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Pubblicato il 10 May 2018 alle 12:34
Olbia, 10 maggio 2018 - Questa mattina è stata portata a termineuna vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura DistrettualeAntimafia e Antiterrorismo di Cagliari, nel cui contesto la Digos della Questura di Sassari sta dandoesecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del capoluogo sardo e adiverse perquisizioni domiciliari e personali nei confronti di appartenenti ad ambientidell’estremismo islamico stanziati nel Nord Sardegna.
L’indagine – supportata a livello centrale dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e raccordata a livello internazionale dal Servizio per il contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Esterno della DCPP/UCIGOS – ha disarticolato un presunto sodalizio transnazionale, con basi in Italia,Svezia, Germania, Turchia e Siria, con l’arresto di 3 siriani e un marocchino accusati di far parte diuna presunta cellula di supporto dell’organizzazione terroristica combattente Jabhat al Nusra, emanazionesiriana di Al Qaeda.
I reati contestati sono l’associazione con finalità di terrorismo, il finanziamento del terrorismo e l’intermediazione finanziaria abusiva. L’attività di indagine ha preso avvio da un diverso filone investigativo sul traffico di profughisiriani dall’Italia settentrionale verso i Paesi del Nord Europa - sviluppato dalle DDAT delleProcure della Repubblica di Cagliari e Brescia - nel quale sarebbe marginalmente coinvolto unodegli odierni arrestati.
L’inchiesta della Digos di Sassari, attraverso una complessa attività tecnica, ha fatto emergere come i 4 odierni arrestati, oltre a porre in essere presunta attività di sostegno e proselitismo - anche viainternet - in favore della causa jihadista, finanziassero in modo costante, dall’Italia e da diversipaesi europei, l’organizzazione terroristica siriana Jabhat al Nusra, convogliando nei territori diguerra somme di denaro con il meccanismo dell’hawala, fuori cioè dai canali finanziari legali.
Importanti spunti investigativi sono stati forniti dalla collaborazione di uno degli indagati nel citato procedimento sul traffico di clandestini il quale, oltre a delineare i contorni dell’organizzazione dedita a facilitare il trasferimento di profughi siriani dall’Italia al Nord Europa, ha confermato il presunto ruolo dei 4 arrestati nel finanziamento di Jabhat al Nusra, fornendo indicazioni che hanno trovatopuntuali riscontri negli accertamenti della Digos sassarese.
Per quanto riguarda in particolare la raccolta e il trasferimento del denaro, nel corso delle indagini è emerso come uno degli odierni destinatari dei provvedimenti - il 46enne siriano A.D., già gravitantea Olbia e poi trasferitosi in Svezia prima di essere fermato in Danimarca dove si trova detenuto sumandato d’arresto europeo emesso dall’AG di Tempio Pausania per un altro procedimento a suo carico – avesse organizzato una vera e propria rete divenuta un punto di riferimento per i siriani, in particolare per quelli residenti in Sardegna, che volessero trasferire denaro da e per il paese d’origine, impiantando uffici in tutta Europa, oltre che in Siria e in Turchia.
Per effettuare i trasferimenti di denaro richiesti l’uomo non avrebbe utilizzato normale circuito bancario,né circuiti di money transfer (non esistenti nelle zone di guerra) bensì i propri capitali, disseminatiin vari Paesi,. In particolare, una volta ricevuta la conferma del pagamento della somma di denaroda parte della persona interessata al trasferimento, avrebbe poi fatto ottenere il controvalore direttamenteai destinatari in Siria attraverso dei fiduciari, trattenendo una percentuale per ogni operazione.
Solo per citare gli ultimi episodi in ordine di tempo, nel maggio scorso, il fratello dell’uomo è stato fermato in Svezia in possesso di una ingente somma di denaro in contanti (675.000 corone pari a circa 70 mila euro) mentre nel successivo mese di giugno un altro fiduciario è stato sorpreso conuna importante somma di denaro in contanti mentre era in procinto di partire per Budapest.
Sono diverse centinaia di migliaia di euro i fondi illegalmente trasferiti verso la Siriadall’organizzazione basata a Olbia facente capo al siriano A.D..
Dalle investigazioni emerge in sostanza come l’organizzazione imprenditoriale, ben conosciuta anche dalla comunità dei siriani all’estero e con uffici a Istanbul, Beirut, Khartoum, il Cairo e anchea Raqqa, fosse in grado di far pervenire in tempi brevi e in modo affidabile importanti somme didenaro in Siria, anche nelle zone direttamente controllate dal Daesh.
Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini, giovatesi anche del contributo informativo dell’AISI, hanno evidenziato come la capacità dell’organizzazione di convogliare, attraverso il sistema descritto, ingentissime somme di denaro in quel problematico quadrante fosse strettamente legata airapporti del capo e dei suoi fiduciari con le organizzazioni fondamentaliste antigovernative operantiin Siria, in particolare nella zona di Edlib, in favore delle quali risulta aver finanziato anchel’acquisto di diverse armi da guerra e autovetture pick up.
Anche l’adesione ideologica degli odierni arrestati alle organizzazioni fondamentaliste operanti inSiria emerge puntualmente da una nutrita serie di conversazioni nelle quali gli accusati seguono davicino l’evoluzione della guerra civile siriana e dimostrano, con grande partecipazione emotiva, laloro vicinanza ideologica alle formazioni antigovernative, commentando entusiasticamente edesaltando i successi militari di Al Nusra e scambiandosi una serie di informazioni aggiornate eparticolareggiate su quanto appena avvenuto sul fronte di guerra, dimostrando in tal modo di averecontatti diretti con le organizzazioni combattenti impegnate nella guerra civile siriana.
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