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Pubblicato il 17 January 2021 alle 19:03
Olbia. Il suggestivo borgo di San Pantaleo nel corso degli ultimi anni sta richiamando sempre più artisti da tutto il mondo. Le piccole piazze in cui si svolge il tipico mercatino dell'artigianato e i caratteristici vicoli in cui fanno bella mostra i laboratori artistici, fanno di questo paesino della Gallura una delle mete preferite da chi ama l'arte e tutte le sue declinazioni. Qui diversi artisti hanno deciso di fermarsi con i propri laboratori o hanno allestito le proprie gallerie. Incontriamo Maurizio Sergiusti, conosciuto anche con lo pseudonimo Scoobafish. L'artista nasce a Milano, ma ben presto diviene cittadino del mondo approdando in vari Paesi, per poi scegliere San Pantaleo come sua ultima residenza: "Sono arrivato qui a San Pantaleo cinque anni fa in occasione di un expò che aveva come intento la riqualificazione di questo delizioso borgo gallurese. Dopo due stagioni in cui facevo la spola con quest'angolo di Gallura, ho deciso di stabilirmi qui". Figlio d'arte, già a soli 13 anni collaborava con sua madre. La sua produzione artistica prima di arrivare all'arte figurativa ha attraversato anche il mondo della musica, regalandogli grandi soddisfazioni. Poi un primo riconoscimento conferito da Adobe 10 anni fa ha improvvisamente delineato a Maurizio Sergiusti un nuovo percorso grafico-creativo: "Ho realizzato un nuovo carattere grafico partendo dal materiale di riciclo. Un'idea che mi ha indicato un nuovo corso artistico". E così da oggetti che la marea riporta sulle spiagge, o da rifiuti abbandonati in discariche improvvisate a bordo strada, Maurizio Sergiusti crea delle opere di straordinario impatto visivo e comunicativo. "Le mie opere sono come dei grandi amori del momento, da cui a differenza di tanti miei colleghi artisti riesco a distaccarmi facilmente. Ogni vendita non è un distacco. Sono infatti lusingato che le mie opere in cui esprimo tutta la potenzialità del riciclo, possano andare ad arricchire e abbellire altri luoghi". Con il suo continuo peregrinare sulle spiagge sarde, o tra le piccole discariche, contribuisce non poco alla causa ecologista. Ama definirsi spesso uno spazzino che segue il suo istinto nel produrre arte. "Non raccolgo assolutamente conchiglie o elementi di origine animale. Le mie opere sono formate solo da scarti dell'uomo che vengono abbandonati nell'ambiente", precisa Maurizio Sergiusti, che ama definirsi un raccoglitore seriale di rifiuti. Metallo, legno e tanta plastica, sono il risultato delle sue raccolte. Tra i suoi progetti spiccano opere dalle dimensioni importanti, scaturite dall'assemblaggio anche di cartelli stadali dismessi, o tavole di legno destinate alla discarica. Tutto riprende vita e nuovo vigore quando l'artista ne vede la possibile integrazione all'interno di un'opera. E così ecco che plastica, tubi metallici, rotoli e parti in lamiera diventano componenti di opere riproducenti ritratti di Freddy Mercury, Michael Jackson, Mohamed Alì, Il Bacio di Klimt o ne I Girasoli di Vincent Van Gogh. Solo per citarne alcuni della sua numerosa produzione artistica. Figure antropomorfe, grandi fragole ricavate da cartelli stradali, sagome di pesci o balene, hanno nell'ultimo anno fatto parte di esposizioni che l'artista Maurizio Sergiusti ha potuto curare solo on line: "Inutile dire che l'emergenza pandemica abbia pesantemente condizionato anche il mio lavoro. In questo ultimo periodo ho saltato esposizioni in programma a Los Angeles e in Svizzera, solo per citarne alcune". Ma l'arte non si arrende e già un nuovo progetto sta prendendo forma nel laboratorio di San Pantaleo. Qui l'artista del riciclo ha coinvolto anche il talentuoso fotografo olbiese Andrea Mignogna. "L'idea vuole essere la realizzazione insieme di un libro che tratti di arte nella sua pura essenza, e del grande valore del riciclo. Inoltre sto già organizzando la riapertura della mia galleria. Intendo ospitare prevalentemente le mie opere di grandi dimensioni che possano indurre ad una riflessione profonda, con uno sguardo verso l'astrattismo". Staremo a vedere cosa uscirà dal cappello magico del visionario Maurizio Sergiusti. L'artista che in un semplice rifiuto industriale riesce a coglierne la componente figurativa, saprà incantarci ancora ricordandoci che esiste sempre una seconda chance per ogni cosa.
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