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Olbia, la boccia come sport inclusivo per eccellenza: parla il CT Loreno Targa

Il racconto della Boccia, della storia dello sport inclusivo per eccellenza

Olbia, la boccia come sport inclusivo per eccellenza: parla il CT Loreno Targa
Olbia, la boccia come sport inclusivo per eccellenza: parla il CT Loreno Targa
Barbara Curreli

Pubblicato il 05 October 2024 alle 12:15

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Olbia. La boccia come sport inclusivo, adatto a tutti e sempre praticato, come racconta e ricorda il Commissario Tecnico Loreno Targa, presente con la squadra italiana e tutto lo staff qui al World Boccia Challenger Olbia 2024.

Loreno Targa, commissario tecnico si trova la terza volta a Olbia, (dopo le due precedenti esperienze del 2017 e 2018), il tecnico ci racconta questo mondo e questo sport che, nel nostro paese è relativamente giovane, anche se sottolinea "abbiamo molti atleti che partecipano agli sport paralimpici, senza dimenticare che, proprio l'Italia nel 1961 fece in contemporanea le olimpiadi e le paralimipadi nello stesso posto."

"La disciplina è stata creata appositamente per le forme di disabilità gravi e gravissime, la disciplina specifica è nata proprio 40 anni fa per permettere di fare un’attività agonistica di alto livello a dei disabili con delle forme di riduzione motoria particolare che non avrebbe consentito di fare altri sport, alcuni di loro non riuscirebbero a fare una gara per es.di handybike, di nuoto, qualcuno potrebbe fare lancio, ma questo è proprio pensato e strutturato per loro."

"È stata presa la cosa più semplice che c’è, lanciare la boccia, il gioco delle bocce è uno dei più antichi fatti dall’uomo, sono state trovate tracce certe del gioco della boccia risalenti a 7 mila anni fa su dei graffiti in una grotta in Turchia. Gli egiziani giocavano a bocce, i romani giocavano a bocce, per cui tutto sommato è - prosegue il CT - una cosa che è un po’ nell’animo di tutti, portarlo a queste condizioni, a chi ha una condizione di disabilità grave, gli ha permesso di poter essere autonomi, di essere attivi nel gioco."
 
"Per diventare uno sport, non solo un gioco, sono state elaborate delle regole molto particolari, inserite delle difficoltà, la boccia, ha la particolarità inoltre che questo è il suo nome, unico e uguale in tutto il mondo, in Italia questo sport è relativamente giovane, abbiamo iniziato circa 8 anni fa, stiamo riscuotendo ora i nostri primi risultati, quest'anno è stato un buon anno, abbiamo ottenuto diverse medaglie, siamo al mondiale, gli atleti vengono convocati agli europei, abbiamo un atleta che per un soffio non è entrato nella graduatoria dei convocati alle olimpiadi, partendo da zero, arrivare in otto anni a questi risultati dimostra che c'è stato un grande impegno, il merito è dell'intera squadra, tutto lo staff, io mi dedico alla parte tecnica da quest'anno, per tanti anni sono stato all'arbitrale, adesso proseguo dopo un lavoro ottimo fatto da tutti, da chi mi ha preceduto e da tutta la squadra presente oggi."
 
"Abbiamo fatto un bel percorso, è una bella sfida e c'è ancora tanto da fare,- prosegue Targa - a livello internazionale ricordiamo che, di fatto, esistono due livelli: il Challenger, e ne vengono fatti tanti (tra i campionati fatti in Europa, quest'anno ne sono stati fatti 7) e poi ci sono i Cup che vengono fatti, grosso modo, uno ogni anno per ogni continente, alcuni dei nostri ragazzi hanno già partecipato a qualche cup, la differenza tra un challenger e un cup è sostanzialmente il numero dei partecipanti e alcune limitazioni specifiche che vengono inserite ai top player, per es. loro possono partecipare solo ad un challenger nel corso dell'anno."

"La squadra italiana cresce, ha nuovi atleti e la federazione stessa ci tiene, è importante, lo stesso Luca Pancalli, presidente del Comitato paralimpico italiano, durante le paralimpiadi, in un'intervista ha definito "la boccia come lo sport in assoluto più rappresentativo delle disabilità, - affermazione di grande rilevanza che ci fa capire l'importanza di questo sport, e, per comprenderne la crescita basti pensare che al World boccia sono iscritte 90 nazioni, la stessa regina Elisabetta alcuni anni fa nominò baronetto un campione di boccia inglese." 

"A questo campionato partecipano 17 nazioni e ci sono le 4 categorie Bc1, Bc2, Bc3, Bc4, categoria maschile e categoria femminile, da 4 anni è stata resa esecutiva la separazione delle due categorie maschile e femminile, resasi necessaria per inglobare e coinvolgere anche quegli Stati dove la condizione femminile risulta in svantaggio, ottenendo il risultato di fare partecipare tutti e creando poi le squadre, le coppie per, appuntamento il gioco di squadra, e lo sport stesso si è fatto strumento di integrazione." 

Parlando di coppie e squadre cerchiamo anche di capire a cosa è dovuta la classificazione delle Bc, e il Commissario Loreno Targa spiega:"coppie è diverse da squadra, le coppie, un maschio e una femmina competono nelle categorie Bc3 e Bc4, la categoria Bc3 che gioca con la rampa è quella delle disabilità più gravi, che può essere un mix tra le altre categorie, in questo caso gli atleti non riescono a lanciare la boccia in modo autonomo e hanno dunque bisogno di un ausilio che è la rampa, la Bc4 sono gli atleti affetti da patologie non derivanti da celebrolesioni, distrofia, sla, spina bifida, lesione spinale molto alta, sclerosi, malattie in gran parte degenerative che vengono misurate con una carenza di forza motoria, mentre le categorie Bc1 e Bc2 hanno una riduzione delle capacità motorie basate su una celebrolesione di partenza, si valutano le forme di spasticità e di capacità motoria e di forza, anche se possono esserci varie casistiche."

E se queste spiegazioni tecniche sono state illuminanti, vedere poi campioni e campionesse in campo ci fa capire quanto impegno, sforzo e tenacia si nasconda dietro questi lanci, loro, gli atleti, abili strateghi, arrivano con le idee ben chiare ed effettuano delle mosse spettacolo che ti lasciano sbalordita, sul campo sono loro i protagonisti, autonomi e decisori. Momenti di grande importanza e rilevanza anche a livello umano per chi non può contare sulle sue forze e che ogni giorno dipende dagli altri, e in questo caso, mamme, papà, sorelle e fratelli diventano "solo" meri esecutori di una volontà in cui sono loro gli assi, i protagonisti.