Friday, 31 January 2025
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Pubblicato il 31 January 2025 alle 16:00
Malta. Il caso di Claudia Chessa, la giovane precipitata dal balcone di una stanza al quarto piano dell’H Hotel a Malta nella notte tra il 22 e il 23 gennaio, continua a essere al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria. Come riporta l’ANSA, il fidanzato della ragazza, Alessio Lupo Rivera, dj 27enne di Arzachena, rischia l’accusa di tentato omicidio da parte della procura maltese, mentre in Italia la Procura di Tempio Pausania sta monitorando il caso in collaborazione con la Squadra mobile della Questura di Sassari.
L’avvocato di Lupo, Egidio Caredda, ha dichiarato all’ANSA che il suo assistito "non è il classico uomo violento che picchia la ragazza. Il loro era un rapporto caratterizzato da attacchi di gelosia e mancanza di rispetto reciproco".
Secondo quanto riportato dal legale, Lupo aveva l’abitudine di registrare le liti con la fidanzata per autotutela. "Abbiamo un video fatto posizionando il cellulare sul comodino della stanza dell’albergo, in cui si vede e si sente la lite tra i due. La registrazione si interrompe quando lei si sposta verso la vetrata", ha spiegato Caredda.
Intervistato dal programma La Vita in Diretta su Rai 1, l’avvocato Caredda ha ribadito che la versione del suo assistito è diversa da quella fornita dalla ragazza e dalle autorità maltesi.
"Lui è stato persuaso a Malta a dare una dichiarazione di responsabilità perché in quelle ore gli veniva detto che quella era l’unica possibilità per poter rientrare in Italia, altrimenti sarebbe dovuto rimanere in prigione", ha dichiarato il legale.
Alla domanda sulla ricostruzione dei fatti da parte di Lupo, l’avvocato ha affermato: "La sua versione è esattamente contraria a quella riportata fino ad oggi dalle testate giornalistiche, che hanno ripreso una fonte derivante dalle autorità maltesi. Vi sono contenuti video che dimostrano una dinamica diversa. La discussione tra i due era iniziata in discoteca e poi è proseguita in hotel. Poiché il loro rapporto era caratterizzato da continui litigi, il mio assistito aveva l’abitudine di registrare le discussioni per tutelarsi, e c’è un filmato anche di quella sera".
Durante l’intervista su Rai 1, il legale ha chiarito che il rientro in Italia non è stata una scelta autonoma del suo assistito. "Gli è stato imposto di lasciare Malta dopo che ha accettato di dichiararsi colpevole. Tra le sanzioni previste per lui c’era anche l’allontanamento dal territorio maltese, motivo per cui non può più rimanere lì", ha precisato Caredda.
Attualmente, Lupo non risulta iscritto nel registro degli indagati in Italia, ma la Procura di Tempio Pausania sta seguendo gli sviluppi dell’indagine maltese. Gli inquirenti italiani attendono eventuali riscontri da parte delle autorità di Malta, che potrebbero decidere di formalizzare l’accusa di tentato omicidio nei confronti del 27enne.
Nel frattempo, l’avvocato Caredda continua a sostenere l’innocenza del suo assistito, ribadendo che "i video in possesso di Lupo dimostrano un’altra verità sui fatti accaduti quella sera".
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