Friday, 22 November 2024
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Pubblicato il 25 September 2024 alle 07:00
Hays Italia, filiale di Hays plc, una delle aziende leader a livello mondiale nel campo della ricerca e selezione del personale, oltre all'obiettivo di assistere le aziende nel recruiting, è anche attiva nel campo delle indagini legate al mondo del lavoro.
Uno degli ultimi Hays mostra come l’occupazione nel nostro Paese sia aumentata, raggiungendo livelli senza precedenti; tuttavia, la questione principale resta quella dei salari.
Se consideriamo gli ultimi decenni, gli stipendi degli italiani sono rimasti sostanzialmente stabili per la mancanza di crescita del PIL e della produttività.
Nel 2024, nonostante la diminuzione dell'inflazione, l'Italia ha visto il maggior calo del salario medio in Italia (calcolato al netto del costo della vita) tra i principali paesi membri dell'Organizzazione per la Cooperazione e Sviluppo Economico (OCSE).
Analizzare l’entità del livello occupazionale non è compito facile, perché occorre considerare elementi complessi e strettamente correlati.
Per esempio, oltre al tasso di inflazione, è fondamentale valutare la qualità dei nuovi posti di lavoro, considerando la stabilità contrattuale, le condizioni lavorative e la retribuzione, che dovrebbe essere adeguata al costo della vita.
Inoltre, occorre considerare che, se si generano prevalentemente posti di lavoro a bassa remunerazione o con condizioni lavorative precarie, l'aumento dell'occupazione potrebbe non riflettersi in un reale miglioramento per i lavoratori.
Perciò, sebbene si possa pensare che l’aumento dei posti di lavoro sia sempre positivo, in realtà ciò potrebbe rappresentare un problema anche importante per i nuclei famigliari.
Salario medio in diminuzione e perdita del potere d’acquisto vanno di pari passo
Il calo del salario medio reale segnala che, malgrado l'aumento del numero delle persone occupate, il potere d'acquisto dei lavoratori è ridotto rispetto al costo della vita.
Ciò è un aspetto cruciale da tenere in considerazione. Infatti, se i salari non seguono il ritmo dell'inflazione o se il costo di beni e servizi aumenta in modo significativo, il valore del denaro guadagnato dai lavoratori diminuisce, creando difficoltà alla famiglie italiane.
Esse potranno cioè acquistare meno beni e servizi, è questo ha come effetti la riduzione del tenore di vita e una pressione economica maggiore, cosa che può comportare non solo l'incapacità di far fronte alle spese quotidiane e di risparmiare per il futuro, ma anche di permettersi beni di prima necessità.
Questa situazione può portare, oltre a una maggiore insoddisfazione tra i lavoratori, anche a forti tensioni sociali, perché le disuguaglianze economiche potrebbero aumentare.
Che cos’è il potere di acquisto?
Il potere d'acquisto è un concetto economico che si riferisce alla quantità di beni e servizi che possono essere acquistati con una determinata valuta, e ha un ruolo fondamentale nelle scelte finanziarie delle persone e delle aziende.
Perciò, per i lavoratori, le società e i responsabili politici, è molto importante comprendere come funziona il potere d'acquisto, perché esso può condizionare le strategie lavorative, le politiche aziendali e le leggi economiche.
Il potere d'acquisto è influenzato da diversi fattori chiave, tra i quali il più significativo è l'inflazione.
L'inflazione è l'aumento generale dei prezzi di beni e servizi nel tempo. Quando si verifica l'inflazione, il potere d'acquisto del denaro diminuisce e i consumatori non possono comprare con il proprio reddito la stessa quantità di beni e servizi come prima dell’aumento.
Per esempio, se il prezzo di un bene di consumo, poniamo il pane, passa da 2 euro a 3 euro a causa dell'inflazione, un consumatore con un reddito mensile fisso può ritrovarsi a non poter più acquistare lo stesso quantitativo di pane che era solito acquistare: ciò significa che il suo potere d'acquisto si è ridotto.
Anche altri fattori incidono su questo importante indice di riferimento. Tra questi, ci sono i livelli di reddito: quando i salari e gli stipendi aumentano, i consumatori generalmente beneficiano di un aumento del potere d'acquisto, se l'inflazione rimane stabile o contenuta.
Viceversa, una situazione di stabilità dei salari a fronte di un aumento dei prezzi può ridurre il potere d'acquisto, provocando una diminuzione della spesa dei consumatori e una potenziale crisi economica.
Il potere d'acquisto deve essere protetto
Il potere d’acquisto va tutelato, specialmente in periodi di alta inflazione. Per contrastarne l'abbassamento, sono necessarie soluzioni multifattoriali: ad esempio adeguare il salario minimo all’inflazione, ridurre le imposte per i redditi medio-bassi, offrire detrazioni per spese essenziali, promuovere l'educazione finanziaria e adottare politiche monetarie adeguate.
Inoltre è necessario stabilire regole per tenere sotto controllo i prezzi dei beni fondamentali, incentivare le aziende a investire in produttività, migliorare l'istruzione e la formazione, ed espandere l'assistenza sociale.
In ultima analisi, per affrontare questa complessa problematica è necessario un impegno congiunto di governi, imprese e società civile che possa garantire un'economia più stabile ed equa, capace di rispondere alle sfide attuali e future.
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