Monday, 07 April 2025
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Pubblicato il 06 April 2025 alle 19:00
Olbia. Un paradiso violato, così potremmo definire Cala Saccaia, località olbiese, che è stata ripulita proprio oggi dai volontari di Plastic Free con il patrocinio dell'Autorità Portuale. Questa assolata domenica ha portato un po' di respiro alle tre spiagge e allo stagno grazie a 70 persone che, con infinita pazienza e amore, hanno recuperato 60 quintali di rifiuti, comprese due barche.
Non è la prima volta che i volontari ripuliscono questo piccolo paradiso stretto tra Pittulongu e il cemento della zona industriale, ma ogni volta il risultato è stupefacente sia per la quantità di persone che partecipa all'evento, sia per la quantità di rifiuti che viene individuata e recuperata.
"Si tratta di un intervento importante poiché svolto in un posto enorme, perché l'area di Cala Saccaia coinvolge tre spiagge e uno stagno. A dare man forte - racconta Antonella Sotgiu, referente della provincia di Sassari per Plastic Free - 70 volontari provenienti da diverse zone, non soltanto cittadini di Olbia ma anche di San Teodoro, Tempio, Monti, Luras, Sassari, Sorso, Budoni e San Teodoro. Con noi anche cittadini di origini straniera, una signora di Cuba, un ragazzo cinese, una coppia di austriaci e un'olandese. Da questo intervento sono stati raccolti 185 sacchi di rifiuti per un totale di 60 quintali, raggruppati in 13 punti". Insomma, una vera e propria manifestazione inclusiva in ogni senso.
A questo punto è lecito chiedersi: che fine fa tutta la spazzatura raccolta? Domanda non scontata, che però ha una risposta: è l'Autorità portuale, unico ente che ha patrocinato l'evento, a farsi carico del ritiro. Anche le due barche abbandonate saranno recuperate insieme al resto dei sacchi: triste il loro destino, anche perché oltre a essere state abbandonate, erano divenute anche dei maxi-cassonetti.
"Ci ha aiutato persino un gruppo di bambini e bambine di 7 anni che ha raccolto i rifiuti insieme alle loro madri. Sicuramente si sono divertiti ma hanno anche capito l'importanza del loro operato, sono molto sensibili alle problematiche dell'ambiente di cui tanto parliamo anche a scuola", spiega la referente.
Per quanto riguarda la genesi dei rifiuti, il quadro è il seguente: "La maggior parte dei rifiuti arrivano dagli stabulari, abbiamo recuperato tante, tantissime retine di plastica e tanti bidoni blu e qualche boa nera, la maggior parte delle boe nere vengono recuperate, ovviamente non sono mancati anche i rifiuti di altro tipo quali: un sedili di una macchina, ruote, barattoli di tinture e vernici, altro materiale inerte, tutti rifiuti che vengono portati lì dagli 'scaricatori seriali' perché la spiaggia può essere raggiunta purtroppo con i mezzi gommati e non c'è nessun controllo".
In chiusura, non manca un ringraziamento per i fratelli Donato e Marilena Spiga, residenti a Cala Saccaia che hanno offerto un rinfresco a tutti volontari e non ultimo il Comune di San Teodoro, un comune solidale, che ha partecipato attivamente anche con la presenza dell'assessore all'ambiente Barbara Spiga.
Proprio partendo da questa incuria e possibilità di accesso alle spiagge la stessa Sotgiu ha chiesto all'Autorità Portuale di inserire dei panettoni affinché non sia più possibile l'accesso alla spiaggia, possibilmente di granito di modo che sia impossibile spostarli. "Cala Saccaia è una zona bellissima con un ecosistema particolare ma anche molto fragile, ma è abbandonata a se stessa, un'area di degrado dovuta anche alla mancanza di controllo, sicuramente invierò le pec agli enti e alle autorità per richiedere di intervenire e contrastare questo abbandono folle di rifiuti in quest'area".
"Lo stato di abbandono si evince anche dai cartelli presenti che sono sbiaditi e illeggibili, oltre ai rifiuti, non parliamo poi della zona Sa Dogana Ezza che viene maltrattata, considerata una zona di serie B, c'è un ecosistema che è molto bello ma è fragile ed è in uno stato di abbandono, di incuria, non viene considerata importante, non è interessante. A questo punto - domanda Sotgiu - mi chiedo cosa fanno le Autorità? Come intervengono?"
Dulcis in fundo aggiunge: " di sicuro non sarebbe male un richiamo anche agli stabulari che ancora usano le retine in plastica, materiale sicuramente impattabile, dovrebbero aver maggior attenzione verso il mare e utilizzare materiali ecocompatibili, ecosostenibili oltre a ritirare quello che è il materiale che viene utilizzato per le loro attività lavorative, del mare che gli dà da mangiare dovrebbero avere il massimo rispetto".
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