Saturday, 21 December 2024
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Pubblicato il 14 August 2024 alle 09:14
Palau. Dal 31 agosto all’8 settembre 2024 a Palau, Arzachena, Luogosanto e La Maddalena, torna uno dei festival più longevi e attesi dell’estate sarda, il Festival Internazionale Isole che Parlano diretto da Paolo Angeli e Nanni Angeli. Una settimana di appuntamenti e iniziative che abbracciano musica, arte, fotografia e scoperta del territorio, unendo radici locali e visioni globali in un’esperienza culturale unica che arricchisce tanto gli artisti quanto gli spettatori.
Come sottolineano i direttori artistici Paolo Angeli e Nanni Angeli, il filo conduttore di questa XXVIII edizione «emerge già nel titolo della mostra fotografica di Ivo Saglietti: Sguardo di Frontiera. Nello specifico il nostro sguardo è rivolto a una ridefinizione dei confini musicali, spazzati via da una società multietnica ideale, in cui, come in un puzzle o in un mosaico immaginario, i tasselli costruiscono un esperanto che raccoglie la memoria della tradizione orale e le pulsioni d’avanguardia dell’Est Europa (Polonia, Ucraina, Bielorussia), passando per la penisola Iberica e, risalendo per i Balcani, virando verso oriente (Kurdistan, Turchia, Anatolia), l’Asia occidentale, l’India, il Nord Africa.
Con le immaginifiche parentesi visionarie espresse nella penisola italiana, nel melting pot della scena musicale di Amsterdam e nel dialogo tra tradizione e innovazione della Sardegna. Isole che Parlano rivendica un mare di pace, una convivenza creativa basata sulla diversità, intesa come ricchezza e dialogo, in cui il viaggio musicale tra le diverse latitudini, ridisegna una mappa senza confini basata su nuovi linguaggi, liberi di incontrarsi per generare nuove forme d’arte».
La sezione musica del Festival ospiterà come di consueto artisti della scena dell’avanguardia internazionale e musicisti che hanno rivitalizzato la tradizione trasportandola nella contemporaneità. Prenderà il via sabato 31 agosto e domenica 1 settembre - con i due concerti al tramonto di anteprima Aspettando Isole che Parlano - ospitati in due luoghi particolarmente significativi del territorio della Gallura: la Tomba dei Giganti Coddu Vecchju ad Arzachena e Palazzo di Baldu a Luogosanto.
Sabato 31 Sanem Kalfa e Geoge Dumitriu Duo (Turchia/Romania/Paesi Bassi) - Sanem Kalfa voce e George Dumitriu viola e chitarra elettrica - proporranno un set avvincente in cui le canzoni di vari ambiti stilistici, accompagnate dalla viola o dalla chitarra elettrica, saranno rilette e destrutturate all’interno di ampli flussi di improvvisazione di matrice jazzistica (concerto realizzato in collaborazione con Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi in Italia e Ge.Se.Co. Arzachena S.u.r.l.). Mentre domenica 1 Raffaele Matta Trio (Sardegna) presenterà l’album Bandra West, un progetto in cui l’anima post rock con venature elettroniche, incontra l’improvvisazione jazzistica, con rimandi a sonorità e sperimentazioni tipiche della musica contemporanea europea e alla musica classica Indiana. Sul palco, insieme a Raffaele Matta alla chitarra elettrica, Andrea Parodo al basso e Nicola Vacca alla batteria.
Entrambi gli appuntamenti saranno preceduti dal racconto dei due importanti siti storici a cura rispettivamente dell’archeologa Silvia Ricci e di Sara Ardovini, e accompagnati dai primi due momenti di Isole che Parlano di sapori, Momenti DiVini e la degustazione dei vini Capichera e Il Miele con l’assaggio di mieli guidato da Apiaresos (Apicoltori di Sardegna) e Gicoias (laboratorio di apicoltura sociale) e la tradizionale presentazione della bottiglia idromele Liune “Isole28”.
Dopo le due anteprime, il programma proseguirà nei primi tre giorni della settimana a Palau con la sezione dedicata a bambini e ragazzi a cura di Alessandra Angeli Isole che parlano ai bambini : il piccolo-grande festival nel festival festeggia quest’anno un traguardo davvero significativo, i 20 anni dalla sua prima edizione. Si parte, quindi, lunedì 2 settembre con i Laboratori a misura per bambini e adolescenti dai 6 ai 18 anni: Piccole orecchie su Palau, un laboratorio multisensoriale di suoni e arti visive curato da Andrea Marinelli, Janna il drago di Maurizio Mantani, dove creeranno una scultura di drago con materiali di riciclo, e Bobo Percussion con Danilo Mineo, laboratorio di percussioni e di costruzione di strumenti musicali.
I pomeriggi del 2 e 3 settembre saranno dedicati ai bambini dai 4 ai 6 anni e ai loro genitori con gli Assaggi di laboratori. Monti Canu a misura di bambini con l'archeologa Silvia Ricci, Poesie (ai) Giganti con Elena Morando, e Riprendiamo il Ritmo con Mauritmo Dorè (Maurizio Giordo Gurdulù Teatro).
Tre appuntamenti serali arricchiranno, inoltre, il progetto didattico. Il 2 settembre, sulla Spiaggia di Palau Vecchio, la Notte Animata a cura di Andrea Martignoni in collaborazione con Animaphix Nuovi Linguaggi Contemporanei Film Festival - Bagheria (PA), proporrà una selezione di cortometraggi animati. Il 3 settembre, in Piazza Fresi, Maurizio Giordo Gurdulù Teatro porterà in scena lo spettacolo clown Lulù e le sue valigie magiche. Il 4 settembre, al Polo Culturale Montiggia, infine, immancabile appuntamento al Polo Culturale Montiggia per l’attesa serata dedicata alla condivisione pubblica di quanto vissuto e realizzato all’interno dei Laboratori a misura: una serata aperta a tutti fatta di immagini, suoni, tante emozioni e divertimento.
A partire da giovedì 5 settembre si entrerà nel vivo del programma di questa XXVIII edizione. Primo appuntamento della giornata il suggestivo concerto al tramonto sulla maestosa scogliera granitica di Punta Tegge a La Maddalena che vedrà protagonista il duo sperimentale Los Sara Fontàn (Spagna): un’esibizione in cui il violino di Sara Fontàn filtrato da un arsenale di effetti a pedali, dialoga con la batteria Edi Pou, spaziando dal contemporaneo all'elettronica, da frammentazioni sonore rarefatte, a sfrenati ritmi drum & bass.
Si rientrerà, poi, a Palau per l’inaugurazione della sezione fotografia con la mostra Sguardo di frontiera del grande fotoreporter recentemente scomparso Ivo Saglietti, a cura di Federico Montaldo - che, a seguire, sarà ospite dell'incontro Riflessioni sull’etica di un mestiere - e Nanni Angeli, e realizzata in collaborazione con Archivio Saglietti. L’esposizione - che sarà visitabile fino al 6 ottobre 2024 presso le Sale Polivalenti del Cineteatro Montiggia - rappresenta un omaggio alla carriera straordinaria di Saglietti, tre volte vincitore del World Press Photo e riconosciuto per la sua capacità unica di narrare l'uomo e il suo destino.
La mostra presenta sessantuno immagini che abbracciano un periodo che va dalla fine degli anni ‘80 del secolo scorso fino al 2018 e che proporranno un viaggio nello spazio e nel tempo sulle orme del lavoro di Saglietti.
Dal Cile sotto la dittatura di Pinochet - lavoro da cui è stato tratto il suo primo libro fotografico, Il rumore delle sciabole (LM Editoriale, 1989) -, al reportage che racconta la via degli schiavi tra Benin, Uganda e soprattutto Haiti; dalla guerriglia di Sendero luminoso in Perù, che gli valse il suo primo World Press Photo Award nel 1992, all’Intifada in Palestina con immagini che non cercano mai la facile emotività, ma di raccontare, con la sua consueta umanità e con il rispetto dei soggetti ripresi, la vita nei “territori” palestinesi.
Dalle conseguenze tragiche delle guerre balcaniche in Kosovo, dove Saglietti seguì il conflitto praticamente dal suo inizio, e a Srebrenica - con l’immagine delle due donne bosniache che piangono sulla bara di un loro congiunto premiata con il World Press Photo nel 2011 -, al fenomeno globale delle migrazioni, di cui fu tra i primi ad occuparsi raccontando con le sue immagini la condizione di queste masse di persone che abbandonano le loro terre spinte dalle guerre, dalla fame, dalla povertà, dal miraggio di un futuro migliore per loro e per i loro figli.
Tra gli ultimi lavori, il racconto dell’esperienza di Padre Paolo Dall’Oglio, con cinque fotografie che fanno parte del più ampio progetto che racconta del dialogo possibile e necessario tra le religioni e gli uomini attraverso l’esperienza comunitaria dell’antico monastero siro antiocheno Deir Mar Musa el-Habasci (San Mosè l’Abissino), luogo di ospitalità e di scambio interreligioso cattolico e musulmano abbarbicato sulle montagne della Siria.
E, infine, in omaggio alla terra di Sardegna, alcune immagini inedite del sud dell’Isola, che Saglietti amava molto e alla quale amava tornare ripetutamente per una sua ricerca personale sul paesaggio. Le sue esplorazioni lo portano su luoghi e territori abbandonati o dismessi, che raccontano di un passato industriale (Carbonia, Argentiera), di campagne desolate e casolari in rovina, ma anche di muri a secco che sfidano i secoli in alcune delle aree povere dell’isola (Sulcis – Iglesiente e Nurra).
In queste immagini non si vede l’uomo ma le sue tracce, lo stile è sempre quello asciutto e mai ammiccante o estetizzante che contraddistingue tutta la sua fotografia, con elementi compositivi che ricorrono spesso, come i pali a dividere il piano in porzioni diverse.
Nel corso della serata di giovedì anche un nuovo appuntamento con i sapori del territorio, con Momenti DiVini e la degustazione di vini di piccoli produttori sardi.
Venerdì 6 giornata ricca di proposte a partire dal mattino, con il concerto acustico sulla scogliera di Talmone - raggiungibile a piedi percorrendo il sentiero panoramico che conduce all’ex Batteria Militare Talmone che domina Punta don Diego - Alone, not lonely di Antonio Raia (Italia). Raia, sassofonista, compositore e improvvisatore, amante della commistione tra musica, teatro e danza, darà vita a una performance viscerale e struggente che alternerà flussi di improvvisazione avant-jazz a riletture dei classici della tradizione napoletana.
Si riprenderà poi nel pomeriggio nello spazio intimo e raccolto di Cala Martinella a Palau con Risacca #19 e Daniele Ledda (Sardegna), vero e proprio agitatore della scena creativa cagliaritana. Qui, i suoni della risacca dialogheranno con il suo Clavius, strumento auto-costruito che, partendo dal pianoforte preparato di John Cage, indaga le possibilità di fusione tra analogico e digitale, spingendo al limite l’idea di preparazione e ponendola al servizio di una musica sperimentale fortemente radicata nelle sonorità mediterranee.
Alla sera, il primo concerto Al Faro #11 di quest’anno ospiterà il collettivo The Elephant (Italia) che vede insieme tre personalità di spicco del jazz sperimentale italiano: Gabriele Mitelli (tromba, voce, elettronica), Pasquale Mirra (vibrafono, elettronica), Cristiano Calcagnile (batteria, percussioni). In the room sarà un concerto immersivo fatto di musiche sognanti e visioni, che affondano le radici in una free music felice e che, cogliendo la lezione di Don Cherry, ci traghetta in un futuro immaginifico in cui i generi vengono fatti a brandelli, tra pulsazioni sincopate, paesaggi elettronici e richiami post-rock.
La giornata si chiuderà in festa sulla spiaggia di Palau Vecchio con l’atteso dj set di Turbolenta (Marocco/Algeria/Italia) che intreccia radici maghrebine e nord africane con sonorità universali. Una serata che rinnoverà il rituale della danza, celebrando la diversità e la ricchezza musicale dell’altra sponda del mediterraneo.
Il programma di sabato 7 settembre si aprirà alla Chiesa Campestre di San Giorgio con l’incontro curato da Paolo Angeli che vedrà quest'anno in dialogo le due cantanti Sanem Kalfa e Meral Polat. Al termine dell’incontro, Sanem Kalfa sarà ospite del suggestivo momento de Il primo canto con un solo di voce e violoncello. La mattinata è realizzata in collaborazione con Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi in Italia e si chiuderà con l’Aperitivo campestre un momento dedicato alla degustazione di eccellenze vinicole sarde a cura di Paola Placido.
Nel pomeriggio appuntamento alla Roccia Dell’orso (Capo D’orso) di Palau per uno dei momenti più suggestivi del Festival - realizzato con il patrocinio dell’ISRE e in collaborazione con Lugori S.c.a.r.l., Archivio Mario Cervo e Associazione “Tottoi Zobbe e Antoni Are” - che rinnova l’appuntamento annuale con il Canto a Tenore, tra le forme polivocali più antiche del mediterraneo.
La XIX edizione di Di Granito Musiche tradizionali tra sacro e profano Sonorizzazione itinerante della Roccia dell’Orso dedicata a Pietro Sassu, Mario Cervo e Antoni Are sarà accompagnata dalle voci dei Tenore Santa Rosulia de Benetutti (Sardegna) e Tenore Santu Franziscu de Alà (Sardegna).
Calato il sole si ritornerà a Punta Palau per la seconda serata Al Faro #11 con due concerti in programma. Il primo con Sutari Trio (Polonia) e il suo #lullabiesfortheworld (in collaborazione con Istituto Polacco di Roma). Un ensemble al femminile - Basia Songin (voce, owl viella, percussioni, looper), Kasia Kapela (voce, violino, percussioni), Dobromiła Życzyńska (voce, violino, percussioni) - punta di diamante della scena post folk polacca che, attraverso l’uso di strumenti tradizionali, oggetti di uso quotidiano, emozionanti tessiture degli archi e raffinate armonie vocali, costruisce ponti tra la musica popolare della Polonia e dell'Ucraina, rivisitate in chiave contemporanea.
Il secondo con Meral Polat Trio (Kurdistan/USA/Belgio/Paesei Bassi) - Meral Polat (voce), Chris Doyle (tastiere e chitarra elettrica), Jens Bouttery (batteria) - che accompagnerà il pubblico in un viaggio attraverso canzoni popolari del kurdistan e anatolia, impastate con un blues di protesta, crudo e profondo, dando vita a un live ora energico e dance, ora raffinato e meditativo, che fa detonare le barriere musicali tra Oriente e Occidente (concerto realizzato in collaborazione con Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi in Italia).
Domenica 8, ultimo giorno di Isole che Parlano, al mattino, saremo alle Tenute Filigheddu di Palau per il concerto dei Moi.Gea (Italia) e il Brindisi al prossimo anno, ultimo momento di Isole che Parlano di sapori, accompagnato dai vini della cantina. Gruppo rivelazione che sta emergendo con un forte carattere autoriale, elaborando un linguaggio basato sul binomio due batterie/due sassofoni, che dà vita a una musica multiforme che ammicca a jazz, world e avanguardia, i MOI•GEA sono Lorenzo Cucco al sax tenore, Fabio Pavan al sax baritono e Simone Buttarello e Rita Brancato alle batterie.
Nel pomeriggio, invece, appuntamento imperdibile con una delle esperienze più amate dal pubblico del Festival: il concerto al tramonto a Cala Corsara sull'isola di Spargi, nel cuore del Parco Nazionale dell’Arcipelago della Maddalena. Qui, a dialogare con i colori e i suoni di questa piccola baia paradisiaca, sarà Yegor Zabelov (Bielorussia), un musicista che infrange i limiti organologici della sua fisarmonica, preparata con microfoni individuali per ogni tasto, per creare una tessitura minimale e poliritmica. Una performance caratterizzate da una fisicità estrema, un rituale musicale con componenti mistiche, che evoca paesaggi cinematografici burrascosi e statici.
Infine, in serata, il tradizionale Saluto al mare - quest’anno affidato adAntonio Raia che proporrà un solo di waterphone e voce - chiuderà ufficialmente l’edizione, salutando il pubblico di Isole che Parlano e dando appuntamento al prossimo anno.
Infine per gli instancabili, dalle 22:30, sempre a Palau Vecchio, un omaggio di Ghighi di Paola che con Bites & Beats, regalerà ai più resistenti un Dj set distensivo, un impulso a muovere il corpo attraverso i generi: Afrotronics, reggae & ska, dub e punk, electro swing, orchestre balcaniche e cianfrusaglie varie.
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