urru creano e realizzano idee che arrivano in ogni angolo del mondo per abbellire e impreziosire le sale moderne, tanti show room ma anche ville storiche che hanno ospitato balli suntuosi e discese su scalinate di marmo imponenti. 

"Mi piace molto collaborare con questi artisti, che hanno tanta fantasia, idee diverse, vengono realizzati i tappeti tradizionali, ma ci sono anche versioni più moderne, e mentre racconta colori e disegni presenta dei tappeti nati dall'idea di un architetto cileno che vive a Cagliari da 15 anni, tappeti che sono utilizzati per arredare le suite degli alberghi, ed entrando nel tecnico, la signora Urru, con la passione che la contraddistingue, racconta e spiega anche qualche dato tecnico, relativo alle larghezze dei tappeti, si parte dai 70 cm per arrivare fino 320 cm, mentre la lunghezza viene scelta dal cliente. 

Nel raccontare l'evoluzione della sua attività la signora Urru  confida: "credevo che la mia attività si sarebbe interrotta con me, avendo 4 figli maschi che hanno studiato ingegneria, invece loro, una volta laureati hanno voluto continuare, il mio lavoro prosegue, e viene portato avanti in maniera diversa, grazie a tutte queste collaborazioni, il laboratorio è a Samugheo, dove vivono anche i miei tre figli che si occupano rispettivamente di amministrazione, produzione e marketing, mentre il quarto lavora a Cagliari.

"Da Samugheo i tappeti vengono spediti in tutto il mondo, abbiamo anche delle collaborazioni con delle attività imprenditoriali note in tutto il mondo, abbellendo le sale dei tanti negozi. Io da sola non sarei riuscita a fare tutto questo, ora loro diventano braccia e mente e io supervisiono."

La storia di questo amore per trame e tessuti prende il via a 14 anni, quando sig.ra Mariantonia cominciò a tessere il suo corredo e il telaio diventò un amico fidato, lei aveva la passione e la pazienza, poi i suoi figli, i 3 ingegneri dopo la laurea si sono occupati delle ristrutturazione del laboratorio, concepito con realtà maggiormente all'avanguardia. "Mi diverto tanto, grazie a loro conosco nuove realtà e tante persone," e tra i tanti tappeti che raccontano la loro storia arriva anche la citazione del tappeto presente al museo Nivola, che rappresenta un simbolo dell'Isola, il pozzo di Santa Cristina. 

La mostra prende spunto a seguito della collaborazione del figlio Giuseppe con Maurizio Usai, incontratisi durante le operazioni di realizzazione e arrendamento di una struttura alberghiera a Cagliari. 

Giuseppe De Melas racconta il suo percorso partendo proprio dagli studi universitari: "senza gli studi non avrei avuto la possibilità, non avrei avuto gli strumenti per poter gestire certe situazioni e per pensarle, qui c'è molta progettazione, conoscenza dei materiali, capacità di superare gli ostacoli, studi e determinazione negli esami universitari sono stati una valida palestra, fare impresa significa anche risolvere problemi, spesso trasformare i problemi in opportunità, a me piace fare questo lavoro divertendomi."

Mi diverto nonostante gli sforzi e le fatiche, - prosegue Giuseppe De Melas- ho la possibilità di creare, a me piace molto la progettazione, anche quella architettonica, e questo è un modo per creare spazi, oggetti, ma anche sogni, perché penso che queste esperienze possano cambiare la mente delle persone, un tappeto può cambiare l'aspetto di una casa, circondarsi di oggetti belli consente di vivere meglio gli spazi, l'artigianato così esce dagli schemi classici, viene innovato, bisogna confrontarsi con il mondo, a livello di tecnica, materiali e creatività, rispettando certo l'eredità ricevuta, ma- conclude - l'evoluzione e l'innovazione è sempre stata presente nella nostra famiglia."