Thursday, 02 January 2025
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Pubblicato il 30 December 2024 alle 10:00
Olbia. Le imprese artigiane sarde sono sempre più protagoniste dell’economia circolare; per questo, riparare, manutenere, riciclare, recuperare e rigenerare è l’attività prevalente di oltre 3.500 piccole e medie attività che offrono lavoro a quasi 14mila addetti.
Ciò emerge dal dossier dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzato i dati di UnionCamere-Infocamere ed Eurostat del 2023 sulle aziende che intervengono sui prodotti allungandone la “vita”, riducendo la produzione di rifiuti o, addirittura, trasformando questi ultimi in risorsa.
Quest’economia, che nell’Isola interessa 3.639 imprese artigiane e 13.858 addetti (il 3,9% di tutti i lavoratori artigiani), di tutti i settori produttivi, interviene sull’attività di riparazione, manutenzione, riciclo e recupero: dalle automobili agli orologi, dalle calzature alle apparecchiature elettroniche, fino agli strumenti musicali, gli impianti e gli abiti; tutto, insomma, può essere aggiustato e reso nuovamente utilizzabile, eventualmente anche in altra forma.
A livello territoriale, a Cagliari ci sono 1.416 realtà artigiane, con 4.691 addetti, a Nuoro sono 635 con 1.495 addetti, Oristano con 258 e 1.108 lavoratori, Sassari-Gallura con 1.330 con 4.103 addetti, e nel Sud Sardegna con 2.461 addetti.
Nella classifica nazionale, la maggior quantità di imprese, 20.250, operano in Lombardia, idem per il numero di addetti con 96.330. In totale, in Italia le imprese artigiane sono 123mila (in totale sono 182mila) mentre gli addetti artigiani sono 445mila(in totale 553mila).
Insomma, riparando, rigenerando e riciclando si contribuisce a fare crescere le imprese e a specializzarle e, allo stesso tempo, si contribuisce a far crescere l’economia circolare anche in Sardegna.
“La crescente attenzione verso i temi del recupero e del riciclo – commenta Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - inducono le persone a far riparare e aggiustare gli oggetti più vari, piuttosto che ricomprarli, rivolgendosi soprattutto alle nostre micro e piccole imprese artigiane”. “Queste realtà, dal canto loro – continua Meloni - cercano quindi di specializzarsi e di ampliare e diversificare i propri servizi per crescere in tutti quei settori legati all’economia circolare e caratterizzati, non a caso, proprio da un’alta vocazione artigiana”.
Per Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna: “la valutazione della dinamica del comparto del riciclo, recupero e riparazione, va inserita in un contesto economico ancora non completamente fuori dalla crisi, caratterizzato da una domanda interna ancora insufficiente”. “Non è un mistero – sottolinea Serra - che le manutenzioni e riparazioni continuino ad avere il segno “più”.Di positivo c’è anche una maggiore consapevolezza ambientale di cittadini e imprese sul tema dell’ecologia”.
Di sicuro la crescita competitiva del sistema imprenditoriale territoriale sardo potrebbe migliorare anche con interventi legislativi per garantire più semplificazione, più attrattività, più ricerca, innovazione e maggiore trasferimento tecnologico.
“Le imprese artigiane – conclude Serra - hanno nelle loro corde anche molti fattori che le rendono protagoniste ideali delle nuove opportunità legate all’economia circolare. Lo dimostrano i numeri di quelle che si occupano di riparare e di rigenerare prodotti. Bisognerebbe, per questo, pensare a rendere maggiormente fruibile la ricerca anche per le piccole e meno strutturate, offrendo loro strumenti adeguati attraverso un sistema di incentivazione a misura di piccola impresa".
Una crescita sostenibile, infatti, si basa su una robusta economia circolare la quale prevede che i prodotti siano progettati, realizzati e gestiti in modo da trasformare i rifiuti in risorse, con interventi lungo l’intero ciclo di vita del prodotto e non più limitati alla sola fase finale.
Gli interventi possibili sono diversi, quali ad esempio: l’alleggerimento, con la riduzione la quantità di materie necessarie a fornire un determinato servizio); la durabilità con allungamento della vita utile dei prodotti; l’efficienza, con riduzione del consumo di energia e di materie nelle fasi di produzione e di uso; la sostituzione che riduce l’uso di materie pericolose o difficili da riciclare nei prodotti e nei processi di produzione; progettazione ecocompatibile basata sulla concezione di prodotti facili da mantenere in buono stato, da riparare, ammodernare, rifabbricare o riciclare.
Possiamo aggiungere inoltre lo sviluppodei servizi manutenzione e riparazione rivolti ai consumatori; gli incentivi per ridurre i rifiuti, per la corretta separazione e per l’adozione di sistemi di raccolta differenziata che contengano al minimo i costi di riciclaggio e riutilizzo; la simbiosi industriale che favorisce il raggruppamento di attività per evitare che i sottoprodotti diventino rifiuti;l’orientamento al noleggio, prestito o condivisione invece dell’acquisto e creazione di mercati delle materie prime secondarie (materie riciclate).
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