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Olbia, Giuseppe Mura: storia di un artigiano che crea benessere e bellezza

Dalla bottega di via d'Annunzio con la qualità e la passione che lo contraddistingue

Olbia, Giuseppe Mura: storia di un artigiano che crea benessere e bellezza
Olbia, Giuseppe Mura: storia di un artigiano che crea benessere e bellezza
Barbara Curreli

Pubblicato il 20 October 2024 alle 15:00

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Olbia. Nell'era del tutto e subito, dove tutto e tutti vanno veloci, la qualità vale meno della quantità e onore e rispetto sono doti rare ecco la storia di un uomo, un artigiano che della qualita', della bellezza, del benessere e del tempo con i suoi tempi ha fatto il suo credo, Giuseppe Mura, calzolaio da circa 80 anni si racconta tra passato e vissuto con la riscoperta passione per i fiori. 

Ottantanove anni e non sentirli, ogni mattina alle 7.30 arriva alla sua bottega con il quotidiano sotto braccio elegante e fiero, senza avere un capello fuori posto. Ad attenderlo la sua postazione, con il suo tavolino di legno che porta i segni del tempo e del grande utilizzo, tavolino in cui trovano spazio chiodini, pellami e colla, quando si apre la porta ad attenderti trovi un profumo misto di pelle e colla, la famosa colla giallo-scura che le vecchie generazioni hanno conosciuto e visto utilizzare a nonni e artigiani locali.

Indossa il camice o il grembiule, a seconda del lavoro da svolgere, tutelando camicia e gilet da gentleman, ma oggi a distrarlo ci sono i racconti, la sua storia che parte da una bella famiglia numerosa, mamma e babbo e dieci figli, più un cuginetto orfano cresciuto dalla sua mamma. La sua famiglia si occupava di pastorizia e lui a otto anni cominciò ad armeggiare con le scarpe, il padre  tenente e poi ufficiale della Brigata Sassari, non mancava di far sentire presenza ed educazione ai suoi figli. 

Molti devoti e credenti andavano a messa la domenica alla prima messa, quella delle 4 del mattino, la messa delle vedove e dei lavoratori delle campagne e in un giorno di ribellione, il sig. Mura racconta di aver manifestato il suo disappunto per questo appuntamento. Il padre saggio e benevolo gli diede una risposta che l'artigiano ricorda ancora oggi, "è un dovere andare a messa e se non fa bene, non fa neanche male, affidati e prega".

Con il passar del tempo, crescendo, si rese conto del valore delle parole del padre, e di quanto la forza del bene dato riportasse indietro altrettanto bene, racconta degli allevatori che avviano uniti la campagna antincendio, alternando controlli, creando le fasce antincendio, sorvegliando le campagne e arrivando tempestivamente in caso di principio d'incendio, "il 1956 - ricorda - fu un anno terribile, prima la neve e  poi gli incendi, abbiamo visto uomini bruciati e mai dimenticherò qualla scena".

Non manca il ricordo del periodo della guerra quando nascondevano il grano nei sacchi sotto terra, facevano 8 km a piedi la notte, ma anche di quando andavano a portare il pane ai soldati, senza guardare colore e bandiera, ma, come ricordava la sua mamma che riuniva ogni sera i figli per pregare e aveva sul cuore la lettera del figlio arruolato, "noi ci occupiamo di questi uomini qui e auguriamoci che qualcuno faccia lo stesso con vostro fratello."

Una vita ricca di esperienze, che hanno fatto del giovane Giuseppe un instancabile lavoratore che insieme alla sua attività ha trovato anche l'amore, la moglie, sua compagna di vita è figlia del suo primo datore di lavoro, e con lei a 32 anni intraprese un nuovo viaggio, una nuova avventura, venne chiamato a lavorare la terra, per dare nuova casa ai fiori per Sanremo

Affatto entusiasta, -non rimango neanche morto diceva,- si è poi ritrovato a dedicare anche alla terra lo stesso entusiasmo e passione che metteva nel fare le scarpe e nel coltivare la sua terra. Innanzitutto ha capito che quella terra era pressochè sterile, sfruttata e necessitava di grandi cure, il concime naturale ha fatto tanto e così il letame arrivato sia dalla Sardegna che dalla Toscana ha permesso di rinvigorire un terreno che poi è stata la prima casa di una bellissima rosa , chiamata Lara, la rosa delle spose. Tra lo stupore di proprietari, tecnici e addetti ai lavori il pollice verde è fiorito in tutto il suo splendore, e sig.Giuseppe è stato anche premiato per il lavoro svolto, racconta tra il commosso e l'orgoglioso la presenza, dopo 4 anni di sacrifici, alla fiera di Genova in cui era presente anche Grace Kelly, e ricorda la prestigiosa Terrazza Martini e la sua soddisfazione, per l'occasione acquistò un abito elegante che pagò 800 mila lire.

"Il lavoro era tanto e mi ci sono dedicato anima e corpo, -ricorda il sig.Mura- ma un problema di salute mi ha fatto rivalutare le priorità, con mia moglie abbiamo deciso, dopo 10 anni, di tornare in Sardegna, con il lavoro dei fiori ho potuto mettere radici a Olbia, comprare casa, rilevare e innovare la calzoleria che era di mio suocero e riprendere a lavorare con pelle e cuoio, senza però dimenticarmi della terra e dei miei fiori." Tra le mie creazioni ho il piacere di aver fatto le scarpe per i piloti e i dirigenti dell'Alisarda e le borse, l'Aga Khan mi diede una lauta mancia per quel lavoro. Ho diversi clienti che frequentavano la Costa Smeralda e abbiamo anche pensato con altri imprenditori e artigiani di provare anche a creare un servizio di trasporto che permettesse alla nostra isola di essere meno isolata, io per primo ne percepivo valore e urgenza pensando alle tempistiche di consegna dei fiori che viaggiavano dalla Sardegna alla Liguria."

"Qualche anno fa ho partecipato ad un convegno, non volevo andarci ma la segretaria mi ha detto 'Giuseppe vai tu, sei la persona più anziana ed esperta, devi andare' e sono andato, quindi abbiamo fatto questo incontro, una due giorni bellissima, io ho questa busta verde che è piena di scarpe fatte a pezzettini e poi le composte, ho fatto vedere queste cose così, fino alla fine e poi ho detto ai ragazzi: ma secondo voi vi ho spiegato bene le cose? tutti hanno confermato sei stato bravissimo e si sono alzati tutti in piedi e volevano venire, molti di loro volevano venire a imparare, anche se volevano fare in fretta, ma serve tempo, esperienza."

"In questi ultimi 25-30 anni abbiamo creato una classe di giovani che non sono come eravamo noi, noi eravamo più attivi e appassionati e pazienti, poi era il periodo subito dopo la guerra e la rinascita del paese hanno influito. Io sono curioso, disponibile a incontrare chiunque, per fargli capire cosa vuol dire l'apprendistato perché l'apprendistato, l'artigianato, l'artistico è una cosa diversa da uno che produce subito, per esempio chi fa l'impasto la mattina e poi il pane, insomma qui prima di fare le scarpe devi guardare come fanno anche i bambini,  invece cosa è successo? che tutto il comparto artigianale è in crisi ne abbiamo parlato anche alla Fiera dell'artigianato, tutti abbiamo bisogno di manodopera ma non ne troviamo perchè di queste, e indica le sue scarpe, quelle fotografate e messe sul giornale, quelle per cui due turisti curiosi che apprezzavano il bello e la qualità , l'hanno cercato e raggiunto nella sua bottega, per farlo servono giorni di lavoro, impegno, mano ed esperienza. 

C'è il lavoro, il guadagno e il mercato, ma manca la manodopera, serve un ricambio generazionale che sta venendo meno in tutti gli antichi mestieri, non resta che auspicare che qualche giovane di buona volontà desideroso di impare e di regalare benessere, decida di intraprendere questo mestiere, perchè il benessere passa dai piedi, dalle scarpe e dalla postura e sig.Mura lo sa bene, l'ha studiato, imparato e può insegnarlo.