Wednesday, 25 December 2024
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Pubblicato il 25 December 2024 alle 10:00
Olbia. Il Natale da sempre porta con sé usi, costumi, profumi sapori e colori che restano nel cuore e nella mente e che, soprattutto da bambini, lasciano un segno indelebile di quei magici momenti dove si condivide la gioia dello stare insieme.
Ricordando il Natale del passato facciamo un salto indietro nel tempo con una nonna, Giovanna Maria Rita Murgia, originaria di Buddusò che tra Olbia e il suo paese natale ha vissuto i suoi natali dell'infanzia.
Nonna Giovanna ci ricorda un po' nonna Papera della Disney, ha sempre un dolce pronto, per i suoi nipoti prepara sempre tante cose buone e in questo caso, con grande emozione ci riporta indietro nel tempo, al natale degli anni 60 quando con tutta la famiglia venivano coinvolti in tutta una serie di usanze.
"Il nostro Natale, che sapeva di attesa e preparativi, cominciava con la preparazione del Presepe, momento iniziale e fondamentale per le nostre famiglie, noi bambini andavamo nelle colline a cercare il muschio. Una volta preparato il presepe si preparava l'albero, che aveva però un ruolo secondario."
Alla vigilia con tutta la famiglia si andava alla messa di mezzanotte e ricordo che negli anni in cui festeggiavamo qui a Olbia, perché mia nonna abitava lì, a mezzanotte andavamo a messa alla Sacra Famiglia e mi commuoveva sentire le sirene delle navi al porto, che annunciavano l'arrivo di questa festa."
"Rientrati a casa con la famiglia, fratelli, sorelle e anche cugini e zii mangiavamo qualcosa di più tradizionale come i papassini. Sin dalla sera prima - continua a raccontare nonna Giovanna- mio padre preparava sia l'agnello che "il trattaliu" fatto con le interiora dell'animale, che veniva cotto nel cammino. Non mancavano un po' di antipasti rigorosamente casalinghi, come il prosciutto e la salsiccia fatti in casa, ci aspettavano poi i ravioli di ricotta con il prezzemolo, conditi con un sugo arricchito dalla carne d'agnello."
"L'agnello era anche il nostro secondo piatto e non si mangiava pesce, poi ci aspettava la seada fatta con il formaggio e il prezzemolo e un po' di sale. Dopo averla cotta veniva ripassata nel miele caldo a "pistiddare". La festa era ritrovarsi tutti insieme e andare da tutti i parenti per gli auguri. Allora si aspettava Gesù bambino, era lui che ci portava i doni," conclude emozionata nonna Giovanna che ci ha riportato indietro nel tempo a quei natali meno caotici fatti di attesa e di presenza, dove lo stare insieme e la gioia dei sapori condivisi era il centro della festa.
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