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Olbia, Piano Mancini: la riflessione di Alessandro Facchini

Olbia, Piano Mancini: la riflessione di Alessandro Facchini
Olbia, Piano Mancini: la riflessione di Alessandro Facchini
Olbia.it

Pubblicato il 27 October 2016 alle 14:04

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Olbia, 27 Ottobre 2016 - Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta scritta dal cittadino olbiese Alessandro Facchini e indirizzata all'assessore regionale ai Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda. L'argomento è ovviamente il Piano Mancini. Il cittadino non ritiene infatti corretto l'iter seguito da Regione e Comune.

In riferimento all’articolo “Olbia: prima di tutto proteggere la popolazione” del 20 ottobre u.s., scritto dall’Assessore ai lavori pubblici Maninchedda sul suo blog “Sardegna e libertà”, mi ha colpito l’ultimo periodo, nel quale afferma “Cè purtroppo una politica leggiadra che non bada al peso delle parole , e c’è il diritto nel quale le parole sono come macigni che lasciano un segno indelebile”. La prima è una bellissima frase ad effetto, prof. Maninchedda, che si attaglia perfettamente alla sua qualità di docente di “Filologia romanza”; purtroppo però la seconda non è proprio consona alla sua carica di assessore ai lavori pubblici. Conclude l’articolo “Ci si rifletta”. Ho riflettuto e per questo scrivo quanto segue.

E’ vero che sono trascorsi tre anni dall’alluvione del 2013, non è vero che sono trascorsi due anni e mezzo dall’insediamento di questa Giunta, ma non è importate questo. Ha ragione l’onorevole quando dice che nel diritto “ le parole sono come macigni che lasciano un segno indelebile”, ma evidentemente quei macigni in lui hanno lasciato un labile segno. Intanto del piano Mancini se ne parlava soltanto nei Consigli Comunali in gran segreto ed in gran segreto procedeva l’elaborazione , finché il “Comitato per la salvaguardia di Olbia”, presentando al pubblico un suo studio, ha costretto nel febbraio del 2014 il Comune a renderlo pubblico il giorno successivo. Ecco perché il piano Mancini era l’unico progetto presentato ed articolato. La Regione Sarda ed il Comune di Olbia, in un primo momento, contavano sull’emergenza per poter superare tutti i macigni, che il diritto metteva lungo l’iter burocratico; purtroppo per loro, trascorsero i normali sei mesi e gli altri sei mesi, che l’assessore ai lavori pubblici aveva elargito senza batter ciglio. A questo punto considerata l’entità dell’importo dei lavori da eseguire, il Comune avrebbe dovuto bandire una gara d’appalto per mettere a confronto più progetti e “tenere conto del rapporto costi-benefici del progetto dal punto di vista ambientale, economico e sociale” (legge per la Valutazione d’impatto ambientale parte I I titolo I art. IV lett B n. 2). E’ stato fatto quanto la legge prescrive? No. L’ amministrazione è andata avanti fino ad arrivare, il 22 maggio 2015, all’approvazione del piano con soli 14 voti più quello del Sindaco (la maggioranza era costituita da 25 consiglieri). Forse qualche consigliere aveva creduto ancora nel significato della parola responsabilità, in ogni caso meglio non fidarsi!!

Lo stesso articolo sempre alla lett. B n 5 recita “favorire la partecipazione del pubblico nell’elaborazione di piani e programmi in materia ambientale”, sono parole del diritto o no!! Ancora per continuare con le parole del diritto che sono macigni sempre l’art. 4 comma 5 afferma”La procedura per la valutazione di

impatto ambientale costituisce, per i progetti di opere ed interventi ad essa sottoposti, presupposto o parte integrante del procedimento ordinario di autorizzazione o approvazione. I provvedimenti di autorizzazione o approvazione adottati senza la previa valutazione di impatto ambientale, sono nulli ”. Poiché l’amministrazione precedente con l’avvallo del suo assessorato ha fatto tutto il contrario di quanto prescrive il diritto e se, come sostiene lei, quelle parole sono macigni, che lasciano un segno indelebile, mi sorge un dubbio “ma le norme le avete lette ed in voi non hanno lasciato alcun segno?”!!

Ancora, per concludere, a dimostrazione che volevate a tutti i costi il piano Mancini a prescindere dalla pericolosità delle vasche di laminazione e dal fatto che teniate all’incolumità dei cittadini, nel suo blog il 2 ottobre 2015, giorno dopo l’allagamento, che voi avete chiamato alluvione, della parte bassa di zona Baratta, sul suo blog aveva scritto un articolo, di cui mi sfugge il titolo, in cui invitava il Ns. Sindaco a chiedere lo stato di calamità per poter operare senza alcun ostacolo. Fortunatamente il ministro dell’ambiente ha risposto picche.

Non voglio annoiare gli eventuali lettori ricordando mille altre parole-macigni che il diritto scaglia contro la Vs. caparbietà di voler mandare avanti a tutti i costi quel progetto senza la possibilità di confronto con altri, che potrebbero essere meno impattanti per il tessuto urbano e più economici, ma mi pongo una domanda: “ Le parole del diritto sono macigni che lasciano un segno indelebile solo per gli altri (vedi le vittime e i danni) e per voi amministratori solo sassolini che neppure vedete?”.

Alessandro Facchini