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Luras, crisi politica senza ritorno: si dimettono dieci consiglieri, in arrivo il commissario

Dopo settimane di tensione e intimidazioni, il consiglio comunale si svuota: il sindaco Azzena resta con soli due fedelissimi

Luras, crisi politica senza ritorno: si dimettono dieci consiglieri, in arrivo il commissario
Luras, crisi politica senza ritorno: si dimettono dieci consiglieri, in arrivo il commissario
Olbia.it

Pubblicato il 27 March 2025 alle 11:00

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Luras. La crisi politica a Luras è ormai giunta al suo epilogo. Dopo le prime sei dimissioni, nella serata del 26 marzo, altri quattro consiglieri – questa volta dell’opposizione – hanno formalizzato le proprie dimissioni presso l’ufficio protocollo del Comune, portando a dieci il numero complessivo degli abbandoni. Rimangono in aula solo il sindaco Mauro Azzena, Giuseppina Pittalis e Tore Loriga, troppo pochi per garantire la continuità amministrativa. L'arrivo del commissario prefettizio appare ormai inevitabile.

Il segretario comunale Gian Luca Cocco, presente durante l’ultima convocazione del consiglio comunale, ha preso atto della situazione. Già nei giorni precedenti si era rivolto alla Prefettura per ricevere indicazioni su come procedere, ma gli sviluppi politici hanno reso superfluo ogni tentativo di salvataggio. L'aula del consiglio è rimasta praticamente vuota, con un pubblico ridotto e un’atmosfera di rassegnazione.

La crisi si è sviluppata in un clima già fortemente compromesso. Il 18 marzo, nel corso di una precedente seduta andata deserta, il sindaco Azzena aveva rivelato pubblicamente di essere stato oggetto di intimidazioni, insieme a una vigilessa. Secondo quanto dichiarato, i carabinieri avevano rinvenuto, lungo la strada per Nuchis, cartelli con disegni di bare e frasi minacciose rivolte a entrambi. Il sindaco aveva espresso il suo rammarico e la propria sorpresa per l’accaduto, sottolineando la gravità del silenzio da parte dei consiglieri dimissionari, che – salvo un'eccezione – non avevano espresso alcuna solidarietà.

Durante quella seduta, oltre al sindaco e ai due consiglieri rimasti fedeli alla maggioranza, non si era presentato nessun altro membro del consiglio, rendendo impossibile qualsiasi surroga dei sei consiglieri già dimessi. Anche ipotizzando la sostituzione di due membri, il consiglio non avrebbe comunque raggiunto il numero legale di sette consiglieri.

Le dimissioni in massa e l’assenza dell’opposizione hanno dunque portato al collasso l’intero consiglio comunale. Secondo quanto trapelato da settimane, la decisione di far cadere il sindaco sarebbe maturata già durante il periodo di Carnevale, in seguito a uno scontro tra Comune e Pro Loco, che ha acuito le tensioni interne alla maggioranza. Nonostante Azzena avesse dichiarato di aver avuto un incontro distensivo con il proprio gruppo, i fatti successivi hanno confermato una spaccatura insanabile.

Il sindaco aveva promesso di non dimettersi per evitare il blocco dei progetti in corso per il paese, sottolineando come un commissariamento avrebbe rallentato le attività amministrative. Ma il precipitare degli eventi ha reso vano anche il suo appello pubblico alla responsabilità.