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Pubblicato il 05 August 2024 alle 05:00
Calcio e scommesse sono una combinazione da sempre di successo in Italia, anche se a partire dal 2018 questo equilibrio è stato bruscamente frenato. Il motivo? L’entrata in vigore del Decreto Dignità che ha vincolato severamente la situazione delle sponsorizzazioni tra bookmakers e calcio. Prima di quell’anno infatti i bookmaker e brand di casinò online potevano avviare degli accordi sponsor con diverse squadre di calcio. Ma da quel momento è arrivato il divieto di pubblicità, in ogni forma, per il gioco d’azzardo. E così, sono venuti a mancare per anni importanti finanziamenti per i team più celebri di Serie A.
Mentre al di fuori dei confini nazionali continuano gli accordi tra le parti, in particolare tra siti per scommesse online senza AAMS e le squadre di Premier o Liga, l’Italia è rimasta a guardare, almeno fino a poco tempo fa! E oggi, che cosa è cambiato e qual è la situazione?
Fino a poco tempo fa la situazione italiana era piuttosto complessa e le polemiche da parte del settore calcistico non sono mancate. Non a caso, ancora oggi, esiste una discussione piuttosto accesa tra regolamentazione, tutela dei giocatori e la necessità di finanziamenti per i club sportivi. Ma intanto diversi team italiani hanno trovato un modo per stipulare contratti con brand famosi all’interno del mondo del gambling, ma in che modo? Affidandosi alle nicchie di intrattenimento sportivo, senza andare a toccare quindi i riferimenti al gioco d’azzardo. Ed è così che il cripto casino TG.Casino è diventato sponsor europeo del Milan, partendo da una piattaforma informativa che attira gli appassionati di gambling e trader di criptovalute.
E ancora la Roma, che ha annunciato l’accordo con StarCasinò Sport, partner per la categoria Infotainment. Da notare che questo scambio permetterà ai tifosi romanisti di accedere a contenuti esclusivi riguardanti i giallorossi, come interviste e contest.
Infine si arriva all’Inter, che ha trovato l’accordo con Betsson, in veste di sito di intrattenimento sportivo. Dopo il via libera da parte dell’Agcom, i nerazzurri sono pronti ad avviare un accordo di 5 anni da 30 milioni a stagione.
Come abbiamo visto il Decreto Dignità ha posto quindi un divieto di sponsorizzazione per i giochi a distanza (e fisici) con vincite in denaro. Oltre ovviamente a limitare drasticamente le promozioni pubblicitarie. Questo ha portato, nel periodo della pandemia globale, molti club a fare i conti con un crollo nei bilanci, dettato non solo dall’assenza di entrate per gli sponsor, ma anche dallo stop imposto per contrastare la pandemia. Ed è così che entrambe le parti si sono trovate a dover fare i conti con un nuovo approccio, partendo da una nuova strategia di marketing.
Anche i concessionari infatti hanno attraversato momenti difficili, proprio perché è ovvio a tutti che sponsorizzare un club di calcio di un certo prestigio vuol dire ottenere visibilità globale. E il calcio italiano ha rappresentato per molti un ottimo palcoscenico nazionale e in Europa. Questo tipo di accordi hanno rappresentato (e rappresentano ancora) un investimento a lungo termine, ma soprattutto un importante scambio di interessi, sia economici che in termini di brand identity.
Come detto, il Decreto Dignità ha cambiato il modo di vivere il gioco d’azzardo e lo scambio tra il mondo del gambling e il settore sportivo. È altrettanto vero che i giocatori hanno mostrato maggior consapevolezza in questi anni, soprattutto verso un ambiente di scommessa sicuro e responsabile. Anche se il problema del gioco patologico è stato leggermente limitato ma non così tanto da poter parlare di vera soluzione.
In base ai dati ottenuti negli anni, solo nel 2019 il calcio ha perso ben 100 milioni di euro con lo stop alle pubblicità legate al settore del gambling. E ad oggi le società calcistiche non sono ancora soddisfatte: quindi che cosa bisogna aspettarsi?
La speranza è di poter ottenere maggiori libertà rispetto agli accordi che le singole società vanno a firmare. Un tipo di libertà che è sicuramente più accessibile ora, visto il ritorno di sponsorship con una “nuova veste” informativa. Ma ci sarà da aspettarsi nuove strategie, pronte a mostrare voglia di innovare, di differenziarsi e di affermare il proprio spirito di adattamento rispetto a una situazione tutt’altro che favorevole per le squadre.
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