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Svolta nelle indagini sulla scomparsa di Michael Frison: al vaglio gli indumenti

Nuova fase investigativa: si cercano tracce di violenza o costrizione sugli indumenti analizzati

Svolta nelle indagini sulla scomparsa di Michael Frison: al vaglio gli indumenti
Svolta nelle indagini sulla scomparsa di Michael Frison: al vaglio gli indumenti
Olbia.it

Pubblicato il 05 December 2024 alle 13:00

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Luras. Un nuovo capitolo si apre nelle indagini sulla misteriosa scomparsa di Michael Frison, il giovane inglese di origini sarde svanito nel nulla lo scorso luglio nelle campagne di Luras.
Come riportato da Ansa, il sostituto procuratore di Tempio Pausania, Alessandro Bosco, ha disposto l’esame degli indumenti del ragazzo che ha lasciato prima della sua scomparsa da parte dei Carabinieri del RIS di Cagliari, con l’obiettivo di rilevare eventuali segni di violenza o costrizione.
Una decisione che rappresenta un passo avanti significativo nella ricerca della verità su un caso che da mesi tiene in apprensione la famiglia e la comunità locale.
Michael Frison, 28 anni, era in vacanza ospite di parenti a Sassari e aveva già pianificato il suo ritorno a Londra, dove viveva e lavorava.
Per questo la madre, Cristina Pittalis, non ha mai creduto all’ipotesi di un allontanamento volontario, sospettando da subito che dietro la sparizione del figlio potesse celarsi un atto di costrizione.

Fin dall’inizio, la donna si è battuta con determinazione per ottenere indagini approfondite, affiancata dal suo legale, l'Avvocato Maria F. Marras.
Cristina Pittalis, molto attiva sui social network, ha commentato questa svolta investigativa con un post che trasmette sia speranza che amarezza. “Avevo i miei sospetti – scrive – dati da ricerche approfondite fatte da me e il mio avvocato e grazie soprattutto al grande lavoro fatto dal maresciallo del comando di Luras, che ha sempre creduto in me e si è impegnato a sostenere la famiglia in questi mesi di angoscia”.

Tuttavia, non nasconde un certo disappunto per non essere stata informata dalla Procura prima che la notizia emergesse sui media.
“Certo, sono felice di questa notizia, ma non vi nascondo di esserci rimasta male. Avrei preferito ricevere comunicazione dalla Procura o da chi per loro prima di rilasciarla ai giornalisti”, aggiunge, ribadendo il suo appello alla solidarietà: “Cerchiamo Michael e uniamo le forze affinché possa tornare a casa al più presto”. Oltre all’analisi degli indumenti, gli investigatori stanno approfondendo i contatti che Michael avrebbe avuto con alcune persone prima della sua scomparsa. Gli uomini del nucleo operativo della Compagnia di Tempio sono al lavoro per ricostruire gli ultimi spostamenti del ragazzo e ogni dettaglio potrebbe rivelarsi cruciale per fare luce su quanto accaduto.
La scomparsa di Michael Frison ha mobilitato amici, parenti e volontari, che da mesi perlustrano le campagne di Luras nella speranza di trovare una traccia utile.
La madre, nonostante il dolore e l’incertezza, continua a lanciare appelli per sensibilizzare l’opinione pubblica e mantenere viva l’attenzione sul caso.
Con la nuova fase di indagini, la speranza è che possano emergere elementi concreti per spiegare questa vicenda e restituire risposte a una famiglia che da mesi vive in un limbo di angoscia e attesa.