Friday, 22 November 2024
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Pubblicato il 31 October 2023 alle 07:00
Foto di Mohamed Hassan da Pixabay
Il commercio elettronico è infatti protagonista di una scalata di crescita a ritmi elevati: soltanto nel 2023 l’incremento previsto di 13 punti percentuali rispetto al periodo precedente attribuisce all’e-commerce un valore di transazioni pari a 54 miliardi (dati Fondazione sostenibilità digitale). Siti e app di negozi online e marketplace sono utilizzati dal 63 per cento della popolazione, e dal 40 per cento di questa in modo sistematico.
Le offerte di prodotti e servizi sono un traino per questa evidente crescita, e si sono via via imposte nuove formule promozionali, come coupon, codici sconto, prove gratuite, sampling (invio di campioni omaggio), spese di spedizione gratis, voucher, programmi di cashback, sconti via app, e così via.
Quello che cambia rispetto al commercio tradizionale, in cui prevale la tecnica classica dello sconto diretto, è il fatto che le promozioni sono aggiornate quotidianamente, partendo già da prezzi base realmente concorrenziali.
Mentre però l’esperienza in negozio non lascia traccia, a meno che non si sia possessori di una carta fedeltà, ogni volta che si sceglie di comprare online, anche il minimo oggetto, è necessario compilare una form di registrazione all’e-commerce, o comunque lasciare il proprio recapito/indirizzo fisico, come anche il numero di telefono.
Chi acquista non ci pensa due volte, anche perché ormai le tutele del consumatore 2.0 sono ben disciplinate e applicate, in direzione della privacy e della sicurezza dei dati bancari.
In realtà i dati personali, come nome, cognome età, indirizzo, hanno un proprio valore intrinseco e sono utilissimi alle aziende, sia per la costruzione di un database di potenziali o reali clienti, sia per attività di profilazione. La profilazione, ovvero la suddivisione dei consumatori in segmenti connessi a gusti e preferenze, è uno strumento che consente alle imprese di indirizzare comunicazioni commerciali mirate e personalizzate, come le newsletter. Allo stesso modo la profilazione dà modo di impostare delle campagne sponsorizzate - ad esempio sui social - destinate a uno specifico pubblico. La suddivisione può avvenire per età, area geografica di riferimento, sesso, e così via. Non è mai un caso - e qui entrano in gioco anche i cookie di profilazione - che quando si accede a una pagina social, ad esempio, ci si ritrovi in bella vista una pubblicità o un video di un prodotto che si è appena cercato sul web.
I dati personali degli utenti del web sono così importanti per le aziende che, spesso, per ottenerli vengono anche concessi degli incentivi ai consumatori.
Ne sono un esempio tutte quelle tecniche promozionali che prevedono, alla base, un criterio di gratuità. Internet, per esempio, offre numerose piattaforme che consentono ai consumatori indecisi di provare un prodotto gratuitamente. Spesso si tratta di campioni omaggio di beni a lunga conservazione, come cosmetici, profumi, prodotti per la casa, alimenti non deteriorabili, cibi per animali, prodotti per l’infanzia: per poterli ricevere a casa in prova, il consumatore deve registrarsi al sito, e lasciare i propri recapiti. Spesso nel fare questo si viene reindirizzati dal portale aggregatore alle pagine ufficiali degli shop o dei marketplace.
Anche i servizi in prova sono uno strumento utilissimo all’arricchimento del database, specialmente nel comparto dell’entertainment online. Tra gli esempi più comuni c’è senza dubbio la prova gratuita di una tv on demand, ma anche il bonus senza deposito immediato dei casinò online, ovvero un credito gratis erogato dal concessionario autorizzato per provare la piattaforma. Non mancano prove libere di videogiochi, oppure di software specializzati, di grafica, fotografia, e così via.
In tutti questi casi l’utilità per le imprese dei vari settori è duplice: da un lato vengono raccolti dati utili, dall’altro si può proporre un’estensione del servizio, a pagamento, una volta espresso il gradimento da parte dell’utente. Questa ultima tecnica, in particolare, prende il nome di “modello freemium”, e si tratta dell’incontro tra “free” (gratuito) e “premium”. Gli esempi più comuni sono tutti i giorni sotto gli occhi degli internauti: da Youtube Premium a Spotify, passando per software di archiviazione e clouding, ormai molti servizi del web funzionano così.
La tematica del data exchange ormai è di grande rilievo per il marketing internazionale e per tutti gli operatori a vario titolo interessati da questo fenomeno.
Nondimeno aumentano gli incentivi concessi a tutti quegli utenti che, previo regolare consenso informato, scelgono di compilare form o di scaricare app. Le app nello specifico, data la portata delle attività svolte via smartphone - e- commerce incluso - sono spesso connesse alle carte fedeltà dei negozi, sia fisici che online.
Per questo motivo, soltanto effettuando il download di un’applicazione nativa, è possibile riscuotere premi come omaggi, sconti diretti, coupon, codici promozionali. Le app, oltre a raccogliere dati utili, diventano un veicolo primario di comunicazioni dirette al consumatore, spesso in tempo reale, anche mentre sta facendo spesa in negozio. Il valore aggiunto, oltre al data exchange, è quello della personalizzazione dell’offerta e di una comunicazione a stretto giro tra brand e consumatore. Si tratta di “customer experience”, un concetto che merita un approfondimento a parte, nel mare magnum delle tecniche di marketing e commerciali.
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