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Olbia: al via sit in con corteo per dire “Giù le mani dalla sanità”

I sindacati riuniti raccontano i dietro le quinte della manifestazione

Olbia: al via sit in con corteo per dire “Giù le mani dalla sanità”
Olbia: al via sit in con corteo per dire “Giù le mani dalla sanità”
Barbara Curreli

Pubblicato il 30 March 2025 alle 08:00

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Olbia. Il diritto alla salute e ad una sanità che risponde ai cittadini non ha colori e non ha bandiere, ed ecco dunque l'appello delle sigle sindacali riunite per dire basta e per richiedere a gran voce con tutta la popolazione il diritto alla salute che va, via via, sempre più scomparendo. Appuntamento lunedì 31 marzo dalle 10 in Bazzoni Sircana e corteo fino all'ospedale Giovanni Paolo II. 

La sede della Cgil ha ospitato questa mattina una conferenza stampa in cui i rappresentanti di diverse sigle sindacali: Danilo Deiana (Cgil), Vito Langiu (UIL), Achille Caddeo (Nursind), Jessica Cardia (Cgil Fp) e Paolo Dettori (Uilfpl) hanno presentato il percorso di declino della sanità, nello specifico in Gallura e nel nord Sardegna, che porta oggi alla scelta di far sentire, di gridare il proprio no, non ci sto, e la richiesta di restituirci il diritto alla salute dichiarato dalla Costituzione. 

Un appello che giunge da più parti, che vede coinvolte le sigle sindacali, le associazioni, i lavoratori e nondimeno, i cittadini, gli utenti, un discorso insomma che riguarda tutti. Dopo il sit in tenutosi a Sassari nella giornata di giovedì ecco che anche la città di Olbia si mobilita per dire no, per dire basta al crescere delle liste d'attesa, al diminuire dei posti letti, al taglio del personale, alla chiusura dei dipartimenti, ai turni di lavoro suddivisi tra un numero esiguo di medici, infermieri e assistenti. 

Ognuno dei presenti ha dato un contributo ricordando gli allarmanti numeri della sanità che attraversano le montagne russe al contrario : carenza dei posti letto con una riduzione da 300 a meno di 200, riduzione disastrosa di più di 1/3, commissioni mediche per le invalidità che devono gestire più di 10 mila domande, personale sempre più carente, tra pensionamenti e tagli, mancano molti professionisti e i pochi rimasti devono lavorare per due o tre. Aprire le case di Comunità non ha comportato molti benefici dato che mancano medici e infermieri, e se si considera la vicenda dei medici di base si scopre un medico che visita su appuntamento, solo via app con notevoli disservizi e mancate pronte risposte in tempi brevi. 

Uno smantellamento della sanità pubblica a favore di quella privata, dove ora anche la sanità privata è bloccata e non è in grado di dare risposte e riscontri. "Città come Olbia, Tempio, La Maddalena offrono coste e paesaggi bellissimi, ma non una sanità d'eccellenza, questa è una sanità da terzo mondo" - ribadisce Langiu.

Si parla di tagli e di trasferimento di reparti e di chiusure di dipartimenti, Jessica Cardia parla di urgenze, emergenze e di come spesso lo stesso servizio Areus delle ambulanze non abbia riscontro, si rischiano vite: i pronto soccorso sono al collasso e non hanno né personale, né posti letto.

"Non manca molto all'aggravarsi dello scenario con l'arrivo della stagione estiva dove in tutte le località si assiste ad una popolazione che si decuplica e le strutture non possono dare riscontro. Serve una celere inversione di rotta, programmi operativi e gestione delle urgenze, subito ora, al di là dei decreti, delle leggi e dei commissariamenti, servono risposte perché la salute non può aspettare", e su queste parole si attende che tutta la popolazione risponda all'invito presentandosi lunedì mattina a difendere i diritti di tutti, perché la salute riguarda tutti.