Thursday, 14 November 2024
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Pubblicato il 29 October 2022 alle 10:12
Olbia. Nell’ambito di una complessa indagine economica finanziaria durata due anni, "i Finanzieri del Gruppo Olbia, operando su delega della Procura di Tempio Pausania, hanno scoperto che una società con sede in città, ed operante nel settore della intermediazione di lavoro non era altro che una cosiddetta scatola vuota utilizzata per emettere “fatture false” al fine di consentire a numerose ditte del trevigiano di evadere le imposte dirette, l’IVA nonché di sottrarsi agli adempimenti previdenziali", si legge nella nota della Guardia di finanza.
"Sono state denunciate 8 persone, responsabili a vario titolo di delitti tributari, interposizione fraudolenta di manodopera, e riciclaggio. Attraverso la creazione di una società di comodo intestata ad un “prestanome”, la quale formalmente forniva personale specializzato, si spostavano gli obblighi fiscali e contributivi in modo fittizio ed illecito in capo ad un ente che non avrebbe mai assolto a tali obblighi. Si tratta di una pratica particolarmente insidiosa e difficile da ricostruire. Il sospetto è maturato fin dai primi accertamenti atteso che la società olbiese, intestata ad un cittadino romeno, risultava aver emesso fatture per operazioni rilevanti pur essendo stata appena costituita. Infatti in sole due annualità l’amministratore della società ha presentato dichiarazioni dei redditi per volumi d’affari milionari: nel biennio 2017-2018 sono state emesse fatture per la prestazione di manodopera per oltre 3 milioni di euro".
"Un rapporto meramente cartolare atteso che i dipendenti venivano gestiti direttamente dalle società del nord est e il servizio di intermediazione serviva solo a dissimulare l’esistenza della società olbiese. L’illecito descritto si concretizza con il ricorso a soggetto giuridico "di comodo" usato come mero “contenitore” della forza lavoro che veniva strumentalmente allocata presso imprese utilizzatrici - in contesti evasivi - mediante la dissimulazione di contratti attestanti appalti per inesistenti “prestazioni di servizio” in luogo alla reale “fornitura di manodopera”.
"L’evasione fiscale realizzata mediante il siffatto disegno criminoso corrisponde in totale a oltre 3 milioni di euro di imponibile e oltre 650 mila euro di I.V.A.; sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria 8 soggetti, responsabili a vario titolo di reati fiscali, riciclaggio e interposizione fraudolenta di manodopera. L’evasione fiscale rappresenta una piaga per l’intero sistema economico perché sottrae risorse all’erario, mina gli interessi dei contribuenti e consente una competizione sleale con le imprese oneste. Il costante impegno del Corpo nelle attività di polizia economico finanziaria permette di controllare il territorio in maniera capillare per contrastare le forme più svariate di evasione fiscale a tutela del cittadino", conclude la nota.
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