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Sardegna: esce il nuovo libro di Franco Camba “Il mandorlo. Mito, religione, arte, tradizioni”

Una guida tra cultura, simbolismo e mitologia per riscoprire l’essenza dell’uomo

Sardegna: esce il nuovo libro di Franco Camba “Il mandorlo. Mito, religione, arte, tradizioni”
Sardegna: esce il nuovo libro di Franco Camba “Il mandorlo. Mito, religione, arte, tradizioni”
Ilaria Del Giudice

Pubblicato il 22 December 2024 alle 07:00

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Sardegna. I fiori del mandorlo sono tra i primi a sbocciare in primavera ma, al tempo stesso, anche i primi a sfiorire. Simboleggiano di conseguenza, da una parte la speranza e il ritorno alla vita della natura, dall’altra, la delicatezza e la fragilità. Così come il suo albero, anche il frutto, la mandorla, è dalla notte dei tempi musa ispiratrice di miti e leggende, che ha lasciato traccia anche nelle religioni, nell’arte e nelle tradizioni culturali. Il fascino di tale simbolismo sta alla base della ricerca di Franco Camba che, dopo aver esplorato miti, racconti biblici, tradizioni talmudiche, islamiche e orientali legate al mandorlo e al suo seme, ha deciso di raccoglierli in un volume. Il libro nato dalla sua passione per la storia porta il titolo “Il mandorlo. Mito, religione, arte, tradizioni”. 

L’autore, in questo testo, guida il lettore alla scoperta dell’iconografia della mandorla, la cui figura non solo compare nell’arte romanica, gotica e del primo Rinascimento, ma risulta anche protagonista nella comunicazione pubblicitaria contemporanea. Il suo intento? Quello di presentare la mandorla come un seme non solo gustoso per il palato, ma anche ricco di significati mitologici, religiosi, artistici e culturali. Un tesoro prezioso, insomma, dai molteplici significati che, a suo parere, merita di essere custodito, protetto e tramandato dall’uomo di oggi alla pari di quello di ieri che viveva di simbolismo l’intera esistenza. 

Franco Camba ha studiato Scienze Religiose, Teologia e Bioetica presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma, l’Università degli Studi di Urbino, la Facoltà di Teologia di Lugano e l’Università Pontificia Regina Apostolorum di Roma. Già docente nelle scuole statali secondarie, formatore e direttore nel Sistema regionale della Formazione professionale, attualmente insegna nel corso di Laurea magistrale in Scienze Religiose presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Sassari/Tempio-Ampurias, collegato alla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna. Pubblicista, è iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Sardegna. Il suo interesse per “l’uomo religioso di tutti i tempi” emerge da ogni pagina di questo libro, che potrebbe essere definito un vero elogio alla straordinarietà della natura, sempre capace di meravigliare e di offrire infiniti spunti di riflessione e di introspezione per navigare il mistero dell’umanità, anche a partire da un piccolo seme, apparentemente insignificante, come potrebbe essere quello del mandorlo. 

Spiega l’autore: “La mandorla, figura simbolica e geometrica, rappresenta la trascendenza della dualità (positivo e negativo, yin e yang) per raggiungere l'unità. Simboleggia il mistero che si svela rompendo un guscio, come il seme del mandorlo, associato alla creazione e alla mediazione tra dimensioni opposte: celato e manifesto, interiore ed esteriore, spirituale e materiale. Nella tradizione ebraica, il mandorlo è legato al luz, il nucleo indistruttibile dell'essere umano, e alla città di Luz, connessa al patriarca Giacobbe. Nel cristianesimo, la "mandorla mistica" rappresenta Cristo, vero Dio e vero Uomo. Iconograficamente, Cristo è spesso raffigurato in una forma ovoidale nelle chiese romaniche e gotiche, a richiamare questo simbolo. Il mandorlo, primo albero a fiorire in primavera, simboleggia il rinnovamento, la rinascita e la resurrezione, mentre il suo seme incarna il divino nascosto nell'essere umano, la luce e il cuore dell'esistenza. In conclusione, il mandorlo e il suo seme, rappresentati simbolicamente dalla mandorla, racchiudono una ricca e complessa sapienza simbolica dalle radici antiche e universali. Non solo un frutto gustoso, la mandorla emerge come un prezioso patrimonio mitologico, religioso, artistico e culturale. L'intento è quello di riscoprirla e valorizzarla come un simbolo significativo da conoscere, custodire e tramandare per il suo profondo valore spirituale e culturale”. 

Si legge da una pagina del libro, a proposito dell’origine del mandorlo in un mito greco: “Un’origine romantica del mandorlo è narrata nel mito greco di Fillide, una principessa della Tracia. Fillide incontrò Acamante, giovane eroe greco figlio di Fedra e Teseo, che fece tappa nel regno del padre di lei, Sitone, durante il viaggio verso Troia con l’esercito acheo. I due si innamorarono profondamente, ma Acamante fu costretto a partire per partecipare alla guerra di Troia. Per dieci lunghi anni, Fillide attese con ansia il ritorno del suo amato, ma nessuna nave vittoriosa giunse a portare notizie. Convinta che Acamante fosse morto in battaglia, la principessa si lasciò consumare dal dolore fino a morire in un luogo chiamato Enneodo, ovvero "le Nove Strade". La dea Atena, commossa dalla tragica storia d’amore, trasformò Fillide in un albero di mandorlo, spoglio e sterile, come simbolo della sua sofferenza. Acamante, che in realtà era sopravvissuto alla guerra, tornò in Tracia per cercare Fillide. Quando apprese della sua morte e della trasformazione in mandorlo, si recò presso l’albero per piangere la sua amata. In un gesto di struggente dolore, abbracciò il mandorlo con tutte le sue forze, esprimendo l’intensità del suo amore. Colpito da quell’abbraccio, il mandorlo/Fillide rispose con un miracolo: dai suoi rami spogli sbocciò una cascata di fiori rosati, a simboleggiare il ricambio del sentimento e la forza della vita. Da allora, ogni primavera, l’abbraccio di Acamante rivive nella fioritura del mandorlo, che rappresenta la rinascita, la rigogliosità e la vittoria della vita sulla morte”.