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Aglientu, la badante di Silvana Gandola a processo per abbandono di incapace

La Procura di Tempio contesta alla donna l’omesso controllo sull'anziana signora, affetta da Alzheimer

Aglientu, la badante di Silvana Gandola a processo per abbandono di incapace
Aglientu, la badante di Silvana Gandola a processo per abbandono di incapace
Andrea Baragone

Pubblicato il 10 April 2025 alle 08:38

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Aglientu. Si è chiusa l’indagine della Procura di Tempio Pausania sul caso di Silvana Gandola, la pensionata torinese scomparsa il 28 marzo 2021 nel litorale di Aglientu e ritrovata morta dieci mesi più tardi. L’unica imputata nel procedimento è la badante E. V., 63 anni, accusata di abbandono di persona incapace. Secondo l’accusa, avrebbe lasciato incustodita l’anziana, affetta da Alzheimer, permettendole di allontanarsi fino a farne perdere ogni traccia.

La vicenda aveva scosso profondamente l’opinione pubblica. La mattina della scomparsa, Silvana Gandola si trovava con la badante nella zona di San Silverio, non lontano dalla torre di Vignola. I resti della donna – poche ossa tra cui il cranio – vennero ritrovati il 30 gennaio 2022 da alcuni cacciatori. L’allarme fu lanciato fin da subito, ma le ricerche si conclusero senza esito fino al ritrovamento.

Secondo la Procura, la donna incaricata di accudire Silvana Gandola, affidata alle sue cure dalla figlia Laura Rizzi, avrebbe violato i propri doveri lasciandola da sola in una situazione di pericolo, nonostante le fragili condizioni di salute della pensionata. È su questa base che il pubblico ministero ha formulato l’imputazione.

Nel capo d'accusa si sottolinea come alla vittima sia stato consentito di allontanarsi da sola, senza che vi fosse un adeguato controllo da parte della badante. La figlia della donna, nei mesi successivi, ha sollevato dubbi e segnalato alcune incongruenze relative alla dinamica della scomparsa, richiedendo ulteriori indagini anche tramite consulenze esterne. In particolare, sono stati sollevati interrogativi sulle dichiarazioni della badante e sulla presenza di altri soggetti nella zona quel giorno.

In una fase precedente dell’inchiesta, la Procura aveva escluso ipotesi di omicidio, archiviando il fascicolo per mancanza di prove che potessero dimostrare il coinvolgimento di terzi. Tuttavia, a seguito di un ricorso della famiglia Gandola, il gip di Tempio Marco Contu aveva ordinato ulteriori accertamenti.

Ora il processo per abbandono di incapace si trasferisce a Sassari, dopo un errore iniziale sulla competenza territoriale che aveva indirizzato il fascicolo verso il giudice monocratico di Tempio. La vicenda verrà quindi affrontata davanti alla Corte d’Assise.