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Ozieri: l’arte del kamishibai incontra l’archeologia

Ecco l’esperimento di Andrea Bebbu

Ozieri: l’arte del kamishibai incontra l’archeologia
Ozieri: l’arte del kamishibai incontra l’archeologia
Ilaria Del Giudice

Pubblicato il 15 September 2024 alle 08:00

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Ozieri. Di recente, presso il Museo Archeologico cittadino si è tenuto un evento originale che ha visto unita la cultura storica con l’arte. La serata ha avuto origine da un progetto di Andrea Bebbu – esperto nell’arte del kamishibai - legato ad un suo personale esperimento, svolto in virtù di un’analisi volta al completamento del percorso universitario.L'iniziativa è stata supportata dallo Studio Kreis di Olbia, che adopera la metodologia della C.A.A.

Ecco il commento dell’artista: “Si è trattato di proporre un Kamishibai sull'arte, ma nello specifico di sviluppare una sorta di guida del museo scelto con l'ausilio della C.A.A., ovvero la Comunicazione Aumentativa e Alternativa, per dimostrare come un museo o qualunque altro luogo di cultura possa adeguarsi a tale metodologia e dare l'opportunità alla persona che ha difficoltà di linguaggio di poter comprendere ciò di cui si parla. Per l'occasione ho realizzato delle tavole di kamishibai illustrandole in base a ciò che è possibile vedere, conoscere e comprendere utilizzando l'immagine come mezzo di comunicazione. L'idea originaria prevedeva di avere un progetto generale di ciò che è presente nel territorio, per poi trasferirsi sul sito archeologico presente in loco. Per questa occasione ho scelto il sito dell'antica Basilica di Sant'Antioco di Bisarcio, che lo scorso anno fu visitato da un gruppo di ragazzi con sindrome autistica accolti dal Direttore dello scavo, il Prof.re Marco Milanese. In tal senso l'archeologia può divenire strumento inclusivo e aperto a tutte le tipologie di pubblico attraverso dei sistemi, che come la C.A.A. vanno a coadiuvare la visita al museo o al sito con una loro lettura più precisa e attenta”.