Friday, 22 November 2024
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Pubblicato il 28 June 2023 alle 06:00
Olbia. Eppure sembrava che il centro storico di Olbia avesse superato a pieni voti il triste periodo legato al degrado, la sporcizia e le prostitute che battevano impunemente tra Via Catello Piro e via Garibaldi, i drogati che si bucavano in gruppo o da soli negli angoli nascosti delle vie laterali tra Via Olbia e Via Cavour.
Era il 1989 quando arrivai nella città che diede i natali a mio padre per cominciare il lavoro di assistente di volo. Con i miei 22 anni e i miei mille sogni nel cassetto non fu facile per me accettare quella nuova situazione di estremo disagio e profonda paura di andare a lavorare, perché il punto dove il pulmino dell'allora compagnia Alisarda si fermava per prelevarmi, in via Garibaldi, era anche quello dove diverse chiassose prostitute attendevano i loro clienti. Io che prima di allora non le avevo mai viste da vicino - sono nata ad Oristano, una delle città più sicure d'Italia - rimasi molto turbata.
Fino a quando non cambiai via di residenza, per evitare quel profondo disagio, la buonanima di mio zio, con grande premura, mi accompagnava scortandomi al punto di partenza senza mancare mai di farsi trovare al mio ritorno. Erano sicuramente altri tempi e da allora, con grande impegno delle varie amministrazioni - o forse per via dei cambiamenti di questo genere di costumi grazie all'avvento di Internet - di prostitute nel centro storico non se ne vedono più. E se Olbia con il tempo è sicuramente migliorata, si è abbellita ed è cresciuta, alcuni ostinati problemi del suo centro storico la rendono comunque ed inspiegabilmente sempre uguale: microcriminalità, disordini, individui che scambiano portoni privati come orinatoi pubblici, sporcizia ed infine lo spaccio di droga sono il vero zoccolo duro che sopravvive a qualsiasi amministrazione comunale.
E di qualche giorno fa l'accorato appello rivolto alle autorità competenti scritto nero su bianco da una ventina di residenti della cosiddetta "vecchia Olbia", di quel cuore della città che arriva a sfiorare l'inizio di Via Vittorio Veneto. La lettera, che tratta anche di argomenti di cronaca nera noti a tutti, non è sicuramente dal tono scontato: è un grido sommessamente disperato e nello stesso tempo garbato di chi ama profondamente la propria città ma deve ogni giorno combattere con la paura di rientrare a casa.
Solo chi vive sulla propria pelle questo tipo di stato d'animo, o chi ha vissuto questo tipo di disagio, può capire dal profondo cosa si prova quando non ci si sente al sicuro neanche a casa propria - mentre scrivo ricevo una segnalazione di una grossa lite in centro, ormai non si contano più, e l'arrivo della Polizia -. Ma è anche vero che chi fortunatamente non ha mai vissuto questo tipo di problema non può certamente far spallucce voltando altrove lo sguardo. Perché è dato per scontato che per rendere vivibile una città non serve solo un continuo restyling estetico, togliere parcheggi e limitare il fumo per la propria salute, ma anche quella certa sicurezza di sentirsi finalmente a casa.
Nel riportare integralmente la lettera firmata da 24 cittadini ci auguriamo che questa ottenga l'attenzione che merita presso le autorità preposte:
“Caro amico ti scrivo… così mi distraggo un po'…” parafrasando una nota canzone e, prendendo spunto da un articolo letto oggi sul quotidiano La Nuova Sardegna, scriviamo agli organi di stampa come a cari amici.
Antefatto, siamo residenti in centro e non solo recenti acquisizioni, bensì tanti di noi nati, cresciuti e pasciuti nel crocevia tra P.zza Mercato, Via Acquedotto, P.zza Matteotti, Via Lamarmora, Via Nuova e Via XX Settembre per finire all’inizio di Via V. Veneto. Da bambini compravamo il latte nella latteria da zia MariAntonia, il pesce dal Signor Memmoli, il pane da Signora Tonina o Signora Simplicia, le uova al Mercato Civico, le bibite ed il vino da Signor Forteleoni... piuttosto che la frutta e verdura dal Signor Fraschini nel chiosco accanto a quello delle cozze, subito dopo il passaggio a
livello... quanti dolci ricordi purtroppo ormai sbiaditi e soppiantati da un altro tipo fiorente di mercato.
Ci riferiamo alla nuova imprenditoria più o meno organizzata che dilaga ed opera ovunque ma, soprattutto in centro storico, certo un ovvietà agli occhi di tanti, visto che in tutte le città italiane è la stessa storia.
Ci chiediamo però: come si possa parlare di città turistica, dove addirittura è stata emessa un ordinanza per il divieto di fumo negli spazi esterni dei locali pubblici, Bar, Hotel… e, per contro non si applichino le leggi basiche sul controllo della sicurezza della città da parte della Polizia Municipale e delle altre forze dell’ordine. Il centro è in mano ad un manipolo di balordi che terrorizzano i residenti con la loro presenza minacciosa, mentre spacciano impunemente, a tutte le ore del giorno e della notte.
Dove sono le forze dell’ordine allertate più e più volte? Dove sono i verbali d’intervento dietro le chiamate dei vari residenti se, ad oggi dopo anni si continua ad occupare case altrui, vedi Via Nuova,12, dove è bastato spaccare un lucchetto ed entrare in pianta stabile?
In barba a qualsiasi autorità si può “scambiare” in un noto bar del centro, piuttosto che, passando velocemente su un monopattino ed attingendo ad una cassetta della posta in Via Lamarmora, o ancora suonando un campanello sempre nella stessa via ad un diverso civico?
A chi ci dobbiamo rivolgere? Cosa si aspetta ad organizzare una tavola rotonda con Prefetto, Comandante dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Municipale, Questore di Polizia, Sindaco ed Assessori? Sbaglieremo, ma riteniamo si chiami “Comitato
Provinciale per l’ordine pubblico” e probabilmente è presieduto proprio dal Prefetto.
Ci piacerebbe ricominciare a vivere tranquillamente la nostra quotidianità e non doverci guardare le spalle o decidere di rinunciare ad uscire perché per strada stanno “commerciando”.
Inoltre, vi sono numerose attività commerciali di varia natura, oltre a tante strutture ricettive extralberghiere in immobili appena restaurati che, rappresentano il modello di albergo diffuso in voga di questi tempi e, contribuiscono ad incrementare l’Industria Turismo, vocazione precipua della nostra amata Olbia.
Inoltre ci chiediamo come mai, visto le numerose segnalazioni di noi residenti, non venga verificato il titolo con il quale le persone “note”, occupano gli immobili. Le strade sono colme di spazzatura poichè in tanti, non avendo mastelli, praticano il nuovo sport del “lancio del sacchetto” creando delle vere e proprie palestre per topi,
blatte e quant’altro tra le nostre strade rese ancor più belle dai nuovi marciapiedi, ma piene di rifiuti.
Marciapiedi che, hanno come per magia, fatto sparire i nostri parcheggi abituali, pertanto dobbiamo posteggiare lontano da casa e, farvi rientro a tutte le ore, ma ahimè ci tocca girarci dall’altra parte o tremare per le pessime frequentazioni delle vie soprascritte, visto che nelle stesse ci sono almeno 2/3 case dello spaccio, bar dello spaccio e disturbo della quiete notturna… Una delle cause principali è di sicuro il fiorente proliferare dei supermercati stranieri che, vendono superalcolici H24 ai tanti sbandati che sostano e delinquono in P.zza Matteotti oltre che ai minorenni.
Ci sentiamo minacciati nella nostra vita quotidiana, oltre che privati della libertà personale, poiché impossibilitati ad uscire a tutte le ore, tanti di noi sono nati e cresciuti in centro, tanti altri hanno scelto di investire e vivere in centro con la speranza che con il tempo le cose sarebbero migliorate, purtroppo ad oggi ciò non è avvenuto e, nostro malgrado ci siamo ritrovati a dover palesare il nostro disagio pubblicamente.
Certi di un risvolto positivo ed un intervento incisivo quanto tempestivo, porgiamo alla vostra testata giornalistica cordiali saluti".
Alla lettera seguono 24 firme che qui non riportiamo per ragioni di spazio.
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