Olbia. I dipendenti dell'Olbia calcio dicono basta e incrociano le braccia, richiesti a gran voce gli stipendi arretrati.
"Scriviamo questo comunicato molto a malincuore e mai avremmo voluto farlo - esordiscono così i dipendenti della società- siamo ragazzi che amano l'Olbia Calcio ma siamo anche suoi dipendenti e viviamo o per meglio dire subiamo fortemente coinvolti le vicende societarie che incalzano giorno per giorno".
"Lavorare per l'Olbia Calcio per tutti noi non è solo un mestiere ma un orgoglio ed un onore, affrontiamo il nostro lavoro senza curarci mai degli orari, della fatica o di tutte le problematiche che questo comporta. Trascuriamo quotidianamente i nostri impegni personali, leviamo tempo alle nostre famiglie, ai nostri interessi e spendiamo la maggior parte del nostro tempo ad occuparci della squadra, delle strutture che gestiamo e dei ragazzi che vestono la maglia bianca che rappresenta la nostra Olbia".
"Abbiamo compreso la società, le sue problematiche e gli siamo andati incontro totalmente - prosegue il comunicato- Nonostante abbiamo vissuto le feste natalizie senza un euro, facendo salti mortali, sacrifici e dovuto spiegare ai figli e ai parenti che questo Natale sarebbe stato un pochino più povero, abbiamo comunque garantito un servizio efficente e messo nelle condizioni le nostre squadre, i nostri ragazzi ed i nostri mister nelle condizioni di scendere in campo, affrontare le trasferte ed allenarsi quotidianamente senza disagi".
"Oggi però avendo le nostre finanze azzerate, stufi delle continue date e promesse che puntualmente vengono disattese dalla proprietà ci vediamo costretti a fermarci.
Tutto noi abbiamo scadenze che si accavallano, bollette, mutui, affitti da pagare e soprattutto cibo da comprare.
Non possiamo continuare a spendere soldi che non abbiamo per venire a lavoro, da oltre due mesi paghiamo per lavorare".
"I dipendenti si fermano!- conclude il comunicato- Riprenderemo quando ognuno di noi riceverà i due stipendi arretrati, i bonus promessi ed avremo delle garanzie per il futuro, perché ormai la situazione economica per tutti noi oltre che fonte quotidiana di preoccupazione e malumori è diventata insostenibile".