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Dopo la Francia, riflettori sull’isola: l’eolico sardo sotto osservazione

Dopo la storica sentenza francese, cresce anche sull’isola il fronte critico verso gli impianti eolici in aree sensibili

Dopo la Francia, riflettori sull’isola: l’eolico sardo sotto osservazione
Dopo la Francia, riflettori sull’isola: l’eolico sardo sotto osservazione
Andrea Baragone

Pubblicato il 09 April 2025 alle 10:04

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Cagliari. La condanna arrivata dal tribunale di Montpellier ha già fatto il giro d’Europa: sei mesi di reclusione (con sospensione della pena) per l’ex amministratore delegato di EDF Renewables, oltre a una sanzione da 600mila euro all’azienda per la morte di 160 esemplari tra falchi grillai, pipistrelli e altri uccelli. È la prima sentenza penale in Francia a colpire una società eolica per distruzione di fauna protetta. Ma l’eco di questa decisione risuona forte anche in Sardegna, dove i progetti di impianti eolici si moltiplicano e le associazioni ambientaliste temono un destino simile per le specie locali.

“In Sardegna le specie più a rischio sono fondamentalmente i grifoni, ma anche il falco della regina, il capovaccaio e numerosi migratori come fenicotteri e cormorani”, ha affermato Stefano Deliperi a l'Unione Sarda, presidente del Grig (Gruppo di intervento giuridico). Secondo l’associazione, la crescita incontrollata di impianti eolici, soprattutto nelle aree dell’entroterra e lungo i corridoi migratori, potrebbe rappresentare una minaccia concreta per l’avifauna dell’isola.

Il caso francese ha riguardato il parco eolico dell’Hérault, sull’altopiano della Causse d’Aumelas, dove 31 pale hanno causato – secondo France Nature Environnement – la morte di almeno 160 esemplari, molti dei quali appartenenti a specie protette. Il giudice ha ordinato lo stop stagionale delle turbine per quattro mesi, in coincidenza con il periodo di nidificazione del falco grillaio, e ha inflitto sanzioni che superano i 2,5 milioni di euro complessivi. Una condanna senza precedenti, che crea giurisprudenza anche per gli altri Paesi europei.

In Sardegna, la questione è particolarmente delicata. L’isola è un crocevia migratorio e rappresenta uno degli ultimi rifugi per diverse specie rare. L’espansione eolica, che secondo molti è ormai fuori controllo, rischia di compromettere in modo irreversibile gli equilibri ambientali.

Il grifone, maestoso avvoltoio che nidifica nelle scogliere e nei rilievi del nord-ovest sardo, è una delle specie più minacciate. Progetti eolici in zone come il Marghine, il Montiferru, il Meilogu, ma anche il cuore della Gallura, attirano l’attenzione di ornitologi ed ecologisti. Gli impianti previsti o già in fase autorizzativa avanzata ricadono spesso in aree a elevato valore ecologico, frequentate anche da falchi, poiane, aquile reali.

Le pale eoliche, con il loro raggio d’azione di decine di metri, rappresentano un pericolo letale per gli uccelli in volo. Nonostante l’uso di dissuasori, i casi di collisione sono numerosi, come dimostrato dalla recente sentenza francese.

A farsi sentire con forza è anche Maria Grazia Demontis, presidente del Coordinamento Gallura contro la speculazione Eolica e Fotovoltaica:
“Denunciamo dal primo giorno, grazie anche alla collaborazione di esperti ornitologi, il rischio abnorme che i giganti eolici rappresentano per gran parte delle specie faunistiche che sorvolano, nidificano o semplicemente sostano in questa terra”.
“Ricordiamo l’importanza della Sardegna in quanto ISOLA, dunque approdo sicuro e necessario per le specie migratorie. Il falco pescatore ha fatto ritorno nella nostra Tavolara: come possiamo pensare di comprometterne la nidificazione attraverso gli scudi eolici previsti a largo delle nostre coste?”

Due dei quattro progetti offshore previsti tra Tavolara e Capo Figari – segnala Demontis – sono già in fase autorizzativa avanzata, e prevedono torri eoliche alte fino a 300 metri in una zona cruciale per la migrazione e la riproduzione di diverse specie. Ma la preoccupazione si estende anche all'entroterra: “A Berchidda, zona di aquile reali, sono previsti due impianti eolici con 15 aerogeneratori. Possiamo permetterci di sacrificare vita di specie con funzioni ecosistemiche fondamentali per soddisfare il nostro insaziabile e vorace bisogno di energia?”

Demontis accusa l’eolico industriale di essere incompatibile con la democrazia energetica:
“I giganti eolici sono strumenti di accentramento della produzione, espressione della solita modalità predatoria con cui si accaparrano risorse sottraendole al popolo e, ancor peggio, alla biodiversità. Unica e sola garanzia della salvezza del pianeta Terra.”

E solleva un tema finora ignorato: il silenzio del mondo accademico sul pericolo per i grifoni, oggetto di un lungo e costoso piano di ripopolamento. “Ci chiediamo dove sia l’accademia che coordina questo straordinario lavoro di reinserimento. Nessuna esposizione, nessuna opposizione. È inaccettabile.”

Infine, lancia un appello:
“Dovevamo attendere una sentenza francese per comprendere la gravità di quanto da anni denunciamo? Il nostro appello va a tutte le procure della Sardegna e d’Italia: si faccia luce sui reali interessi dietro il sovradimensionamento degli impianti e la forzatura autorizzativa in aree fondamentali per la vita naturale, quindi per la VITA tutta.”

Il dibattito è aperto. E dopo la Francia, anche in Italia cresce la richiesta di una moratoria immediata su tutti i progetti eolici e fotovoltaici in aree sensibili, in attesa di una mappatura chiara e di una normativa che metta al centro, davvero, la tutela della biodiversità.