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Olbia, attentato nella notte in centro storico: la testimonianza

Un’esercente denuncia il degrado urbano

Olbia, attentato nella notte in centro storico: la testimonianza
Olbia, attentato nella notte in centro storico: la testimonianza
Barbara Curreli

Pubblicato il 13 November 2024 alle 07:00

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Olbia. "L’ennesima notte da “Far West” nel centro storico di Olbia, quello che dovrebbe essere un salotto cittadino decantato addirittura più volte come 'bomboniera', è spesso invece un ritrovo di tossici, incivili e personaggi della malavita che bivaccano sulle panchine e danneggiano le attività commerciali." Ecco le dure parole dell'esercente del centro storico che quest'oggi, recandosi presso i suoi locali ha trovato una brutta sorpresa.

"Si decanta il decoro pubblico proprio a loro, alle attività e ai locali che per tutte le grandi città sono l’anima dei centri storici che grazie alle loro iniziative servono appunto a un decoro che a quanto pare per Olbia non interessa. Infatti sono spesso punite dall’amministrazione o attivano regolamenti che lasciano molto da pensare dopo le numerose denunce degli episodi di forte degrado che le tre piazze principali e vicoli annessi subiscono ogni giorno." continua la donna.

L'altra notte avrebbero infatti tentato di dare fuoco ad una delle vetrine dello spazio The Green Life in Via Cavour. Lo scenario che si è trovata davanti Sonia Ripamonti, titolare dell’attività, è stato spaventoso: segni di bombolette bruciate e un vaso quasi carbonizzato.

“L’ennesimo episodio di inciviltà in un paese visibilmente in forte degrado dove lo spaccio è all’ordine del giorno, dato che lo fanno tranquillamente anche davanti alla mia porta d’ingresso da quando si è avuto la brillante idea di aprire il vicolo per far passare le autovetture e decidere di far morire le attività commerciali che ne potevano usufruire con i loro bellissimi dehor. Una mattina mi sono trovata davanti addirittura l’ago di una siringa e persone visibilmente in stato di ebbrezza e non solo, che bivaccano nei gradini frontali all’entrata della mia attività, disturbando i passanti e minacciando la mia persona.
Trovo scandaloso che ad una certa ora il paese sia abbandonato da qualsiasi controllo, sono stata più volte seguita da persone extracomunitarie fino al parcheggio della mia autovettura tentando di trovarmi in una situazione favorevole per loro per borseggiarmi pensando di avere l’incasso dell’attività." racconta la commerciante.

"Avere paura di uscire dalla mia attività per raggiungere la macchina non deve essere normale, specialmente durante le sere invernali dove la maggior parte delle attività sono chiuse perché in ferie o perché seguono il loro giorno di riposo. Per non parlare di chi usa la strada e i vicoli come bagno e alcune zone non vengono raggiunte dai turisti, gli stessi che poi affermano 'ah che bell'ambiente che avete in questa città.' Ci dovrebbero essere pattuglie specialmente in certi orari a controllare il vero decoro pubblico ed evitare che succedano situazioni spiacevoli. Siamo completamente abbandonati dall'amministrazione comunale" spiega Ripamonti.

Le criticità relative al quartiere sono cosa nota, come sottolinea ancora la titolare dell'attività: "Trovo vergognoso punire le attività commerciali e intralciarle nelle loro attività, bisognerebbe aiutarle e premiare chi decide di mantenere vivo un centro storico anima di qualsiasi città. Nella città da cui provengo si conoscono bene i quartieri da non frequentare perché animati da gente pericolosa e di sicuro non è il centro storico. Quest’estate ho sofferto molto il passaggio del turista in quanto girava al largo dalle panchine dove è consuetudine il ritrovo di queste persone vicine al vicolo dove si trova la mia attività. Gente che beve in barba ad un’ordinanza fantasma che fa chiudere attività commerciali alle 20:00 ma lascia aperte altre dove è comunque possibile prendere alcool da asporto. Tutto questo sotto gli occhi della polizia urbana che li lascia fare, tanto non possono fargli nulla fino a quando non succede qualcosa."

Lo sconforto della donna è manifesto, ma non senza speranza: "Bisogna aspettare quindi che succeda qualcosa di grave per intervenire? Spero di non essere ricordata come il fatto grave!
Le cose spiacevoli da testimoniare sono tante e all’ordine del giorno, ormai quasi è un’abitudine e si convive, ma sia io che colleghi di altre attività siamo molto arrabbiati per come l’amministrazione cerca di risolvere apparentemente con ordinanze assurde, quasi a volere sostenere e difendere questa situazione. Ad ogni modo nel mio piccolo cerco comunque di sopravvivere continuando a spacciare invece arte e cultura in un paese carente e di tener aperto sempre  anche quando tutti chiudono, inventando iniziative ed eventi per combattere le scene di degrado," dichiara in conclusione Sonia Ripamonti, titolare dell’attività The Green Life.