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Cronaca

Olbia, bloccato concerto in centro storico: manca il permesso

Olbia, bloccato concerto in centro storico: manca il permesso
Olbia, bloccato concerto in centro storico: manca il permesso
Olbia.it

Pubblicato il 17 July 2020 alle 12:20

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Olbia, 17 luglio 2020 - La stagione turistica non è esattamente delle migliori, questo ormai è assodato: pochi turisti, gli alberghi aprono con il contagocce (quelli aperti faticano), voli cancellati (e conseguenti disagi per chi desidera arrivare e non può), costi non proprio economici, e così via. Gli imprenditori olbiesi, però, non ci stanno e le provano tutte pur di risollevare la stagione (o quantomeno il morale). Peccato che a frenare il tutto ci si metta la burocrazia. Burocrazia che, per antonomasia, è sorda, cieca e anche un po' tignosa. Ne sa qualcosa un noto locale del centro storico che, nella serata di giovedì 16 luglio, si è visto bloccare un evento musicale organizzato per ravvivare il centro storico e allietare i clienti.

Proprio quando il concerto stava per cominciare, ecco arrivare la Polizia Locale di Olbia in base - racconta, nella sua versione dei fatti, lo stesso locale in un post pubblico su Facebook - a una segnalazione. I gestori, si legge nel post, sono increduli e lì per lì non comprendono il problema. In questo periodo, infatti, ogni imprenditore che somministra bevande e alimenti è alle prese con una serie di regole piuttosto severe: ne va della sicurezza dei clienti e dei dipendenti, e loro - gli imprenditori - si sono adattati. Hanno studiato, hanno investito, hanno comprato ciò che dovevano comprare e hanno rivoluzionato la loro attività seguendo le nuove regole.

Per cui, il primo pensiero - racconta il locale - sembrerebbero essere state proprio le regole anti-Covid: igienizzanti, assembramenti, mascherine. A quanto pare, invece, il problema sarebbe stato un altro: l'aver dimenticato di "chiedere al nostro Comune il permesso per suonare in luogo pubblico", dice il locale. Costo della "trasgressione"? Stando a quanto si legge nel post 600 euro, che sarebbero raddoppiate se gli impavidi musicisti avessero suonato. Multa che, tra l'altro - scrive il locale - avrebbe toccato anche l'incolpevole band. A quanto pare, alla fine il locale non è stato multato.

C'è poco da prendersela con gli agenti della Polizia Locale che hanno il compito di applicare le regole (e non è un lavoro facile), non di farle né di interpretarle: se queste non danno ampi margini di manovra, è difficile dare interpretazioni "più morbide" o trovare un compromesso che soddisfi tutti.

C'è da dire che, a monte, si potrebbe trovare il modo di rendere la vita un po' più facile agli imprenditori che stanno cercando di superare questo anno difficilissimo. Una sorta di deregulation temporanea che permetta a chi vuole programmare eventi di rispettare le regole senza dover impazzire dietro alle carte bollate (che in un periodo complesso come questo sono un'ulteriore complicanza di non facile "digestione"). Doveva essere così anche per i famosi "4 tavolini", ma le nuove cartografie per alcune piazze (giusto per fare un esempio) sono state approvate solo a luglio.

Intanto, però, la vicenda ha avuto un'eco particolarmente ampia in città, scatenando un bel po' di indignazione popolare. Il post del locale ha già collezionato un quarantina di condivisioni, ma non è il solo post che sta circolando. Anche altri post, scritti da alcuni clienti, hanno ricevuto molte condivisioni e altrettanta indignazione: molti cittadini si chiedono se non sia possibile, in certi casi, avere un po' più di "elasticità". Segno che qualcosa, probabilmente, potrebbe essere cambiata sempre a monte, anche prevedendo - se fosse possibile - una sorta di "protocollo" che consenta ai locali di mettersi in regola ex post, pagando una multa non particolarmente salata se la violazione è relativamente "minima" e non riguarda le regole anti-Covid. Si tratterebbe, in fin dei conti, di trovare un compromesso tra la necessità di lavorare e il rispetto delle regole. Il che - tra l'altro - permetterebbe alla Polizia Locale di lavorare con molta tranquillità, senza essere il parafulmine della burocrazia cieca e sorda.

Insomma, si potrebbe fare di più, magari nulla di eclatante ma che renda meno complesso sopravvivere in questo mare magnum di norme che, si sa, sono molto complicate ed è facilissimo dimenticarsene qualcuna come sembrerebbe essere successo in questo caso.