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Olbia, i canti liberi di Marisa Brandano al Salone del libro di Torino

L’artista racconta i suoi versi pronti a veleggiare verso nuove mete

Olbia, i canti liberi di Marisa Brandano al Salone del libro di Torino
Olbia, i canti liberi di Marisa Brandano al Salone del libro di Torino
Barbara Curreli

Pubblicato il 20 April 2025 alle 12:00

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Olbia. Il libro "anche le aiuole non mantengono le promesse" arriva al SalTo, il Salone del libro di Torino. L'autrice Marisa Brandano racconta le origini di questi versi liberi, che ora hanno trovato casa e sono pronti per essere accolti. 

"Vivrò il tutto con curiosità, con occhio partecipe ma anche dal mio osservatorio come specchio del mondo. Ed infine, essendo un po fatalista, non sappiamo mai cosa cè dietro langolo, ad attenderci". Con queste parole, Marisa Brandano, commenta la sua prima partecipazione al Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 15 al 19 maggio 2025, presso il Lingotto Fiere, con l’opera dal titolo “Anche le aiuole non mantengono le promesse”, nello stand della sua casa editrice Aletti.

"Lo spirito con cui mi approccio è quello di vivere questa esperienza come grossa opportunità di scambio, di interazione e anche di spunto. Con la possibilità, certa, di confrontarmi con altri autori, verificare nuove realtà letterarie e, perché no, auspicare un incontro tra persone". L’opera può essere definita un viaggio esperienziale che la poetessa compie nella sua vita attraverso l’arte "che in quanto creatività - spiega l’autrice - collega al divino e accompagna nel soprannaturale, nell’eterno". Quella della Brandano è una poesia orfica, visionaria, che si interroga sul mistero della vita, in un continuo dialogo interiore, impresso nero su bianco attraverso versi liberi e fluttuanti.

"La scrittura, per me, è libertà e cura, diciamo che c'è una mediazione fra istinto e ratio, si tratta di una poesia che va avanti per immagini, ogni volta la scopri differente, dipende dalla percezione che ne ha chi la legge, io sono un po' visionaria, trasformo le mie concettualità con parole ed è come se dipingessi un quadro, quando scrivo è come se facessi un quadro, le poesie sono visioni di interiorità". Entrando nel dettaglio del titolo l'autrice racconta: "le aiuole in questo caso vogliono avere la capacità di catturare l'attenzione ma non è un fine a se stesso, io voglio essere scrittrice, poeta che mi prendo cura della parola, e la parola è alimentata dalla mia spiritualità". "Si cerca un titolo ma non si fa una ricerca ad hoc, quello che emerge - specifica- è il frutto di tutto un magma interiore, noi siamo come siamo grazie all'arte, si tratta di una somma di emozioni, frustrazioni ed elaborazioni, e tutto questo, insieme, ci dà il titolo".

"Io sono poeta, scrivo poesie sin da quando ero ragazza, ho studiato al liceo classico e la scrittura è sempre stata il mio modo di comunicare con l'esterno, scrivo perché fa parte della mia essenza, il poeta per me dialoga con l'alito del vento, con la natura in senso totale e totalizzante". Questa raccolta di canti liberi ora, "vista con una maturità differente -prosegue la Brandano- mi ha fatto capire che sono mie le opere, ma sono come i figli, dobbiamo lasciarli andare per la loro strada, è come se avessi avuto una gestazione e adesso questi versi, questi canti, devono trovare il loro posto nel mondo, una dimora ed ecco quindi perché arriva il libro, ora avverto un senso di pace perché anche le mie poesie, i miei scritti hanno una loro casa".

"Io sono un tramite, il poeta quando scrive funge da tramite,mi coinvolge molto il mistero della vita, il concetto della vita è molto intrigante, e non rifuggo il dolore, ne ho dimestichezza non mi spaventa, ho scoperto - concludere l'autrice -che nella scrittura il dolore diventa catartico, scrivendo depongo le mie sofferenze, ma non si tratta di un tema personale, riguarda il mondo intero: il dolore attraverso la creatività diventa catartico e liberatorio, lo depositi lì e una volta che è li non ti appartiene più anzi lo ridimensioni ci dialoghi e non è più un tuo nemico, andrà a braccetto con gli altri dolori, che nel complesso formano il dolore universale". L'opera è stata tradotta anche in inglese e ora attende di trovare casa tra anime affini, che siano sognatrici, addolorate, pragmatiche o visionarie poco importa, i canti liberi saranno un voce portata dal vento che manterranno le promesse.