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Pubblicato il 27 August 2023 alle 21:00
Loiri Porto San Paolo. L'interesse per la storia e la cultura del proprio territorio ha spinto due ricercatrici locali a dedicarsi allo studio dell'abbigliamento tradizionale di Loiri Porto San Paolo. L’impresa di ricostruire l’abito tradizionale del comune gallurese non è stata semplice ed il lavoro da parte dell’archeologa Paola Mancini, discendente di una famiglia storica del luogo, assieme a Roberta Lacana, di professione medico, ma anche studiosa appassionata di tradizioni locali, si è ben presto trasformata in un rigoroso studio di ricerca che ha coinvolto non solo gli anziani e le famiglie storiche di alcuni paesi del territorio, ma anche associazioni culturali, sarte, ricamatrici, modelle, ed infine l’intera comunità guidata dal sindaco Francesco Lai che, lo scorso 25 agosto, ha partecipato numerosissima alla presentazione dei lavori delle due ricercatrici nel corso del Consiglio Comunale in seduta aperta alla cittadinanza.
La ricostruzione di quello che al momento può considerarsi il primo costume tradizionale femminile documentato della cittadina gallurese è durata alcuni anni. Nel corso delle prime indagini ad incuriosire le due ricercatrici era stata in particolare una frase tratta dal volume di Alberto La Marmora, Voyage en Sardeigne (1819-1835) "Nei giorni di festa le tempiesi e la maggior parte delle donne della Gallura portano un giustacuore scarlatto con maniche aperte e guarnite di bottoni e occhielli d'argento, alcune hanno la gonna scarlatta ma sembra adottino il color verde per la gonna di panno, guarnita con un orlo largo vistoso scarlatto”.
Sono stati proprio alcuni indizi - evidenziati in grassetto - a convincere la Mancini e la Lacana ad intraprendere un’accurata ricerca storica attraverso documenti, testamenti e lasciti presso l’Archivio Storico di Stato, e poi il recupero di fonti bibliografiche. Un viaggio della memoria fatto anche di attenta osservazione dei costumi sardi individuati su alcuni importanti dipinti d'epoca, la consulenza di alcune esperte sarte e ricamatrici di abiti tradizionali ed infine, non meno importanti, le ricerche fotografiche suffragate dalle preziose testimonianze degli anziani.
Dopo numerosi riscontri le due studiose hanno potuto così individuare nell'abito da sposa del 1850 appartenuto a Paola Quaglioni di Montelittu e custodito dall’archeologa Mancini, sua discendente, non solo un abito da cerimonia nuziale, ma anche un abbigliamento da cerimonia della tradizione del luogo. Il prezioso lascito è costituito da una gonna molto ampia di panno finissimo di colore verde muschio, con alla base dei preziosi ricami colorati arricchiti con paillettes, con motivi che richiamano il simbolismo del matrimonio. È presente anche quella che, secondo la studiosa Roberta Lacana, rappresenta un vero e proprio unicum: una cintura di seta policroma - nei toni del blu e del grigio perla - decorata con una coccarda posteriore.
A completare l'abbigliamento la preziosa giacchina rossa, sempre di panno finissimo e con manica chiusa. Attraverso lo studio dei tessuti e dei ricami di quel prezioso antico abito femminile, ma anche grazie al continuo confronto con altri abiti tradizionali femminili della Gallura, dopo 173 anni si è riusciti ad accertare che al momento è proprio questo il più antico abbigliamento femminile della Loiri Porto San Paolo ottocentesca e a farlo ricostruire fedelmente sono state alcune esperte sarte e ricamatrici locali.
Se nel corso della serata l'antico abito da sposa è rimasto esposto su un manichino, la sua copia fedele è stata presentata attraverso una vera e propria lezione didattica: i presenti hanno potuto seguire passo passo la vestizione delle donne del territorio di Loiri Porto San Paolo durante l'Ottocento. Infine, durante la serata è stato idossato un altro abito sardo del luogo, questa volta originale novecentesco. Di colore nero secondo i gusti del tempo, l'abito è stato idossato con la caratteristica "capitta" il gonnellino per la testa che scendeva coprendo le spalle.
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