Friday, 22 November 2024
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Pubblicato il 17 October 2024 alle 13:30
Olbia. La Corte d'Appello di Sassari ha confermato ieri, 16 ottobre, le condanne emesse in primo grado contro una coppia accusata di gravi reati ai danni della propria figlia.
Il caso giudiziario, che ha scosso la comunità di Olbia, ha avuto inizio con una denuncia nel 2017, rivelando una terribile storia di abusi su minore protrattisi per un decennio.
Il Tribunale di Tempio aveva inizialmente condannato il padre a 7 anni e 6 mesi di reclusione, mentre la madre aveva ricevuto una pena di 3 anni e 6 mesi. Queste sentenze, pronunciate il 10 maggio 2023, sono state ora confermate nel processo d'appello.
Secondo quanto emerso dalle indagini, gli abusi sarebbero iniziati quando la vittima aveva solo 9 anni, continuando fino al 2017. Il padre è accusato di aver ripetutamente abusato della figlia, approfittando della sua giovane età e vulnerabilità. La madre, pur essendo a conoscenza della situazione, non avrebbe preso provvedimenti per proteggere la figlia.
Come riporta La Nuova Sardegna, la Corte aveva disposto per entrambi i genitori la perdita della responsabilità genitoriale e l'interdizione a tempo indeterminato da incarichi relativi alla tutela, curatela e amministrazione di sostegno.
Dopo il pronunciamento del tribunale, l’avvocato Angelo Merlini, difensore dei genitori della vittima, aveva impugnato la sentenza di condanna.
Durante il processo d'appello è stata riaperta l'istruttoria su richiesta del procuratore generale. La vittima, ora ventiseienne, è stata nuovamente ascoltata in aula, confermando le dichiarazioni precedentemente rese in incidente probatorio. Questa testimonianza è stata cruciale per la conferma della sentenza di primo grado.
La denuncia iniziale fu presentata dagli insegnanti della ragazza, con cui si era confidata. Oltre agli abusi, il padre avrebbe imposto severe restrizioni alla figlia, impedendole l'uso del telefono cellulare e limitando i suoi contatti sociali.
La vittima, assistita dall'avvocata Delia Serra, si è costituita parte civile nel processo. Ha ricevuto inoltre il supporto del Centro antiviolenza "Prospettiva donna", che l'ha aiutata nel percorso di elaborazione del trauma e di ripresa della propria vita.
Questo nuovo caso di abusi su minore sottolinea l'importanza della vigilanza e dell'intervento tempestivo in situazioni di abuso familiare, evidenziando il ruolo cruciale delle figure educative e dei centri di supporto nel fornire assistenza alle vittime di violenza domestica.
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