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Pubblicato il 24 May 2021 alle 07:13
Olbia. C'è una novità importantissima sulla vicenda di Sa Corroncedda: la maxi discarica sorta sul terreno comunale che ospitava fino a due anni fa il campo rom della locale comunità olbiese. Tutti gli atti sull'indagine aperta dalla Procura di Tempio Pausania nel 2019, in seguito agli esposti del Comitato "Salute, Ambiente, Legalità" coordinato da Rita Padre, sono passati alla DDA: la Direzione Distrettuale Antimafia. Si tratta di una novità particolarmente significativa, perché segna un cambio di passo nelle indagini fin qui condotte: in prima battuta è stata la Polizia Locale diOlbia ha indagare sul disastro, poi ecco il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri e adesso l'Antimafia. Cosa significa? Significa che non si indaga più solo sugli effetti della bomba ecologica venutasi a creare sul terreno comunale confinante con il fiume Padrongianus, ma si sta "scavando" sulle condotte che hanno portato alla creazione del disastro ambientale. Un disastro che non sfigura di fronte a quanto avviene nella cosiddetta "Terra dei Fuochi" anche solo per l'estensione e la quantità di rifiuti stoccati nell'area. La novità, importantissima, è stata resa nota ieri dall'Unione Sarda. In questo momento sarebbero quindici le persone indagate: l'ipotesi di indagine è traffico di rifiuti a livello regionale con epicentro Olbia. Secondo gli investigatori, un gruppo di persone avrebbe dato vita a un fiorente traffico di materiale (principalmente rottami e ferro) in direzione Cagliari. Stando a quanto emergerebbe, i rifiuti sarebbero stati destinati ad aziende che però non li hanno trattati secondo norma di legge. Come specifica l'Unione, un altro filone riguarda i controlli in sede olbiese perché quello è un terreno comunale dove era insediata una struttura comunale. Al momento non sono indagati amministratori o dirigenti. La vicenda di Sa Corroncedda nasce negli ultimi mesi del 2019, quando il Comitato "Salute, Ambiente, Legalità", dopo aver tentato di interessare le istituzioni in modo informale, ha dato fuoco alle polveri con diversi esposti in Procura e un'attività pubblica che ha coinvolto la cittadinanza, la stampa e la stessa minoranza consiliare. In quel periodo, il consigliere comunale Rino Piccinnu ha fatto un accesso agli atti sugli atti di controllo posti in essere dal Comune di Olbia e in particolare dalla Polizia Locale. Secondo quei documenti, i controlli sarebbero stati minimi: 3 nel 2017, zero nel 2018 e due nel 2019. C'è poi un altro fatto, risalente al settembre 2016, che riguarda una dichiarazione resa in conferenza stampa dal sindaco Nizzi: "Più volte abbiamo bonificato la zona del campo rom dai rifiuti, più volte la situazione è tornata come prima. Adesso basta, non faremo più bonifiche". Tale dichiarazione venne riportata sia da Olbia.it che da Olbianova: la conferenza stampa riguardava la gestione dei rifiuti sul territorio comunale.
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