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Olbia, la segnalazione di un genitore: “nuovi orari scolastici senza mensa non adatti ai bambini”

Le modifiche riguardano la scuola primaria del Primo Circolo

Olbia, la segnalazione di un genitore: “nuovi orari scolastici senza mensa non adatti ai bambini”
Olbia, la segnalazione di un genitore: “nuovi orari scolastici senza mensa non adatti ai bambini”
Camilla Pisani

Pubblicato il 09 October 2024 alle 06:00

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Olbia. Un genitore del Primo Circolo di Olbia ha segnalato una situazione che sta creando non poche difficoltà e preoccupazioni riguardo all’organizzazione oraria per le classi quarte e quinte della scuola primaria, a seguito delle nuove disposizioni in merito all’insegnamento di educazione motoria. In particolare, i genitori lamentano i disagi legati alla gestione degli orari ed alla mancanza di un servizio mensa adeguato.

"La legge n. 234/2021 ha introdotto l'insegnamento dell’educazione motoria per le classi quarta e quinta delle scuole primarie, affidandolo a docenti specialisti. Queste ore aggiuntive hanno portato a una revisione del tempo scuola.

Le suddette ore sono aggiuntive rispetto al monte ore settimanale normale della scuola primaria, che prevede, per il Primo Circolo di Olbia, l’ingresso alle 8.30 e l’uscita alle 13.30, più un rientro settimanale alle ore 16.30; il pranzo nel giorno di rientro viene fornito da ditte individuate dal comune.
Quest’anno i genitori delle quarte e quinte del Primo Circolo, nonostante i tentativi di scongiurare tale decisione messi in campo durante gli organi collegiali dai loro rappresentanti, hanno dovuto prendere atto della pubblicazione della circolare n. 13 della sopracitata istituzione scolastica, nella quale l’organizzazione oraria definitiva prevede dal 7 ottobre 2024 due rientri aggiuntivi di un’ora per due giorni alla settimana (uscita alle 14.30), senza servizio mensa.
Molti genitori si aspettavano un solo rientro in più settimanale con uscita alle 15.30 come nello scorso anno scolastico, anzi auspicavano un potenziamento del servizio mensa per coprire il secondo giorno di rientro, come era stato informalmente assicurato lo scorso anno dall’istituzione scolastica" specifica il genitore.

Chi segnala è particolarmente deluso dalla nuova organizzazione oraria, soprattutto perché si aspettava una conferma dell’orario dell’anno scorso o addirittura un potenziamento del servizio mensa per il secondo rientro. Il cambiamento, secondo quanto riferito, creerebbe problemi non solo logistici ma anche alimentari. I bambini, infatti, si troveranno a consumare un pasto portato da casa durante la pausa tra la quinta e la sesta ora, un intervallo di circa 20 minuti. Questo, secondo quanto segnalato, non garantisce una dieta equilibrata, specialmente considerando che molte delle raccomandazioni alimentari promosse all’interno delle scuole non possono essere rispettate in questa situazione.

Il genitore, portavoce della preoccupazione di numerosi altri, sottolinea: "dover prendere i bambini in orari diversi e con due rientri alla settimana rende difficile la gestione della giornata per le famiglie che lavorano e che hanno più figli in diverse scuole della città. Non è chiaro il motivo per cui non si possa prevedere un’unica pausa mensa e continuare con l’orario dell’anno scorso."

La dirigenza del Primo Circolo avrebbe motivato questa nuova disposizione con l'indisponibilità del personale ATA per garantire la copertura del servizio mensa. Tuttavia, i genitori si interrogano sulla reale differenza organizzativa tra un’unica pausa pranzo di 20 minuti e due rientri separati. "Non si capisce perché i bambini debbano perdere 40 minuti di didattica in due giorni per consumare il pasto, anziché 20 minuti in un unico giorno come l’anno scorso," si chiedono i genitori, esprimendo perplessità circa l’efficacia di questa scelta.

La segnalazione termina con una riflessione più ampia sulla gestione del tempo scuola e dell'educazione alimentare dei bambini: "Sembra che la priorità non sia la scuola e l'istruzione dei nostri figli, ma piuttosto le difficoltà organizzative. Poi ci si chiede perché in Italia nascano sempre meno famiglie numerose".