Sunday, 22 December 2024
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Pubblicato il 01 September 2024 alle 10:00
Laconi. Un viaggio che riporta alle origini, dove ritrovi gli affetti, la fede ma anche la tua infanzia. Come da tradizione il piccolo borgo del Sarcidano ha ospitato nelle ultime giornate d'agosto la Festa di Sant'Ignazio, molto sentita in paese, considerando che l'umile fraticello affonda qui le sue radici.
Una tre giorni in cui, è stato possibile viaggiare nel tempo facendo su e giù con gli anni e le emozioni.
Tutte le parti coinvolte hanno creato insieme un ricco programma, parte religiosa e parte civile, la parte dei festeggiamenti civili ha visto sul palco in veste di presentatore delle tre serate Giuliano Marongiu.
Gli organizzatori hanno saputo ancora una volta coniugare riti civili e religiosi in un abbraccio che coinvolge residenti, turisti e fedeli che arrivano da ogni angolo dell'Isola. Quest'anno oltre alla statua del Santo era presente anche lei, la "bisaccia" con cui Fra' Ignazio effettuava la questua per le vie di Cagliari.
In un racconto di quanto accaduto in questi tre giorni vediamo che la giornata del 29 ha tributato un grande omaggio alla musica isolana, con la presenza presso l'Anfiteatro del gruppo dei Collage che hanno entusiasmato, coinvolto e fatto cantare per due ore tutto il pubblico presente, che ha risposto nota su nota fino a quando l'acuto per "tu mi rubi l'anima" ha echeggiato in tutta l'arena.
La serata di venerdì, se possibile, ha superato le barriere emotive ed emozionali della musica con la presenza del grande maestro Mogol, colui che ha fatto cantare intere generazioni e tutt'ora fa cantare di sé.
Assistere al suo "vi voglio raccontare" è stato qualcosa di indescrivibile: conoscere cosa si cela dietro capolavori della musica come Oro di Mango, Acqua azzurra acqua chiara, La canzone del sole, è stato straordinario.
Mogol ha dimostrato di avere un animo molto sensibile, e questo sicuramente è uno dei suoi punti di forza poiché come dicevano anche gli altri artisti presenti : "Il maestro trova l'anima delle canzoni" e lui è riuscito proprio in questo nel tempo: a coinvolgere e far cantare tante generazioni che tutt'ora dopo il primo la partono senza più fermarsi, in un repertorio che è stato la colonna sonora della vita di tanti adolescenti diventati poi madri e padri e poi nonni, e dunque è stato possibile vedere nonni, mamme e papà, zii e nipoti cantare tutti insieme "le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi."
La giornata conclusiva ha visto protagonista lui, Sant'Ignazio, che richiama a sé tanti fedeli, e ancora una volta in quella processione tra canti e preghiere e un tappeto profumato e colorato di fiori (sa ramadura), ognuno ha portato ringraziamenti, rinnovi di fede e voti, e richieste di aiuto nella fede e nella quotidianità. Padre Gianluca Quaresima ha concluso con una riflessione che va sicuramente applicata nella vita di tutti i giorni: "vale la pena sempre di mantenere il proposito, fare del bene, nonostante prove e difficoltà."
Il rintocco festoso delle campane accoglie e celebra, insieme a tutti i colorati gruppi folk presenti e riuniti in cerchio, il Santo a cui viene dunque rivolto il tradizionale saluto "Attrus annus cun salludi".
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