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San Pantaleo: le sculture di Emanuela Giacco: "arte è racconto dell'essere umano"

La personale dell'artista verrà inaugurata il 9 luglio

San Pantaleo: le sculture di Emanuela Giacco:
San Pantaleo: le sculture di Emanuela Giacco:
Camilla Pisani

Pubblicato il 01 July 2021 alle 06:00

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Olbia. Si apre il 9 luglio la mostra Legàmi, dell’artista Emanuela Giacco: aquilana di nascita, comincia da piccolissima a subire il fascino dell’arte ed in contemporanea alla sua formazione universitaria da ingegnere, esplora l’aspetto pittorico per poi approdare recentemente ad una dimensione più materica, quella della scultura. Legàmi allude infatti alla duplice natura di tutti quei vincoli che l’essere umano sperimenta nel corso della sua esistenza, arrivando addirittura ad un discorso storico che ripercorre l’intero cammino dell’uomo, dalle sue origini alla contemporaneità: soggetto ma anche veicolo delle opere della Giacco è la cima marinara, ispirazione estetica che viene riproposta e reinventata prendendo vita, lasciando una sensazione profondamente corporea ma allo stesso tempo metafisica, surreale. “I legami fanno parte dell’esistenza di ognuno, ma il loro ruolo dipende dal livello di consapevolezza raggiunto; i legami non sono solo i vincoli individuali, ma anche l’insieme delle sovrastrutture umane che portano le nostre scelte ad essere continuamente ed inevitabilmente condizionate dal contesto. Averne coscienza determina o meno il loro valore all’interno dell’esperienza di ognuno. La mia prima scultura, Alchemy Throne, nasce durante la pandemia, ma la ricerca formale e filosofica che ci sono dietro risalgono a molto tempo prima; la cima come elemento mi ha fatto pensare alle sovrastrutture che, nel bene o nel male ci portano a fare determinate scelte, a trattenere o subire, nel duplice aspetto dell’individuo che è continuamente attivo e passivo insieme” racconta Emanuela Giacco.  L’artista, che da qualche anno ha scelto di lasciare la sua professione nell’ingegneria per dedicarsi totalmente alla produzione creativa, risolve anche la curiosità legata proprio alla sua formazione tecnica e matematica, apparentemente in aperto contrasto con la vocazione artistica: “credo fermamente che la matematica, nella sua forma più pura, sia una forma di creatività tra le più spiccate, basti pensare che per qualsiasi scienziato quello che poi si rivela essere un’invenzione, nasce da un’ipotesi creativa, da un’idea che deve necessariamente esulare dagli schemi. Essere ingegnere, per me, non è mai stato l’antitesi dell’essere artista, anzi; certo, la quotidianità è molto diversa, ma nell’essenza della professione, non trovo differenze invalicabili” spiega la scultrice. Parlando di legami, nel percorso artistico della Giacco emerge chiarissima la volontà e l’importanza di creare delle relazioni tra artisti, in uno scambio di visioni che funga da stimolo, da incentivo e da rampa di lancio per nuove dimensioni creative: “credo che ad oggi viga troppo individualismo, che porta però a diventare autoreferenziali, sempre legati alle stesse cose, mentre ritengo che creare una rete tra artisti, o anche dei movimenti come avveniva in passato, potrebbe essere molto più utile e stimolante. Io stessa mi nutro dello scambio con artisti del panorama nazionale, e da questo scambio nasce sempre qualcosa su cui montare nuove idee” continua Giacco. Il mondo dell’arte contemporanea, del resto, è radicalmente diverso da quello dell’arte antica, in cui il rapporto tra committenza ed artisti, così come quello con la politica era imprescindibile: l’artista del passato vedeva come unica occupazione la produzione artistica, mentre oggi l’artista è spesso anche agente, social media manager, specialista di marketing, e deve arrabattarsi in una pluralità di informazioni ed opportunità, cercando di far emergere il proprio talento. “La routine dell’artista contemporaneo non prevede solo il lavoro di bottega, ma anche quello di pianificazione delle pubblicazioni e promozione, anche perché distinguersi in un contesto sempre più folto di offerte è complesso, spesso anche i galleristi stessi hanno difficoltà nella selezione proprio per la quantità immane di lavori che gli vengono sottoposti" spiega ancora l'artista. L’esposizione Legàmi, che inaugurerà il prossimo 9 luglio, verrà ospitata alla ScoobaFish Art Gallery di Maurizio Sergiusti (a San Pantaleo), artista che Emanuela Giacco ha conosciuto proprio in Sardegna e con il quale ha instaurato uno scambio di idee che ha portato alla nascita della mostra: “abbiamo cominciato a collaborare anche da un punto di vista empatico, perché è essenziale portare avanti un dialogo che si nutra di tanti punti di vista, di un confronto costruttivo in cui le tematiche si affrontano sotto diverse prospettive” conclude la scultrice. Legàmi che come corde stringono, accarezzano, trattengono, lasciano scivolare via tutte le sfaccettature dell’essere umano: vincoli che tengono insieme e diventano ora limiti ora ponti verso l’altrove, in una costante dialettica interiore che ripercorre la natura intima ed arcaica dell’uomo, dalle sue radici al terzo millennio.