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Cronaca

Olbia: scampata l'alluvione rimane un'onda di spazzatura

Olbia: scampata l'alluvione rimane un'onda di spazzatura
Olbia: scampata l'alluvione rimane un'onda di spazzatura
Angela Galiberti

Pubblicato il 30 November 2020 alle 12:23

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Olbia, 30 novembre 2020 - La Gallura, questa volta, l'ha scampata e con essa anche la Città di Olbia che, dopo una notte di paura e tre giorni pieni di tensione (e brutti ricordi), finalmente può guardare al cielo senza tremare. A far storcere il naso, però, è la quantità di spazzatura per le strade: difatti, in tutta la gestione dell'emergenza, qualcosa non ha funzionato.

Cosa? La comunicazione, almeno per quel che riguarda un servizio essenziale come il ritiro della spazzatura. Per una serie di circostanze curiose, l'ordinanza - seppur emanata nella tarda mattinata del 27/11 - non è diventata virale e dunque non si è generato il passaparola all'interno della comunità olbiese. Unico sul "pezzo", il 27 novembre, Antonio Dessì sul suo gruppo Facebook, che però non è l'addetto stampa del Comune di Olbia né il portavoce del sindaco Nizzi. A proposito del sindaco Nizzi, sulla sua pagina ufficiale (che in caso di emergenza dovrebbe - in teoria - rivestire una certa importanza e una certa celerità nell'aggiornamento), tale notizia è stata data il giorno dopo (28 novembre) alle 11:36 (la raccolta viene fatta la mattina presto): il messaggio precedente risale al 26 novembre (ore 18:18), quindi il 27 non è stato pubblicato nulla.

Non pervenuta la pagina Facebook della De Vizia, ferma al 2016, e nemmeno quella della Protezione Civile Olbia che ha ribattuto gli avvisi di criticità più una nota del sindaco alle ore 19:12 del 28 novembre.

Si dirà, giustamente, che "Facebook" può non considerarsi una priorità o un canale ufficiale dal punto di vista "amministrativo": vero, ma nemmeno nel canale amministrativo ufficiale (cioè il sito istituzionale del Comune di Olbia) c'è stata questa celerità nell'aggiornamento. L'ordinanza sulla sospensione dei rifiuti è stata pubblicata sull'Albo pretorio il 28 novembre e lo stesso vale per la home del sito istituzionale.

Risultato? Una marea di olbiesi non ha avuto accesso a questa informazione, le strade erano piene di mastelli pieni zeppi di spazzatura sabato, erano piene di mastelli la domenica e sono piene di mastelli anche questa mattina.

A questo punto si possono fare diverse considerazioni: che una volta avvisati, seppur in ritardo, gli olbiesi avrebbero dovuto riportare dentro i mastelli (vero); che in emergenza il "buon senso" dovrebbe consigliare le persone a non esporre la spazzatura (sì e no, visto che la raccolta è un pubblico servizio e può essere interrotta solo con apposita ordinanza); che in fin dei conti la notizia, seppur non diffusa in maniera capillare, era uscita e dunque gli olbiesi non avrebbero scusanti.

Cosa ci insegna, in realtà, tutto questo? Che la comunicazione in emergenza non solo deve essere celere e tempestiva, ma anche a tamburo battente su tutti i canali a disposizione: ufficiali, non ufficiali, giornalistici, personali, magari anche con il coinvolgimento dei consiglieri e delle consigliere comunali. Solo in questo modo si genera la giusta viralità dell'informazione di pubblica utilità capace di giungere, tramite il passaparola, anche a chi non usa i social e non legge i giornali o non ha accesso a internet. In emergenza, in sostanza, per alcune cose non si può dar tutto per scontato.