Tuesday, 15 April 2025
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Pubblicato il 13 April 2025 alle 10:00
Olbia. Cari lettori, in questo articolo della nostra rubrica "Pillole di crescita e benessere personale" abbiamo deciso di trattare una delle dinamiche tra le più comuni che possono verificarsi all'interno delle coppie: la pretesa di cambiare l'altro. E' vero infatti che, se all'inizio di una relazione amorosa le emozioni travolgenti derivanti dalla passione e dal sentimento dell'innamoramento fanno da carro trainante e le farfalle nello stomaco fanno vedere tutto rose e fiori, più si va avanti nel tempo e più, se non si coltiva l'amore con i giusti tempi e attenzioni, la coppia rischia di entrare in crisi. Iniziano a notarsi i difetti dell'altro in modo sempre più preponderante e, in molti casi, vecchie ferite emotive - magari risalenti all'infanzia e legate a dinamiche familiari disfunzionali o alle precedenti relazioni - si riaffacciano causando una chiusura sulla difensiva. Così, pian piano i litigi si trasformano in silenzi e questi diventano muri che è sempre più difficile abbattere in favore di una comunicazione aperta, assertiva ed efficiace.
Ma perchè desideriamo cambiare quel partner che, all'inizio ci sembrava così affascinante? Le risposte - insegna la psicologia - sono molteplici e variano da caso a caso ma, per la maggior parte, originano tutte da una grande e scomoda verità: non stiamo bene in primis al nostro interno e proiettiamo il nostro rapporto complicato con noi stessi, fatto di contraddizioni, giudizi severi e distruttivi e non accettazioni, sulla relazione. Del resto, il partner, è la persona per eccellenza su cui in genere si tende a scaricare le proprie frustrazioni. E più facile, infatti, puntare il dito all'esterno e attribuire ad un altro la colpa dei propri fallimenti piuttosto che prendersi la responsabilità del proprio vissuto emotivo e delle proprie scelte. Spesso, specialmente se abbiamo avuto dei rapporti complicati con i nostri genitori, tendiamo ad aspettarci che il partner ci risarcisca di ciò che ci è mancato nell'infanzia e instauriamo relazioni di coppia disfunzionali basate sull'attaccamento e sulla dipendenza affettiva. Tuttavia, tentare di rigiocare da adulti le stesse battaglie perse da bambini non può che portarci a collezionare delusioni in quanto il partner, anche dando tutto l'amore del mondo, non potrà mai sostituire un legame genitoriale perduto, mai avuto o percepito negativamente. Cosa fare allora in questi casi? La cosa forse più difficile ma, paradossalmente, anche la più semplice perchè l'unica su cui si possa esercitare una qualunque forma di controllo: partire da sè stessi.
Di seguito la riflessione della Dott.ssa Alessandra Meda, professionista che da anni aiuta donne in difficoltà ad uscire dalle proprie crisi personali e di coppia:"Quando una relazione entra in crisi è naturale guardare all’altro: alle sue mancanze, ai suoi silenzi, a ciò che non fa più o che non ha mai saputo fare davvero. Ci troviamo a rimpiangere l’uomo o la donna che non è mai diventato/a, o che forse, in fondo, non è mai stato/a. Eppure, se continuiamo a concentrare l’attenzione sull’altro, rischiamo di perdere il vero potere che abbiamo: quello di diventare, noi stessi, la persona che desideriamo avere accanto. Non si tratta di accontentarsi o di “farsi andare bene” una relazione che ha smesso di nutrirci. Si tratta di un atto di leadership personale. Se sogni un partner presente, capace di amarti senza riserve, chiediti: "lo sono io con me stesso/a?" Desideriamo essere scelti, amati, riconosciuti... Ma noi, ci scegliamo, ci amiamo, ci riconosciamo ogni giorno?
Il percorso di trasformazione parte sempre da dentro. Non per rassegnazione, ma per rivoluzione. Diventare quella persona significa iniziare a trattarsi con il rispetto, la cura e la passione che vorremmo ricevere. Significa rompere la catena delle aspettative deluse, dei desideri proiettati sull’altro, delle battaglie silenziose per ottenere un amore che, forse, non può arrivare se prima non lo incarniamo noi. Quando cambi tu, del resto, cambia anche il tuo sguardo. A volte, il cambiamento che abbracci ti fa scoprire che la persona accanto a te non può seguirti. Altre volte, il tuo esempio può essere il seme che risveglia anche l’altro. In entrambi i casi, però, hai già vinto: perché hai scelto te stesso/a. Hai scelto di non restare nel blocco dell’attesa, di non vivere più nella frustrazione, ma di diventare protagonista della tua storia. Essere la persona che sogni di essere accanto a un partner non è una concessione: è un atto di potere, di amore, di autenticità. E' il vero punto di svolta per chi non si accontenta più di sopravvivere in una relazione, ma vuole brillare, vivere e amare pienamente. Il primo amore che devi conquistare non è il suo. È il tuo".
Insomma, un invito, quello della Dott.ssa Meda ad amarsi per imparare ad amare. D'altro canto, quando siamo in un atteggiamento di chiusura e focalizzati solo sul negativo non facciamo altro che perggiorare la situazione perchè, inconsciamente, tendiamo anche a "scappare" da quella relazione che, in qualche maniera, ci provoca proprio nei nostri tasti dolenti in quanto tocca ferite emotive mai guarite e superate. Accettare completamente sè stessi e comprendere e integrare quelle parti di noi che facciamo fatica ad amare o che giudichiamo sbagliate è il primo passo per riuscire a cambiare il nostro percepito sull'altro e sulla relazione e guardare con occhi pieni d'amore invece che carichi di paura. Solo allora, quando non si avrà più bisogno dell'altro, si sarà in grado di amarlo autenticamente, iniziando ad apprezzarlo e a stupirlo con gesti amorevoli e con piccole attenzioni senza aspettarsi niente in cambio. E, se l'amore si era spento o affievolito per mancanza di comunicazione e a causa di una routine grigia, questa sarà l'occasione per riaccenderlo e per fortificarlo. Occorre mettersi in discussione e pensare che, dall'altra parte, c'è una persona che, come noi, porta con sè luci e ombre, pregi e difetti, paure e fragilità e che la coppia non è altro che una squadra che deve imparare a lottare insieme contro il problema per superarlo invece che farsi la guerra.
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