Saturday, 19 April 2025
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Pubblicato il 18 April 2025 alle 19:49
Olbia. Si sono dati appuntamento oggi, venerdì alle 18:30, nei pressi del passaggio a livello di via Vittorio Veneto, per il quarto sit-in pacifico organizzato da Reazione Terranoa, un gruppo informale di cittadini che denuncia da mesi la situazione di degrado e insicurezza in una delle zone più delicate della città, a due passi dal centro storico e dalla stazione.
Con striscioni, volantini e dialoghi aperti con i passanti, hanno lanciato un messaggio chiaro: “Ora basta”. Basta con il silenzio, con i commenti indignati sui social che non cambiano nulla. Basta con l’abitudine al peggio. Il gruppo ha ribadito che non ha colore politico, non è un partito né un comitato: è un’espressione spontanea di cittadini stanchi di subire.
Chi è passato in quella zona lo sa. E chi ci vive, lo racconta con esasperazione. Durante il presidio, alcuni residenti hanno deciso di rompere il silenzio. “Qui non è più sicuro nemmeno camminare sul marciapiede – racconta una donna – mia sorella è stata rapinata in pieno giorno e ora ha paura anche solo a uscire di casa”.
Un altro abitante confida di aver scoperto che le sue fioriere venivano usate come banco dello spaccio: i clienti lasciano i soldi, il pusher passa e lascia la droga. “Accade tutto alla luce del sole – aggiunge – e nessuno interviene”.
I volontari di Reazione Terranoa hanno distribuito un volantino con parole forti: “Quanto ancora possiamo restare indifferenti mentre la nostra città viene trasformata in un teatro di delinquenza?”. La piazzetta tra via Diaz e via Fiume d’Italia è indicata da tutti come centro nevralgico dello spaccio, ma i problemi si allargano: ubriachi e senza fissa dimora che bivaccano sui marciapiedi, atti osceni, risse, furti, molestie. La situazione, raccontano i cittadini, peggiora di giorno in giorno.
C’è chi chiede un’ordinanza anti-alcol h24, chi invoca più controlli, più presenza delle forze dell’ordine, e una maggiore illuminazione. “Il nostro quartiere – racconta un altro residente – è diventato un ghetto. Siamo in ostaggio di chi fa ciò che vuole, senza alcun rispetto per le regole”.
Non c’è rabbia cieca nei volti dei partecipanti al sit-in. C’è frustrazione, paura, ma anche volontà di reagire. “Olbia significa ‘felice’, e così deve tornare a essere”, si legge sul volantino distribuito. “Il nostro approccio è pacifico, ma determinato – spiega il direttivo del gruppo –. Continueremo a scendere in strada finché le istituzioni non daranno risposte concrete”.
Un altro residente lancia un’accusa più ampia: “Forse qualcuno vuole che il degrado resti, per far crollare il valore delle case e farle comprare a pochi, pronti a guadagnarci con la riqualificazione. Spero di sbagliarmi, ma a volte i silenzi gridano più delle parole”.
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