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Lavoro e tecnologia: riuscirà lo smart working a ripopolare i piccoli borghi?

Ecco i dettagli

Lavoro e tecnologia: riuscirà lo smart working a ripopolare i piccoli borghi?
Lavoro e tecnologia: riuscirà lo smart working a ripopolare i piccoli borghi?
Olbia.it

Pubblicato il 17 July 2024 alle 13:15

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Il mondo del lavoro è stato interessato in questi anni da un fenomeno nuovo e destinato a diventare sempre più importante, ossia quello dell'adozione dello smart working su scala globale. In molti settori, infatti, il lavoro remoto è diventato la norma, dimostrando che uffici e spazi di lavoro tradizionali non sono sempre necessari per mantenere la produttività. Oltre a modificare il modo in cui lavoriamo, lo smart working ha però aperto nuove possibilità di vita, specialmente per i piccoli borghi e le aree rurali che, da tempo, affrontano un declino demografico e che, sempre più spesso, decidono di puntare sulla possibilità di attrarre i remote worker in cerca di un'oasi di tranquillità e di un maggior contatto con la natura.

Lo spopolamento dei borghi italiani e non solo

Negli ultimi decenni, molti piccoli borghi in Italia e in altre parti del mondo hanno visto diminuire drasticamente la loro popolazione. Le persone, in cerca di opportunità lavorative e di servizi migliori, si sono viste infatti costrette a migrare verso le città più grandi, creando un flusso unidirezionale che ha lasciato interi villaggi quasi deserti, con case abbandonate e servizi essenziali ridotti all'osso.

Il ripopolamento dei borghi, di cui si parla sempre più spesso, potrebbe però non solo rivitalizzare queste comunità, ma anche promuovere uno stile di vita più sostenibile. Meno congestione urbana, riduzione del traffico e delle emissioni di carbonio, oltre che una migliore qualità della vita, sono infatti solo alcuni dei potenziali benefici che si potrebbero ottenere attraverso un riequilibrio demografico. Una domanda si fa dunque strada tra gli esperti: può lo smart working invertire davvero la tendenza allo spopolamento dei borghi?

Come lo smart working può favorire il ripopolamento

Chi lavora da remoto ha la possibilità di svolgere le proprie attività quotidiane da qualsiasi luogo, semplicemente sfruttando la connessione a internet. In questi anni, infatti, la rete è migliorata notevolmente ed è oggi possibile non soltanto utilizzare servizi dedicati ai giochi online, come quelli delle piattaforme che consentono di entrare nei casino digitali e di cimentarsi con i punteggi nella tabella del blackjack o con le puntate alle slot, ma anche di avere sempre a disposizione tutto ciò che occorre per svolgere un'attività professionale ad alto valore aggiunto. Ciò significa, dunque, poter scegliere dove operare e svincolarsi dalla necessità di trasferirsi nelle città più grandi e caotiche per avere maggiori opportunità professionali, un'opzione che alletta moltissime persone desiderose di vivere una vita più serena in un contesto rilassante e pulito.

L'integrazione dello smart working nella vita quotidiana potrebbe diventare, in questo senso, la chiave per rivitalizzare i piccoli borghi, proprio perché si può scegliere di trasferirsi per periodi più o meno lunghi nei luoghi desiderati, dalle piccole località costiere ai centri montani più caratteristici, a patto di avere a disposizione infrastrutture tecnologiche adeguate. Investendo su connessioni internet veloci e affidabili, spazi di coworking ben attrezzati e servizi di supporto, gli enti locali possono dunque attrarre nuovi residenti e supportare chi lavora da remoto.

I piccoli borghi, d'altronde, offrono spesso un ambiente di vita più rilassato e comunità più unite rispetto alle grandi città, elementi che possono essere particolarmente attraenti per coloro che cercano di sfuggire allo stress e al ritmo frenetico della vita urbana.

Smart working nei piccoli borghi: alcune esperienze di successo

Non sono pochi i borghi che hanno già iniziato a vedere i frutti dell'adozione dello smart working e degli investimenti volti ad attrarre i professionisti digitali tra le proprie mura. Esempi significativi arrivano dall'Italia, dove piccoli comuni come Borgomezzavalle in Piemonte e Santo Stefano di Sessanio in Abruzzo hanno lanciato iniziative per attrarre nuovi residenti offrendo case a prezzi simbolici e incentivi economici per chi decide di trasferirsi, attirando l'attenzione di molte persone e portando un afflusso di nuovi abitanti e turisti. In maniera simile, anche qui in Sardegna, a Ollolai per la precisione, si è puntato sul meccanismo delle "case a 1 euro" ricevendo più di 1000 richieste da tutto il mondo.

Ma anche all'estero ci sono state situazioni positive in questo senso. In Spagna, il borgo di Ponga ha offerto, per esempio, incentivi economici significativi alle famiglie che si trasferiscono lì, mentre in Francia, il villaggio di Coucy-le-Château-Auffrique ha sperimentato un aumento della popolazione grazie a progetti di coworking e incentivi fiscali.

Il ripopolamento dei borghi tramite lo smart working è insomma una prospettiva entusiasmante che potrebbe trasformare la geografia sociale ed economica del nostro tempo, tuttavia, richiede una strategia coordinata che combini investimenti in infrastrutture, supporto ai servizi locali e incentivi mirati che non tutti i piccoli enti riescono a sostenere. In quest'ottica, riuscire a lavorare in sinergia con le istituzioni centrali e con i privati potrebbe rappresentare la soluzione migliore per creare progetti realmente efficienti e duraturi nel tempo.