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Calangianus: Pasca di Natali è il primo presepe vivente sardo nel circuito nazionale

Il centro gallurese racconta la storia tra lu ciocca ciocca e la natività

Calangianus: Pasca di Natali è il primo presepe vivente sardo nel circuito nazionale
Calangianus: Pasca di Natali è il primo presepe vivente sardo nel circuito nazionale
Barbara Curreli

Pubblicato il 26 December 2024 alle 06:00

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Calangianus. Ritorna il presepe vivente di Calangianus, giunto alla sua tredicesima edizione che da quest'anno entra nel circuito nazionale dei presepi viventi.

L'Associazione Contiamoci in collaborazione con il comune di Calangianus e tutte le altre associazioni locali, anche quest'anno trasformerà il paese in un presepe vivente, una parte del paese, un rione, si trasformerà per alcuni giorni nel luogo che farà rivivere la nascita del bambin Gesù, un luogo i cui rivivranno la storia e le tradizioni locali.

La presidente dell'associazione Contiamoci, Alessandra Giagheddu racconta, con l'entusiasmo che la contraddistingue, il lavoro che si cela dietro questa settimana di attività visibile a compaesani e turisti: "dietro c'è un lavoro che dura per quattro mesi, tra preparativi e smontaggio, ogni anno utilizziamo un rione differente e questo comporta con sé anche un ulteriore vantaggio, quello di riqualificare e valorizzare diversi scorci del paese".

"I primi anni abbiamo avuto più difficoltà ma adesso è una sfida ancor più avvincente, ogni anno la scenografia diventa più stimolante e i cittadini si dimostrano ben disponibili a prestare abitazioni, locali o vecchie attività. Quest'anno per esempio ci sarà un negozio particolare, in queste occasioni gli anziani hanno un ricordo della gioventù, ci raccontano il passato e per i giovani significa scoprire un'altra epoca, le case si raccontano, riprendono vita - spiega Giagheddu.

"Durante una precedente edizione è arrivata un'inviata dalla Sopraintendenza da Roma, la dottoressa che si occupa di tradizioni popolari, è rimasta molto colpita e conquistata dal nostro presepe, anche per il coinvolgimento dell'intero paese, tanto da presentarlo come progetto potenzialmente inseribile nel circuito nazionale. Avviato l'iter burocratico e valutate testimonianze e attività si è proceduto alla conferma e dunque da questa edizione il presepe vivente di Calangianus entra nel circuito, nell'associazione nazionale presepi viventi".

Dietro questo successo che viene festeggiato dall'intera isola, poiché Calangianus è il primo paese della Sardegna ad entrare nel circuito, c'è un lavoro lungo a cui partecipa e aderisce l'amministrazione comunale, tutti gli abitanti che svolgono le attività di figuranti, le altre associazioni e persino la Parrocchia che vede da quest'anno un nuovo parroco coinvolto nel progetto Don Andrea Domanski. Al presepe partecipano tutti, dai neonati alle persone anziane, si tratta di un'evento che coinvolge e avvolge l'intera cultura locale, dai piatti tipici alle tradizioni.  

L'evento potrebbe assere considerato anche come una rassegna di Cortes ma con un aspetto religioso, una valorizzazione del territorio che riporta al presente il passato- racconta la presidente Giagheddu:" quest'anno è stato bello trovare una legnaia del 1600 con un soppalco originario, la proprietaria che ama molto il Natale è stata ben disponibile a metterci a disposizione la struttura".

"È capitato qualche volta di avere qualche difficoltà per trovare Gesù bambino, i figuranti sono tanti, partecipa l'intera popolazione non solo coloro che fanno parte dell'associazione, infatti è facile vedere più persone che si danno il cambio in un determinato ruolo, anche perché sia nella giornata di "Lu Ciocca ciocca" che si è tenuta il 21 dicembre, che nelle altre due giornate del 26 dicembre e del 5 di gennaio passare l'intera giornata può essere molto impegnativo tra lavori e mansioni".

"Orami siamo rimasti pochi, siamo soprattutto donne nell'associazione, ricordo ancora quando è venuta l'incaricata da Roma, lei era presente quando è stata fatta l'edizione al Chiostro nell'ex convento dei frati francescani. Alla manifestazione - prosegue Giagheddu - collaborano tutti, anche la leva di turno, c'è anche l'associazione della Sagra del bovino, da quest'anno siamo stati anche inseriti nel calendario delle manifestazioni di Salude e Trigu, siamo circa un 200 persone che collaborano per la riuscita dell'evento, ci sono le signore anziane che fanno la pasta, gli gnocchi e li fatti fritti".

"Diciamo che in tempi in cui è più difficile riappropparsi del passato perché purtroppo ci si è industrializzati, si riesce anche con questo presepe vivente a riportarci indietro nel passato, una cosa che è già stata fatta anche con l'istituzione del museo del sughero già a partire dal 2010, gli abiti sono fatti da una sarta locale sia per la Madonna che per San Giuseppe, ma anche per i Re Magi. Non mancano tra i figuranti i pastori, che sono le figure più identificative del territorio, partecipano anche i gruppi folk e gli Artigiani locali".

Nel concludere il suo racconto la presidente Giagheddu ricorda che: "sono necessari circa 4 mesi di attività tra il prima e il dopo per realizzare l'evento, un impegno notevole che inizia già da ottobre, e dopo i primi di gennaio per rimettere tutto in ordine si arriva a febbraio, quest'anno abbiamo trovato una location tra le tante rivisitate nell'arco degli anni che ci ha consentito di avere tutto in un'unica zona, e siamo convinti che la provvidenza ci viene incontro".

"Al primo evento che è stato fatto il 21 siamo andati a visitare le case di riposo proprio quando c'è Lu ciocca ciocca, quindi si bussa di casa in casa, poi siamo andati in chiesa e c'è stato anche il censimento, un ulteriore progetto apprezzato che testimonia ulteriormente che il presepe non viene più vissuto come un qualcosa di statico da osservare, ma si diventa parte integrante del presepe stesso, non lo vedi dal di fuori, ti siedi alla locanda dove mangi e bevi, sei parte attiva del presepe stesso, vedi e assapori le attività che oggi come ieri raccontano la vita di migliaia di anni fa ripresentata nella veste storica locale".

Nella giornata di oggi, 26 dicembre, Pasca di  Natali vi aspetta per raccontarvi e coinvolgervi nella vita della Gallura con un salto nel tempo.